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L’uso delle mascherine

L’uso delle mascherine

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di Mario Pollicita

Le mascherine sono un dispositivo di protezione individuale diventato d’uso comune per affrontare l’emergenza epidemiologica da COVID-19, sindrome respiratoria causata dal nuovo Coronavirus (SARS-Cov-2). Indossare la mascherina per coprire naso e bocca è stata indicata tra le misure di sicurezza utili al contenimento ed alla gestione della malattia infettiva, in associazione alle altre raccomandazioni per la prevenzione della diffusione del SARS-CoV-2, come la corretta igiene delle mani ed il distanziamento sociale.
Pare che l’uso di questo dispositivo possa ridurre il rischio di essere contagiati dal coronavirus del 50%. Si tratta di una alta percentuale che lascia ben sperare e che è stata evidenziata da uno studio effettuato ad Hong Kong. Le mascherine consentono, infatti, di limitare la diffusione di virus a trasmissione aerea, con efficacia variabile a seconda della tipologia e delle corrette modalità d’utilizzo.
Come sappiamo, Il Coronavirus responsabile della malattia respiratoria COVID-19 (SARS-Cov-2) è un virus che si trasmette da una persona all’altra principalmente per via aerea: il patogeno ha dimensioni di 100-150 nanometri di diametro e viene veicolato da particelle liquide (droplets) che vengono emesse mentre si respira o si parla. Per contrarre l’infezione, deve determinarsi un contatto stretto con un caso infetto (ad esempio, condividere lo stesso ambiente chiuso, abitare nella stessa casa ecc.) per ‘esposizione ai droplets.

Naturalmente dobbiamo tenere presente che le mascherine devono essere considerate come misure complementari, non sostitutive alle altre raccomandazioni per proteggere la propria salute e quella degli altri: uscire solo se necessario, lavare frequentemente le mani, coprire bocca e naso con l’interno del gomito quando si tossisce o si starnutisce e mantenere almeno un metro dalle altre persone.
Bisogna fare qualche breve considerazione sull’uso delle diverse tipologie di questo dispositivo di protezione individuale: mascherine chirurgiche, FFP2 ed FFP3.
Se indossate in modo adeguato, le mascherine chirurgiche sono molto efficaci nell’impedire a chi le indossa di contagiare altre persone, in quanto limitano la diffusione nell’ambiente di particelle potenzialmente infettanti. Purtroppo, questo dispositivo medico non garantisce una protezione elevata nei confronti del virus che proviene dall’esterno per due motivi principali: non sempre aderiscono bene al volto e non hanno funzione filtrante in fase inspiratoria, pertanto non proteggono dall’inalazione di particelle aeree molto fini (aerosol). In particolare la capacità filtrante delle mascherine chirurgiche è superiore al 95% verso l’esterno e di circa il 20% dall’esterno verso chi le indossa.
Le mascherine FFP2 sono raccomandate per gli operatori sanitari che assistono individui infetti o potenzialmente infetti: le dimensioni dei pori filtranti sono più grandi di quella del virus, ma bloccano le particelle ambientali con l’effetto elettrostatico e le particelle virali che non sono veicolate sotto forma di aerosol.
Le mascherine FFP3 proteggono in modo pressoché totale: i pori filtranti sono più piccoli del virus e la capacità filtrante verso l’esterno è simile a quella delle mascherine chirurgiche. Questa tipologia di DPI è raccomandata per gli operatori sanitari che assistono individui infetti o potenzialmente infetti, in particolare durante manovre che producono aerosol.
Le mascherine FFP2 e FFP3 offrono un’elevata protezione, aderiscono bene al viso e sono disponibili in versione con e senza valvola; le mascherine senza valvola FFP2 e FFP3 proteggono chi le indossa e gli altri, sono ben tollerate e devono essere cambiate meno di frequente, perché il potere filtrante si mantiene. Se dotate di valvola espiratoria, le mascherine FFP2 e FFP3 non hanno funzione filtrante in fase espiratoria.
Le FFP3 possono essere mal tollerate da chi le indossa, per problemi di condensa che si accumula inumidendo l’interno delle mascherine e rendendo complessivamente più faticosa la respirazione. Inoltre, l’umidità riduce il potere filtrante in entrata, rendendo necessario un cambio più frequente rispetto alle altre.
Quindi, come già detto, le mascherine FFP2 ed FFP3 sono indicate per gli operatori sanitari che assistono individui affetti da COVID-19 o potenzialmente infetti, soprattutto durante le manovre mediche che producono aerosol, specie le FFP3(intubazione, broncoscopia ecc.).
Come Mettere e Togliere la Mascherina?
Prima di indossare la mascherina, lavare le mani con acqua e sapone o con una soluzione alcolica, altrimenti rischiamo di contaminare un dispositivo che poi porteremo a stretto contatto con naso e bocca
Coprire bocca e naso con la mascherina, assicurandosi che sia integra e che aderisca bene al volto;
Evitare di toccare la mascherina mentre la si sta indossando, poiché potrebbe essere contaminata. Nel caso la parte esterna venisse accidentalmente toccata, lavare le mani;
Quando diventa umida, sostituire la mascherina con una nuova e non riutilizzarla (nota: le mascherine, di norma, sono mono-uso);
Togliere la mascherina prendendola dall’elastico e non toccare la parte anteriore della mascherina;
Gettare immediatamente in un sacchetto chiuso e lavare subito le mani dopo questa manipolazione
Basta poco per cercare di salvaguardare la propria e l’altrui salute, cerchiamo di farlo e di insistere con i nostri pazienti perché lo facciano a loro volta.
Ed infine vorrei commentare insieme a voi la vignetta che mostra come il rischio di infettarsi fra due persone diminuisce nettamente quando tutte e due sono protette da una mascherina ma che la possibilità di trasmissione del virus diventa pari a zero quando si vive all’aria aperta ed in modo particolare, quando si va in barca a vela a godere del vento che soffia sul mare facendoci immergere nella natura. Ed allora, come siamo soliti augurarci tra velisti: buon vento a tutti!
Mario Pollicita