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Regione Sicilia: confermati 46 contratti aggiuntivi di specializzazione area sanitaria

Regione Sicilia: confermati 46 contratti aggiuntivi di specializzazione area sanitaria

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L’assessore regionale alla Salute Ruggero Razza ha smentito le polemiche sul mancato finanziamento delle borse aggiuntive per le scuole di specializzazione da parte della Regione Siciliana e, insieme all’assessore all’Istruzione e alla formazione professionale Roberto Lagalla, ha annunciato la pubblicazione, da parte del Miur, del decreto che autorizza la Sicilia a finanziare 46 borse aggiuntive per i contratti di specializzazione di area sanitaria.

Le polemiche sono scattate per il ritardo con cui il decreto è stato approvato ma, spiega Razza, non c’era ancora mancanza di volontà da parte della Regione. Piuttosto, “è successo quello che nella Pubblica amministrazione capita piuttosto spesso. Noi avevamo immaginato di finanziare le 46 borse aggiunte con l’intervento del Fondo sociale europeo per un triennio e con l’intervento del bilancio della Regione per i rimanenti due anni”. Il Miur, però, “ha chiesto alla Regione di coprire l’integrale finanziamento sul Fondo Sociale Europeo”. Il ritardo, quindi, è stato legato alla definizione delle procedure. Ribadendo l’impegno della Regione sui contratti aggentivi, Razza ha annunciato di essere al lavoro con il ministero della Salute “anche per il finanziamento delle borse a valere sulle marginalità positive del Fsn”.

Lagalla ha affermato: “Mentre comprendo pienamente l’apprensione di tanti giovani in attesa, ai quali è giusto fornire risposte tempestive ed efficaci, così come abbiamo fatto, stupisce che, per invincibile tentazione polemica, autorevoli rappresentanti accademici si siano lasciati trascinare in incaute ed anticipate considerazioni critiche. Credo che il momento, certamente non facile per il sistema universitario siciliano, meriti atteggiamenti più sereni e soprattutto concentrazione ed impegno ben maggiori per recuperare arretramenti che, al di là delle parole, sono documentati dalle recenti classifiche del Censis, penalizzando la Sicilia e le sue giovani generazioni”.