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Dottore, ma è vero che… Ci sono differenze tra i vaccini anti Covid-19?

Dottore, ma è vero che… Ci sono differenze tra i vaccini anti Covid-19?

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Ci sono differenze tra i vaccini anti Covid-19?
27 Gennaio 2021 di Sara Mohammad (Pensiero Scientifico Editore)
Non sempre è facile capire quali siano le differenze tra i vaccini anti Covid-19 – che, come sappiamo, sono numerosi.
Da quando è stato isolato e identificato il virus SARS-CoV-2 e ne è stata resa nota la sequenza genetica, a gennaio dello scorso anno, in tutto il mondo è iniziata la corsa alla messa a punto di un vaccino sicuro ed efficace contro Covid-19. Secondo la panoramica dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, un mese fa erano più di 200 i vaccini in via di sviluppo, di cui 52 in corso di sperimentazione clinica sulla popolazione umana, e 20 arrivati agli studi di fase 3, quelli che ne determineranno l’efficacia.
Tutti i vaccini anti Covid-19 attualmente in studio sono stati messi a punto per indurre una risposta immunitaria diretta contro la proteina S, la proteina che SARS-CoV-2 utilizza per infettare le cellule.
Ci sono però delle differenze tra i vaccini anti Covid-19, perché a seconda del meccanismo d’azione cambia il modo in cui ogni vaccino induce la risposta contro la proteina S.
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Quindi ci sono differenze tra i vaccini anti Covid-19, ma tutti lavorano per bloccare la proteina S: come mai è così importante?
Ci sono differenze tra i vaccini anti Covid-19
Il SARS-CoV-2 è costituito da un singolo filamento di acido ribonucleico (RNA), circondato da un involucro di proteine. Una di queste proteine (la proteina S, o “Spike”) viene usata dal virus per agganciarsi al recettore ACE2 sulla membrana cellulare e infettare la cellula. La proteina S gioca un ruolo cruciale non solo nel momento in cui SARS-CoV-2 fa il suo ingresso nella cellula, ma anche quando il sistema immunitario reagisce all’infezione. Fra gli studi che lo dimostrano ce n’è uno dell’università cinese di Beijing che ha permesso di rilevare anticorpi in grado di riconoscere e neutralizzare la proteina S nel plasma di pazienti con Covid-19. L’obiettivo è, quindi, realizzare un vaccino che trasferisca nell’organismo umano almeno una subunità di questa proteina, in modo da addestrare il sistema immunitario di chi lo riceve a reagire in modo efficace in caso di contagio da SARS-CoV-2.


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