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Agopuntura in oncologia: indicazioni, prospettive, limiti

Agopuntura in oncologia: indicazioni, prospettive, limiti

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di Gaetano Arcovito*

L’ agopuntura è una tecnica usata da millenni anche per il trattamento delle malattie croniche. Applicata con successo in Occidente nel trattamento delle patologie degenerative e tumorali, è un metodo terapeutico dell’antica medicina cinese, al centro di un’intensa rivalorizzazione non soltanto dal punto di vista culturale ma anche da quello scientifico. La sua azione si effettua con l’uso di aghi molto sottili applicati in determinati punti tra loro collegati tramite i cosiddetti “meridiani”, infissione che avviene secondo differenti profondità ed angolazioni, venendo a ripristinare la corretta circolazione energetica nell’organismo trattato. L’agopuntura si può usare non soltanto nella fase iniziale della malattia ma anche in fase avanzata, anche quindi in presenza di metastasi. E’ inutile qui ribadire che il trattamento affianca ma non esclude la terapia oncologica tradizionale: riducendo la possibilità di effetti jatrogeni e collaterali della terapia, contribuisce a far “sentir bene” il paziente che quindi meglio può “aderire” alle necessarie terapie rafforzando pertanto la compliance terapeutica.

L’ infissione degli aghi determina vari effetti, tra i quali ricordiamo:

•Analgesia con la moderazione della ricezione e della percezione del dolore;

•Regolazione del sistema immunitario tramite l’aumento delle cellule immunitarie, diminuendo lo stato infiammatorio;

•Modulazione ormonale, agendo indirettamente sugli ormoni principali;

•Vasodilatazione: soprattutto a livello della cute, dei muscoli e del microcircolo, ma anche a livello cerebrale;

•Modulazione del sistema nervoso autonomo preposto alle funzioni cardiovascolari, respiratorie e digestive.

L’agopuntura quindi è in grado di migliorare il dolore oncologico, la stanchezza, la cefalea, la secchezza della bocca, la nausea ed il vomito post-operatorio o conseguente alla chemio- e alla radio-terapia. In particolare per quanto riguarda il trattamento degli effetti collaterali della chemioterapia i cicli d’agopuntura riescono a ridurre la nausea e il vomito con un’efficacia dell’80-85%, con risultati positivi anche per quanto riguarda lo stato di benessere, l’astenia, l’inappetenza, l’insonnia ed i disturbi dell’alvo. É inoltre particolarmente utile in caso di ansia e depressione di cui sono molto spesso afflitti i Pazienti durante la progressione della malattia. Trova anche indicazione nel supporto nutrizionale dei pazienti con anoressia e cachessia neoplastica, migliorandone anche la funzionalità intestinale. Un ulteriore uso dell’agopuntura è quello del trattamento del linfedema, che spesso insorge dopo mastectomia e linfoadenectomia nei tumori della mammella con asportazione dei linfonodi del cavo ascellare.

Nel campo della ricerca in Agopuntura Oncologica (AO) di recente sono stati pubblicati molti trials clinici con forte evidenza a supporto dell’utilizzo dell’Agopuntura nei pazienti affetti da patologia tumorale: digitando su PubMed le parole chiave “cancer acupuncture” troviamo infatti oltre 1500 lavori indicizzati su questo argomento. Gli studi scientifici più recenti riguardano l’effetto dell’AO nel:

(1) dolore ed ileo post-chirurgico;

(2) xerostomia radio-indotta;

(3) riduzione degli effetti collaterali della terapia anti-ormonale del cancro alla mammella;

(4) vampate nel trattamento del cancro alla mammella e alla prostata;

(5) neutropenia chemio-indotta nel tumore dell’ovaio;

(6) riduzione della nausea e del vomito durante la chemioterapia;

(7) miglioramento del sistema immunitario nei pazienti oncologici;

(8) incremento dell’”energia” prima durante e dopo chemio e radioterapia.

Inoltre, agendo a livello centrale a livello dei centri ipotalamici attiva il rilascio di endorfine e, se ben praticata, può ridurre l’uso di narcotici e di morfina nel controllo del dolore: per quanto questi siano farmaci che se ben dosati producono un certo sollievo, è altrettanto vero che spesso producono effetti collaterali come costipazione, nausea, debolezza, confusione e rallentamento psicomotorio.

