La testata digitale dell'OMCeO Messina
 
Noterelle riabilitative del padre del libraio: “Emancipazione”

Noterelle riabilitative del padre del libraio: “Emancipazione”

Visits: 182

di Filippo Cavallaro

Mi trovo a leggere famelico le storie sui nativi americani, sarà per l’influenza di tanti film western di quando ero ragazzo, sarà perché l’avventura che vivevano quelle tribù in rapporto alla natura mi ha sempre interessato. Di fatto un nuovo romanzo storico ci porta in quell’epoca. È scritto da Louise Erdrich per Feltrinelli con il titolo di “Il guardiano notturno”. 

Negli anni 50 del secolo scorso con la legge “Termination Act”, il Governo degli USA intende emancipare i discendenti dei nativi americani, trasferendoli dalle riserve alle città, integrandoli come cittadini americani. Sembrerebbe un miglioramento, un premio, … una cosa buona. Così non è perché questo cancellerebbe la tradizionale comunità, la tribù. Allontanerebbe dalle antiche cerimonie tradizionali, folcloriche per noi, legame con gli avi per loro. Costringerebbe ad utilizzare un linguaggio comune a scapito della lingua indigena. Normalizzerebbe, silenziandolo, quello che fu un’operazione di accaparramento, di invasione, da parte degli storici conquistadores succedutesi a Cristoforo Colombo.  

Incontrata Ada, sulla sua carrozzina elettronica, le dico del libro, e, che mi viene da paragonare i nativi americani ai “nativi disabili”, coloro che erano presenti sul territorio americano da sempre, con coloro che vivono, come lei, una condizione di disabilità da sempre. Persone che nascono crescono vivono in una comunità con regole precise, dettate dalla tradizione, dagli usi, da specifiche regole sociali e culturali, e persone con disabilità che nascono crescono e vivono con un corpo che ha regole proprie, dettate dagli esiti della malattia, attivo e vivace anche se in modalità inusuali, governato grazie a strategie motorie e stili di comportamento apprese in condizioni patologiche 

Topo Muschiato, il protagonista anziano del romanzo, commenta in maniera lapidaria il testo normativo: Alla fine ad annientarci sarà una sfilza di noiose parole.  

La legge americana affermando i diritti per la tutela e l’emancipazione pratica uno sradicamento, impone la lingua, ignora e cancella gli antichi costumi. 

Ugualmente la legge includendo le persone con disabilità nel diritto alla salute afferma un’assistenza su misura che viene disattesa per abitudine. Un’abitudine consolidata sia a livello delle istituzioni che delle famiglie, le une e le altre troppo attive ad applicare direttive, linee guida, protocolli, progetti, ma sorde alle richieste della persona con disabilità. 

Pixie, altra protagonista, esprime, malgrado la giovane età, la forza dei sopravvissuti, la capacità di trovare alleanze per concretizzare e realizzare il suo sogno. 

Ricordo Giuseppe e Rosalia conosciuti a Carini e poi trovati tra i protagonisti delle storie del libro “Vite difficili” (1994) di Vincenzo Borruso. Li incontrai nuovamente a Palermo e mi feci autografare da loro, protagonisti, il libro. Giuseppe autografò sotto la frase “volere e potere”. Rosalia firmò dopo una frase più lunga “essere sé stessi e dare il meglio di sé per qualcosa a cui si crede, per migliorarci tutti assieme in questa meravigliosa vita”. 

L’autodeterminazione che molti “nativi disabili” non riescono neanche a conoscere restando protetti dalla corazza che la malattia ha costruito loro addosso, a cui si sovrappongono il riparo dato dall’amore genitoriale e l’assistenza, erogata per diritto dai servizi sociosanitari, che ne regola ogni momento della loro vita almeno fino al diciottesimo anno. 

Diritti, diritti che portano dritti dritti all’affermazione di Topo Muschiato, persone disabili protetti ma non ascoltati, assistiti ma non educati alla conoscenza ed alla comunicazione, amati ma vincolati oltre i limiti dettati dalla malattia. 

Ringrazio i tanti amici che mi hanno insegnato a lanciare il cuore oltre l’ostacolo per poi trovare il modo per andarlo a riprendere malgrado le tante difficoltà. Invito sempre tutti a perseguire le loro curiosità, a chiedere, a richiedere, a chiedere nuovamente, sempre tutto, anche l’impossibile. 

Credo che solo così, l’autodeterminazione di tutti coloro che sono disposti a lottare per affermare il diritto di essere sé stessi, pur essendo ai margini del sistema sociale, potrà essere realtà. 

Link: https://www.superando.it/2021/11/29/osservatorio-sulla-condizione-delle-persone-con-disabilita-a-che-punto-siamo/