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Caccamo: “Avrei fatto l’architetto, ma Battiato ha scoperto la mia musica”

Caccamo: “Avrei fatto l’architetto, ma Battiato ha scoperto la mia musica”

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Protagonista sul palco di Malfa, nella serata finale di Marefestival, il cantautore Giovanni Caccamo, originario di Modica nel siracusano, quest’anno insignito del Premio Troisi per la categoria Musica, riconoscimento assegnato l’anno scorso al grande Roby Facchinetti e due anni a Gigliola Cinquetti. “Abbiamo scelto un artista giovane ma che ha già una brillante carriera come cantante e autore, apprezzato sia dalla critica che dal pubblico” – sottolinea il giornalista Massimiliano Cavaleri, direttore artistico dell’evento, che presenterà lo spettacolo insieme con le colleghe Nadia La Malfa e Marika Micalizzi. La “Gazzetta del Sud” lo ha intervistato per conoscerlo più da vicino.

Sei stato scoperto da Franco Battiato, come lo hai incontrato e cosa ti ha dato artisticamente un cantautore così importante?

Ho vissuto diversi anni a Milano alla ricerca dell’occasione musicale della mia vita, ma purtroppo nulla sembrava andare per il verso giusto. Gli studi in architettura, al Politecnico, andavano molto bene, avevo vinto una borsa di studio come art director. Scrissi un’ultima canzone, “L’indifferenza”, per mandare tutti a farsi benedire, ma dopo pochi giorni, appena tornato in Sicilia, una mia amica mi disse che Battiato aveva affittato una casa vacanze a Donnalucata; così sono rimasto quattro ore dietro un cespuglio in attesa che Battiato uscisse di casa. Appena mi vide, mi disse con aria distaccata: “C’è un ed dentro? Va bene, lo ascolto”. Il pomeriggio, tornato a casa dal mare, trovai un messaggio in segreteria, era Battiato: “Ho ascoltato l’album, veramente molto bene, ci vediamo domani alle undici in spiaggia, ciao”». Insomma a 18 anni ero andato a cercare fortuna a Milano e invece la prima grande occasione la trovai a casa mia. Sembrava tutto surreale. Mi ritrovai a casa sua a parlare di musica, arte e bellezza. Mi chiese di aprire i concerti del suo tour “Apriti Sesamo” e poi quelli con Antony and the Johnsons. Battiato è un uomo di straordinaria profondità, umanità e generosità; un artista immenso. Mi è sempre stato accanto silenziosamente, con costanza e saggezza. Non ha mai interferito nelle mie scelte, pur essendo mentore e specchio del mio percorso artistico.

Nel 2015 hai vinto tra le nuove proposte a Sanremo, nel 2019 sei tornato come autore per Patty Pravo e hai duettato con lei: il Festival è una tappa importante per un cantante, cosa significa per te?

E’ un palco magico per me. Il momento indissolubile è sicuramente legato alla mia partecipazione tra i giovani nel 2015 e al momento della vittoria. Fu per me un’emozione incredibile e inaspettata, frutto di anni di studio e di lavoro. Un nuovo inizio. Sicuramente l’altro capitolo per me emotivamente incommensurabile è stato il Festival del 2018 quando partecipai con il brano “Eterno”, che penso, ad oggi, sia la canzone a cui rimango maggiormente legato.

A proposito della tua attività di compositore hai scritto anche per tante donne (Malika Ayane, Emma Marrone, Francesca Michielin, Elodie): come scatta “la scintilla artistica autorale” con l’universo femminile? E’ più naturale per te scrivere una canzone per una cantante?

Le canzoni che ho scritto per altri nascono da un racconto che l’artista mi ha fatto e che mi ha portato poi a comporre per lei/lui. Ci sono però brani già scritti da me che hanno una loro storia in cui chi l’ascolta potrebbe anche rivedersi. Di solito con i cantanti ci vediamo, chiacchieriamo un pò e spesso da questo incontro nasce un feeling che porta poi alle collaborazioni musicali.

Nel 2017 tutor ad “Amici”: cosa si prova a stare accanto ai giovani che cercano di farcela?

Questa esperienza è stata per me uno scambio: relazionarmi con Maria De Filippi e coi ragazzi un’opportunità per scoprire parti inedite di me e condividere con loro la mia esperienza e il mio percorso. Penso che la “condivisione” rimanga uno dei fattori fondamentali dell’arte, in tutte le sue forme.

In occasione del 50° anniversario della Giornata della Terra hai rappresentato l’Italia al Festival “Pathway to Paris: Earth Day 50” con Michael Stipe dei R.E.M., Patti Smith, Johnny Depp, Flea dei Red Hot Chili Peppers, Cat Power, Ben Harper e tanti altri grandi nomi: che emozioni hai provato?  

Un onore per me rappresentare il nostro Paese in un’occasione così significativa e prestigiosa, al fianco di artisti straordinari che, come me, vivono l’arte come strumento di luce, per comunicare bellezza e valori senza tempo. Prenderci cura del nostro pianeta, è un dovere, ricordandoci sempre di essere “Ospiti” di madrenatura. La scorsa estate ho conosciuto Jesse, la figlia di Patti Smith, in maniera quasi casuale, grazie a due amici: abbiamo trascorso una serata meravigliosa insieme. Chiacchierando si è creato, da subito, un feeling particolare: abbiamo diverse esperienze musicali che ci accomunano; così ha pensato di coinvolgermi in questa magnifica iniziativa.