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Scrivere su carta migliora l’apprendimento e le emozioni

Scrivere su carta migliora l’apprendimento e le emozioni

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di Marinella Ruggeri

La scrittura su carta sollecita la memoria e l’apprendimento attraverso la stimolazione sull’ippocampo, centro di azione neurale, sede di neurogenesi ad alta attività. La mente collega l’informazione che dobbiamo scrivere, con ciò che sappiamo, per riportare alla mente la conoscenza acquisita anche a distanza di settimane, mesi o anni. L’ippocampo è strettamente collegato all’amigdala, pertanto nella scrittura si  organizza un pensiero che appartiene alla nostra memoria, o un nuovo concetto  che si apprende, e lo si elabora anche dal punto di vista emotivo. Questa elaborazione emotiva rinforza lo stesso apprendimento. E’ esperienza comune che ciò che ci provoca gioia o ci turba, ci rimane più impresso.

La scrittura su schermo, tramite un’app di calendario su tablet, o touch-screen su smartphone non è ugualmente efficace ai fini dell’ apprendimento, e, certamente, riduce le emozioni empatiche, perché la stimolazione dell’amigdala appare ridotta davanti al pc. Quanto maggiore è il tempo trascorso con i mezzi digitali, minore diventa la capacità di vivere le emozioni, per le ridotte reazioni viscerali-motorie-neurali che si registrano con i mezzi digitali.

Le modifiche biochimiche che seguono le modifiche anatomo-patologiche dell’encefalo da dipendenza del WEB sono ormai note, scansioni RMN encefalo usate come monitoraggio su casi studiati da diversi ricercatori, evidenziano una progressiva atrofia dei lobi frontali, questi dati confermano una ridotta funzione ippocampale con conseguente ridotta stimolazione delle connessioni con le varie aree cerebrali coinvolte nell’ apprendimento fino poi a causare una perdita progressiva di tali funzioni.

Una ricerca dell’Università di Tokyo pubblicato su Frontiers in Behavioral Neuroscience ha confermato questi dati. Lo studio ha coinvolto 48 volontari che hanno letto una conversazione immaginaria tra personaggi che discutevano dei loro piani per due mesi nel prossimo futuro, inclusi 14 diversi orari di lezione, date di scadenza dei compiti e appuntamenti personali.

I ricercatori hanno eseguito analisi pre-test su volontari di età compresa tra 18 e 29 aa e reclutati da campus universitari ed uffici, suddivisi in tre gruppi. I volontari hanno registrato il suddetto programma immaginario, il primo gruppo utilizzando un’agenda cartacea ed una penna, il secondo gruppo mediante un’app di calendario su un tablet, il terzo gruppo mediante il touch-screen su smartphone. Dopo un’ora, i volontari hanno risposto a scelte multiple semplici e complesse. Mentre completavano il test, venivano sottoposti a RMN encefalo. Si è visto che i partecipanti che avevano utilizzato l’agenda cartacea sono riusciti a compilare i test in 11 minuti, gli utenti del tablet in 14 minuti, quelli di smartphone in 16 minuti. I volontari che hanno scritto su carta presentavano maggiore attività cerebrale nelle aree associate al linguaggio, alla visualizzazione immaginaria e all’ippocampo a conferma di quanto affermato.

Lo smart-working diventato strumento prevalente di lavoro, già da un anno, anche se si è rivelato una efficace risposta alla situazione attuale dovuta alla pandemia, potrebbe, utilmente, essere accompagnato dalla scrittura su carta di una sintesi dei concetti  su cui si lavora per favorirne l’immagazzinamento nei centri della memoria.

Questi dati diventano, in special modo, spunto di riflessione rispetto al metodo utilizzato, in particolare, dai nostri ragazzi sia per studiare, che per leggere, che per scrivere.

Sarebbe opportuno riprendere in mano carta e penna per favorire le funzioni cerebrali deputate alla memoria e alle emozioni, che con l’attuale sistema digitale è messo in crisi con inevitabili ripercussioni relazionali , sociali e, ahimè,  neuropsichiatriche a medio-lungo termine.