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“CAO c’è” presenta alla FNOMCeO un documento sulla pubblicità sanitaria

“CAO c’è” presenta alla FNOMCeO un documento sulla pubblicità sanitaria

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Il gruppo di studio “Cao c’è” ha presentato in FNOMCeO un documento con i punti chiave e le regole da applicare in tema di pubblicità sanitaria, dopo i numerosi casi di violazione delle norme più volte denunciati agli Ordini dei Medici e Odontoiatri.

Si legge nel documento:

“Il gruppo di studio “Cao c’è”, nello spirito di ampia collaborazione con l’attuale dirigenza che lo contraddistingue, ritiene sia ormai indilazionabile suggerire alcuni spunti alla Cao Nazionale su come vada affrontato l’annoso problema della pubblicità sanitaria. Gli ultimi sviluppi giudiziari consentono di poter elaborare linee di comportamento univoche che non rendano vuoto il concetto di coordinamento e indirizzo che necessariamente la Cao nazionale deve assumersi; sottoponiamo le stesse alla professione in modo da permettere una valutazione condivisa e una auspicabile unitarietà di azione.
In base alla legislazione vigente, si può affermare che non sia stata negata agli Ordini, in nessun caso, la prerogativa di vigilanza sulla veridicità e correttezza della pubblicità informativa che non deve essere mai equivoca, ingannevole o denigratoria per quanto attiene alla tutela del cittadino, della sua salute e della sua sicurezza.
Tale prerogativa, però, è stata progressivamente resa di più complessa applicazione dal legislatore mediante i provvedimenti di deregulation presi in ambito pubblicitario. Ciò stante, è evidente comunque che si aprano spazi di manovra che conviene esplorare, corroborati da segnali di un’inversione di tendenza, legata sia all’azione chiarificatrice della magistratura, che ad un intervento diretto del legislatore che con la recente riforma ordinistica riafferma e rivitalizza il ruolo di garanzia dell’Istituzione a tutela della salute del cittadino.
Proprio in seguito al maggiore rafforzamento del ruolo riconosciuto all’Ordine, riteniamo sia indispensabile analizzare la situazione esistente e proporre schemi di valutazione e linee di intervento che rendano meno complesso e opinabile il controllo del fenomeno, e consentano a tutti i rappresentanti dell’Istituzione di esercitare il loro giusto ruolo di presidio degli interessi del cittadino a difesa del suo diritto alla salute”.

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