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La società in cui i commissari cadono dal pero, si pubblicano le “liste delle bocche inutili” e “ai navicanti e ‘ntenerisce il core”

La società in cui i commissari cadono dal pero, si pubblicano le “liste delle bocche inutili” e “ai navicanti e ‘ntenerisce il core”

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di Salvo Rotondo


In un sistema in cui si viene affogati in un mare di informazioni il più delle volte irrilevanti è veramente difficile mantenere il potere della lucidità. Ecco che può succedere che un commissario, nominato come responsabile dell’organizzazione sanitaria in Calabria e per garantire legalità, trasparenza e competenza (evidentemente in ordine di importanza), si dimentichi di produrre fondamentali documentazioni che poi si riflettono con conseguenza sanitarie importanti e su pesanti restrizioni governative con effetti dirompenti sull’economie e sulla libertà della popolazione.
Ma può succedere anche, a seguito di bombardamenti informativi, che in certi momenti (come diceva Pierangelo Bertoli) “il cervello non sa più pensare e cade in rifugi da pazzi e non vuole tornare”. Come è successo a Boris Jhonson quando ha invitato i propri concittadini a prepararsi a vedere morire i propri anziani per evitare una chiusura che avrebbe inciso pesantemente sulla produzione economica del paese. Diversi mesi dopo cadeva sulla stessa buccia di banana il governatore della Liguria definendo le persone anziane come “non indispensabili allo sforzo economico del paese”. Questo ci richiama la memoria del tragico destino delle “bocche inutili” come descritte da Antonio Cornazzano nella sua opera del 1476 “De re militari”:

“Quando el raccolto pur non gli bastasse

tutta l’età disutile a far facti

per lo consiglio mio fora si casse

femine, putti, vecchi, i ciechi, i matti”

In effetti sono molti gli esempi di espulsione degli “inutili”

cioè di categorie fragili non adatte al combattimento per cui superflue se non dannose in quanto bocche in più da sfamare nelle città assediate quali Pavia nel 1359, Novara nel 1495, Siena nel 1554, Malta nel 1565.

“La lucidità è potere” dice Yuval Noah Harari, è quello che manca a molti uomini che detengono l’autorità e per essa perdono lucidità e finiscono per inciampare dimenticando elementari principi di civiltà come il rispetto di chi ci ha preceduto nel compimento dello sforzo economico del paese e che oggi, al pari dei disabili e dei bambini devono essere rispettati per un principio primario di umana cultura.

La storia si ripete, Dante, nella valletta dei prìncipi negligenti scriveva “era già l’ora che volge al desio”, descrivendo come il tramonto rappresenti l’ora in cui i viaggiatori  avvertono una stretta al petto per la nostalgia. Trasponendo il tutto ai nostri tempi ed agli episodi che abbiamo prima citato, nel canto, il sommo poeta sembra invitare il lettore ad aguzzare lo sguardo alla realtà descritta, quasi a esortare a prestare più attenzione alle cose realmente di valore piuttosto che a valori che non trasmettono nulla alla comunità civile.