Tutto questo è risaputo da tempo, perché reso «pubblico» ai Colleghi anche con la avvenuta pubblicazione nel 1998 sulla rivista JAMA dei risultati di una “consensus conference” dove si evidenziava il ruolo dell’agopuntura nel controllo di nausea e vomito a seguito della chemioterapia. Ovviamente, bisogna saperla ben praticare!!!

Tra i vari tipi di trattamenti, spesso si usano due «protocolli», uno riguardante la disintossicazione sistemica dell’organismo, un altro riguardante gli effetti collaterali della radio e della chemioterapia.

Del paziente devono esser considerati tutti gli aspetti, analizzando i sintomi unendoli armoniosamente a tutti gli altri; si avrà il quadro patologico e soprattutto la possibilità di formulare prognosi e terapia secondo i canoni della Medicina Energetica.

Si devono pertanto considerare lo stato dei visceri e degli organi cercando di identificare le stasi (di QI/Sangue e Liquidi) o i loro deficit, come pure gli alterati rapporti con gli altri organi e visceri. Vengono ovviamente valutati i rapporti YIN/YANG del corpo, i loro deficit ed i loro eccessi.

Il Riequilibrio che si ottiene secondo la Medicina Tradizionale Cinese si fonda su tre punti:

1. Colmare i vuoti e rafforzare le funzioni deboli

2. Disperdere gli eccessi, espellendo le tossine

3. Rafforzare le difese energetiche (immunitarie?) agendo cosi in maniera olistica, considerando pertanto l’aspetto “psiconeuroendocrinoimmunologico” tanto di moda (giustamente!) ora nel mondo occidentale.

In molti ospedali e centri specializzati di eccellenza si applica in abbinamento con le usuali terapie dei protocolli oncologici (tra questi lo Anderson Cancer Center Università di Houston, il Royal Marsden Hospital di Londra, lo Sheba Medical Center, il Tel Hashomer di Tel Aviv, in Italia da diversi anni si applica per es. all’Ospedale Fatebenefratelli a Roma e al Centro di Medicina Tradizionale Cinese “Fior di Prugna” ASL 10 di Campi Bisenzio a Firenze). Dal 1999 il prestigioso Memorial Sloan Kettering Cancer Center ha organizzato dipartimenti di medicina integrata dove sono state utilizzate oltre all’agopuntura il qi gong, la fitoterapia cinese, lo yoga e altre terapie che possono alleviare la sofferenza di questi malati migliorandone la loro qualità di vita. A questo prestigioso ospedale si sono aggiunti nel tempo altri nosocomi, pubblici e privati. Inutile dire che qui nel Meridione siamo in questo ambito all’anno zero…ma questo è un altro doloroso discorso, riguardante il nostro sistema sanitario, obiettivamente a più velocità, penalizzante gli Utenti più deboli anche economicamente e geograficamente più a Sud: infatti nonostante la sua indubbia e comprovata scientificamente efficacia l’agopuntura nella nostra Regione a differenza di altre più “sensibili” (!) non rientra nei Livelli Essenziali di assistenza (L.E.A.). Per quanto finora scritto è quindi auspicabile un suo inserimento nel registro dei LEA, al fine di poter permettere al Paziente, unico beneficiario della nostra Arte Medica, di cogliere gli indubbi vantaggi che questa millenaria tecnica offre.

Certo chi si aspetta di guarire dal Cancro con l’agopuntura non potrà restare che deluso. Ma certamente il suo utilizzo potrà contribuire a migliorare la qualità della vita di chi è affetto da questa terribile malattia per la quale viene sottoposto a pesantissime terapie che all’efficacia contrappongono troppo spesso una significativa tossicità.

*Psichiatra, Dipartimento Salute Mentale Messina Nord ASP 5, Esperto in Agopuntura, Omeopatia, Iridologia, Docente FIAMO Scuola Triennale di Omeopatia AFMO di Reggio Calabria e Catanzaro, Docente Master di Medicina Integrata Facoltà di Medicina, Università Magna Graecia di Catanzaro.

gaetano.arcovito@asp.messina.it