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La ricerca gastroenterologica italiana è eccellenza mondiale: lo dice la classifica dei ‘TOP Scientists’ di Plos Biology

La ricerca gastroenterologica italiana è eccellenza mondiale: lo dice la classifica dei ‘TOP Scientists’ di Plos Biology

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prof. Domenico Alvaro

Un recente studio (PLOS Biology, August 12, 2019*) condotto in collaborazione tra diversi centri di ricerca statunitensi, tra cui la università di Stanford (USA) e la  Research Intelligence olandese, ha dato i voti ai ricercatori di tutto il mondo suddivisi in 22 settori e 176 sottosettori, dall’Agricoltura alla Fisica, dalla Statistica all’Ingegneria, dalla Biologia  alla Medicina e tanti altri. Gli autori dello studio hanno preso in considerazione una serie di parametri tra cui il numero e la qualità delle citazioni, le autocitazioni, la posizione tra i co-autori di un articolo scientifico. Dalla più diffuse banche dati (tra cui Scopus e Google Scolar), sono stati analizzati gli articoli scientifici di milioni di ricercatori di tutto il mondo classificati per la produzione scientifica degli ultimi 20 anni e dell’anno 2017. Da questa analisi emerge come sono tantissimi i ricercatori italiani che occupano posizioni di prestigio nella classifica dei ‘Top-Scientists’ e tra questi i ricercatori di medicina.

In particolare compaiono nell’elenco ben  27 gastroenterologi e la gastroenterologia italiana emerge tra le discipline mediche come una di quelle con il più alto numero di presenze tra i Top-ricercatori mondiali. Tra questi, l’attuale presidente della Società Italiana di Gastroenterologia (SIGE) professor Domenico Alvaro e ben 5 ex presidenti della stessa società. Questi dati non fanno altro che confermare il ruolo internazionale di primo piano della ricerca italiana, che continua a contribuire significativamente ai progressi scientifici del settore della malattie dell’apparato digerente. Infatti, negli anni, sono state numerose le scoperte di ricercatori italiani che hanno rivoluzionato il settore delle malattie gastroenterologi che: dalla scoperta delle transaminasi (dei professori Fernando De Ritis, Mario Coltorti, Giuseppe Giusti nel 1955) fondamentale per la gestione delle malattie epatiche, l’ago e la tecnica della biopsia epatica ad opera del professor Giorgio Menghini nel 1958, il virus dell’epatite Delta scoperto da Mario Rizzetto nel 1977, senza tralasciare il ruolo che i ricercatori italiani hanno avuto nella terapia dell’epatite C che attualmente consente di debellare il virus in meno di tre mesi, nella gestione delle malattie infiammatorie croniche intestinali, nei tumori del fegato e nella identificazione le cellule staminali epatiche.

Insomma, la tradizione della ricerca gastroenterologica in Italia continua a livelli d’eccellenza ed il riconoscimento che viene dal recente studio di Plos-Biology ne é una ulteriore conferma. Essendo le malattie gastroenterologiche ad alto impatto socio-sanitario e ad elevata complessità, l’auspicio é che le istituzioni possano dare il giusto sostegno e riconoscimento ad un settore in continua espansione.