La testata digitale dell'OMCeO Messina
 
Attività motoria per gli anziani. Un progetto della FEDERSPeV il 19 febbraio auditorium OMCEO Messina

Attività motoria per gli anziani. Un progetto della FEDERSPeV il 19 febbraio auditorium OMCEO Messina

Visits: 593

Il 19 febbraio alle ore 17.00, nell’auditorium dell’OMCEO Messina, ci sarà un incontro con titolo ATTIVITÀ MOTORIA PER GLI ANZIANI di III e IV età. 

    Voluto dalla FEDERSPeV di Messina collaborata dalle Associazioni Amici dello Jaci e Convegni di Cultura Maria Cristina di Savoia, mostra un progetto di attività motoria per anziani – anche grandi anziani – che, in ragione delle difficoltà motorie, riducono sempre di più i loro movimenti, si isolano in un loro mondo casalingo che li porta ad allontanarsi da quello esterno e soffrono per la loro solitudine. 

    Partendo dal concetto sostenuto da Ippocrate Le parti del nostro corpo dotate di una funzione se esercitate con moderazione e impegnate in attività per loro abituali si mantengono sane e invecchiano più lentamente; se vengono invece lasciate inattive presentano difetti di sviluppo, si ammalano facilmente e invecchiano rapidamente e condotto dalla giornalista Italia Moroni Cicciò, mira a diffondere il messaggio e a fare capire che i soggetti di III e IV età hanno bisogno di fare attività fisica “adattata” per riattivare e migliorare il loro tono muscolare. 

    Il Prof. Antonino Arcoraci Presidente Provinciale e regionale della FEDERSPeV introdurrà il tema e il Prof. Massimo Amara, docente di scienze motorie e con la laurea magistrale in Attività motoria preventiva ed adattata, coadiuvato da Anna Rubino, Clarissa Santacroce, Stefano Venezia e Marco Popone laureati in Scienze motorie, spiegherà il progetto nei particolari. Mostrerà “dal vivo” le immagini che fanno da guida e le figure disegnate da Alessandro Baggi di Milano. 

    E’ risaputo che l’attività motoria migliora la qualità della vita dell’anziano. Che lo aiuta a mantenere una buona salute fisica e psicologica. Che gli procura benefici notevoli.

    Ed è risaputo che l’anziano lentamente riduce la sua capacità di muoversi. La patologia degenerativa articolare spesso associata allo stato infiammatorio articolare e periarticolare lo condiziona. Lo rende sedentario. La sedentarietà diventa per lui fattore di rischio per la disabilità e per tante patologie croniche – ipertensione, malattie metaboliche, diabete, osteoporosi, malattie cardiovascolari – che gli riducono il tono muscolare, la forza fisica e lo portano a muoversi sempre meno. A fargli perdere la capacità dell’autogestione, all’isolamento, alla perdita degli interessi fino a condizionarlo nel tono dell’umore. 

    Gli studi scientifici, condotti dalle varie Università, specie straniere, lo hanno dimostrato. Hanno sperimentato che l’attività motoria, non solo fa bene all’anziano, ma fa bene anche al grande anziano, ad ogni anziano se fatta o reintrodotta dopo brevi o lunghi periodi di ipomobilità. Ogni anziano infatti, che fa o riprende l’attività motoria, migliora la propria capacità di muoversi e riacquista fiducia nella vita. Con l’autonomia anche solo in ambito domestico, aumenta la sua autostima, si sente migliorato nel tono dell’umore. Riprende entusiasmo, torna a dedicarsi alla lettura, alla passeggiata che gli sono di aiutano nella socializzazione. Esce dall’isolamento che è “strada aperta” per la depressione. 

    Facendo attività motoria adattata e gestita, tutti gli anziani anche quelli disabituati, riprendono la capacità di muoversi in maniera più agile. Migliorano il tono muscolare, diventano più sciolti e più sicuri nei movimenti. 

    Questi concetti sostenuti dall’OMS e dalla Sezione Sanità della U E, sono stati la base della grande campagna per l’invecchiamento attivo. L’U E, per sottolinearne l’importanza, ha dichiarò il 2012 “anno europeo per ’invecchiamento attivo” con un dettato che andava dalla “prevenzione” alla “riabilitazione”. 

    L’Italia ha aderito alla campagna. L’ha sostenuta e la continua a sostenere. Il ministro Speranza invita tutti a formulare progetti mirati a garantire l’invecchiamento attivo supportato da una continua attività motoria “adattata”.

    Benedetta Contoli dell’I.S.S., il 4 febbraio 2020, nel Convegno Romano “Prevenzione e contrasto della fragilità nell’anziano”, ha riportato i dati di un progetto CCM (Centro nazionale per la prevenzione e il controllo delle malattie 2019) fatto con ‘Passi d’Argento’ 2016-2018‘ che hanno mostrato il quadro epidemiologico della fragilità fra gli ultra 65enni, più evidente a Sud (24%) che a Nord (13%). Misurando la perdita di autonomia nello svolgimento di alcune attività strumentali della vita quotidiana, hanno mostrato buona compliance allo studio, miglioramento dello stato di salute e di benessere, netta riduzione dei sintomi di depressione. 

    Quattro anni fa, per aiutare l’anziano con difficoltà motorie, il Prof. Airoldi dell’Università di Torino ha lanciato un progetto che, attivato e personalizzato dal CUS di Bergamo, è stato consigliato a tutti gli anziani. Ha ideato un’ATTIVITÀ’ MOTORIA ADATTATA finalizzata a soggetti di diversa età e l’ha definita opportuna e conveniente se appropriata, adeguata, confacente, atta a migliorare le condizioni fisiche dei soggetti di qualsiasi età che presentano un problema nell’ambito della loro capacità motoria.

    Il Prof. Emilio Pozzi Presidente della Sez. FEDERSPeV di Bergamo ha appoggiato questo progetto che è già in atto nel bergamasco e lo prospetta alle varie Sezioni FEDERSPeV italiane. Ne vuole fare un progetto nazionale a sostegno dei grandi anziani.

    Messina lo condivide e lo propone perché è un progetto semplice, facile da attuare a domicilio, con l’aiuto di immagini e il controllo periodico di un laureato in scienze motorie.

    Serve a proteggere la salute dell’anziano, ad aiutarlo fino al raggiungimento e mantenimento di una condizione fisica generale discreta che gli consente di sentirsi in buona salute, in autonomia nello svolgimento delle sue attività domestiche. 

    Fatto a casa o in palestra o presso i centri anziani, non ha bisogno di supporto particolare, né l’obbligo di una strumentazione. 

    Può anche essere gestito “in rete” sotto il controllo periodico dello specialista che insegna le mosse e periodicamente controlla i risultati. Può essere raccordato con altre iniziative che hanno lo stesso interesse: gruppi di cammino o punti di danza o tai-chi.

    Deve solo seguire un percorso che inizia con l’adesione al primo approccio e prosegue con l’esercizio al proprio domicilio magari fatto davanti allo specchio e in un luogo di incontro. Ogni mese prevede una visura dei risultati, il confronto mirato a correggere gli eventuali errori e a confermare il sostegno. A dare suggerimenti, a raccogliere impressioni. A misurare i risultati.

    A chiusura, il Prof. Antonio Micali Presidente dell’Associazione Amici dello Jaci porterà la sua esperienza. Soprattutto sottolineerà la necessità non solo di partecipare ma di essere costanti, soprattutto, precisi!!