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Il sole fa bene all’acne?

Il sole fa bene all’acne?

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No, quello del sole che “asciuga” i brufoli dell’acne è un mito da sfatare. La sovraesposizione al sole è sempre dannosa per la pelle, e ancora di più lo è per i soggetti che soffrono di acne. Una esposizione moderata al sole, nelle prime ore del mattino o nel tardo pomeriggio, con una protezione solare adeguata al proprio fototipo e alle specifiche esigenze della pelle acneica, può contribuire a un miglioramento dell’aspetto della pelle, ma solo in apparenza. Questo succede perché l’incarnato, abbronzandosi, rende meno visibili le macchie preesistenti e le lesioni dovute all’acne. L’apparente miglioramento, quindi, potrebbe indurre nell’errore di considerare il sole una cura per l’acne.

In realtà, i raggi ultravioletti (UVA e UVB) provocano un danno che la pelle cerca di compensare anche aumentando la produzione di sebo (la sostanza grassa prodotta dalle ghiandole sebacee della pelle), con conseguente formazione di punti neri (comedoni), proliferazione batterica e infiammazione che sono alla base dell’insorgenza dell’acne, e che quindi ne peggiorano la condizione. Inoltre, alcune terapie contro l’acne sono a base di principi attivi fotosensibilizzanti (che interagiscono cioè con i raggi solari e possono provocare macchie e irritazioni), motivo per cui l’esposizione solare in corso di questi trattamenti è assolutamente controindicata.

Nella scheda “Abbronzarsi fa sempre bene?” un po’ di consigli su come prendere il sole correttamente, anche per le pelli più scure.

Dottore, che cos’è l’acne?

È importante spiegare cosa è l’acne, perché non si tratta dei semplici brufoli che compaiono di tanto in tanto sul viso o sul torace delle persone giovani. L’acne vulgaris è una malattia infiammatoria multifattoriale dell’unità pilo-sebacea (cioè del follicolo pilifero e della annessa ghiandola sebacea) del viso, del collo, del torace e della schiena.

Si manifesta con la presenza di comedoni (i cosiddetti punti neri), pustole (i cosiddetti brufoli), noduli e cisti.
La sua insorgenza è determinata da una serie di fattori chiave quali:

  • un aumento della produzione di sebo da parte della ghiandola sebacea in risposta agli androgeni (gli ormoni maschili);
  • un eccessivo ispessimento della pelle (cheratinizzazione) con conseguente occlusione del dotto pilosebaceo;
  • meccanismi infiammatori complessi che coinvolgono l’immunità innata e acquisita e la colonizzazione batterica dei follicoli piliferi da parte di Cutibacterium acnes, precedentemente noto come Propionibacterium acnes [1,2,3].

La comprensione della patogenesi dell’acne è in continua evoluzione: le attuali conoscenze scientifiche non permettono ancora di stabilire quale sia la causa primaria dell’acne e se ci sia una precisa sequenza degli eventi sopra elencati nella insorgenza delle lesioni acneiche.

Che cosa succede alla pelle durante l’esposizione solare?

In risposta all’esposizione alla luce del sole, la pelle mette in atto un vero e proprio processo di difesa e riparazione dei danni causati dal sole. Aumenta infatti lo spessore dello strato corneo – lo strato più superficiale della pelle, composto da più strati di cellule morte appiattite – che agisce come uno specchio, riflettendo le radiazioni UVA e UVB. La maggior parte delle radiazioni UVA e UVB però riesce a penetrare attraverso l’epidermide negli strati sottostanti raggiungendo i melanociti e inducendoli a produrre melanina – l’insieme di pigmenti responsabili dell’abbronzatura – che si deposita sui nuclei delle cellule epidermiche e che è in grado di assorbire le radiazioni UVA e UVB in modo da limitarne l’ingresso all’interno della cellula: un pericolo, in quanto danneggiandone il DNA può dare inizio a mutazioni specifiche di tipo canceroso.

Infatti, in una condizione normale di esposizione alla luce del sole, gli esseri umani sono in grado di proteggere il DNA dalle lesioni causate dai raggi UV, rimuovendone il danno attraverso meccanismi di riparazione. Quando però l’esposizione alla luce solare è eccessiva e priva di fotoprotezione, i molteplici danni del DNA possono sfuggire ai sistemi di controllo e riparazione, creando un accumulo di mutazioni. Queste mutazioni possono interessare geni, come gli oncogeni o gli oncosoppressori, che regolano la proliferazione delle cellule, e possono quindi, se mutati, causare o favorire la comparsa di un tumore della pelle.

Il sole quindi può peggiorare l’acne?

Il sole fa bene all’acne

Come abbiamo visto, l’ispessimento dello strato corneo della pelle per reazione di difesa dal danno solare e la stimolazione delle ghiandole sebacee a produrre più sebo, con possibile conseguente ostruzione dei follicoli, sede dei brufoli, possono determinare un temporaneo peggioramento dell’acne nel periodo successivo all’esposizione solare.

Tuttavia, le conoscenze scientifiche sulla patogenesi dell’acne sono ancora parziali e non ci permettono di stabilire con certezza se il sole possa effettivamente peggiorare una malattia infiammatoria multifattoriale come l’acne vulgaris.