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Lavorare da casa fa male alla salute?

Lavorare da casa fa male alla salute?

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di Sara Mohammad (PENSIERO SCIENTIFICO EDITORE)

Per ridurre i contatti fra le persone e prevenire nuove infezioni, molte aziende durante la pandemia hanno trasferito le attività lavorative dagli uffici alle abitazioni private. Si calcola che, solo in Italia, la percentuale dei lavoratori da remoto sia più che triplicata nell’arco di pochi mesi, un incremento che risulta il più alto fra quelli registrati fra gli Stati membri dell’Unione Europea [1]. Lo smart working è diventato un’occasione per i ricercatori di approfondire l’impatto che lavorare da casa può avere sulla salute.

È meno stressante lavorare da casa o in ufficio?

Nonostante sia noto che lo stress sul lavoro favorisce l’insorgenza di malattie croniche e disturbi psicologici, non si hanno ancora prove scientifiche sufficienti per stabilire con certezza la relazione fra stress e smart working. Mentre una ricerca italiana suggerisce che lavorare da remoto potrebbe alleggerire la pressione mentale ed emotiva che deriva dalla gestione degli impegni quotidiani, grazie anche al risparmio di tempo altrimenti impiegato negli spostamenti casa-ufficio e alla maggiore flessibilità nell’orario di lavoro, altri studi hanno riscontrato un incremento dello stress nei lavoratori in modalità “agile” [2,3,4].

Dottore, può dirmi di più sul rapporto fra smart working e stress?

Per capire se lavorare da casa aumenti lo stress o se, al contrario, aiuti a fronteggiarlo, incidendo positivamente sul benessere dei lavoratori, bisogna considerare una serie di fattori [5]. Da una parte, l’aumento delle distrazioni, l’impossibilità di scambiare due chiacchiere con i colleghi e, in generale, la difficoltà di conciliare gli impegni professionali con la vita privata contribuiscono ad allungare la giornata lavorativa svolta fra le mura domestiche.

D’altra parte, se gli orari di lavoro sono flessibili, se si padroneggiano le tecnologie necessarie per completare le mansioni lavorative e se si ha la possibilità di lavorare in autonomia, svolgere il proprio mestiere da casa può essere rilassante. Anche il solo fatto di poter scegliere se lavorare in ufficio o da remoto contribuirebbe a influenzare i livelli di stress in modo significativo.

Uno studio svedese realizzato su 23 dipendenti universitari, che avevano deciso spontaneamente di lavorare da casa, ha scoperto che il sistema nervoso parasimpatico era più attivo durante le ore di lavoro in smart working [6]. Poiché la componente parasimpatica del sistema nervoso autonomo favorisce uno stato di rilassamento, gli autori hanno interpretato questo dato come una prova del fatto che è meno stressante lavorare da casa piuttosto che in ufficio.

Quali sono gli altri benefici dello smart working?

Secondo l’ultimo rapporto su smart working e salute realizzato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e dall’Organizzazione Internazionale del Lavoro, lavorare da casa potrebbe favorire uno stile di vita più sano permettendo, ad esempio, di trovare il tempo necessario a preparare pasti più nutrienti e salutari del classico panino consumato alla scrivania [7].

Lo suggerisce, fra gli altri, uno studio giapponese che ha analizzato le abitudini alimentari di più di cinquemila persone durante il primo lockdown, scoprendo che i lavoratori in smart working consumavano frutta e verdura e si dedicavano alla preparazione di piatti fatti in casa più spesso dei colleghi rimasti in ufficio [8].

Il rapporto dell’OMS cita anche, fra gli effetti positivi del lavoro da remoto, una diminuzione dei valori della pressione arteriosa, un aumento dell’attività fisica e una diminuzione del consumo di sigarette e alcolici [7].

Quindi, lavorare da casa durante la pandemia ha giovato alla nostra salute?

Non proprio. Una metanalisi che ha passato in rassegna gli studi scientifici pubblicati prima e durante la pandemia sul rapporto fra telelavoro e salute cardiovascolare ha concluso che, senza le dovute precauzioni, lo smart working può peggiorare la salute di cuore e vasi sanguigni, perché lavorare da casa significa generalmente stare seduti a lungo e fare poca attività fisica [9]. In effetti la quantità di tempo dedicata al movimento tende a diminuire man mano che aumenta il numero delle ore lavorate da remoto, come indica un sondaggio condotto su circa milleduecento lavoratori in smart working e analizzato da ricercatori dell’Università di Tokyo [10].

Se a questo si aggiunge il fatto che, durante la pandemia, abbiamo incrementato il consumo di snack e bibite zuccherate e diminuito l’apporto giornaliero di vitamine e sali minerali [11], senza contare che le misure di prevenzione sanitaria ostacolavano lo svolgimento delle attività sportive e motorie, è probabile che lo smart working (almeno in tempo di lockdown) abbia inciso negativamente sulla nostra salute.

Dottore, si può fare attenzione alla salute anche lavorando da casa?

È possibile lavorare da casa con un occhio di riguardo alla salute seguendo alcuni accorgimenti. Per prevenire i dolori alla schiena e al collo, così diffusi tra i lavoratori che trascorrono diverse ore seduti davanti al computer, è consigliabile utilizzare una sedia ergonomica e una scrivania regolabile, in modo da poter collocare il centro del monitor del computer all’altezza degli occhi [7]. L’elevata sedentarietà e una cattiva postura favoriscono la comparsa del mal di schiena, soprattutto a livello delle zone lombare e cervicale, e l’insorgenza di disturbi muscoloscheletrici, che nei lavoratori da remoto sembrano accentuarsi a causa di una postazione di lavoro non adeguata [2].

Per vincere la pigrizia e mantenersi in forma, inizialmente può essere utile munirsi di un contapassi, uno strumento che tiene traccia dell’attività fisica svolta quotidianamente e che, almeno a breve termine, sembra incidere positivamente sulla sedentarietà [12]. Gli esperti raccomandano inoltre di fare attenzione all’alimentazione, limitando il consumo di prodotti confezionati e di bevande dall’apporto calorico elevato, che favoriscono l’aumento di peso [13]. Se gli spazi lo consentono, sarebbe indicato ritagliarsi un angolo fra le mura domestiche in cui potersi allenare regolarmente; se questo non è possibile, sarebbe opportuno includere nella propria routine giornaliera almeno trenta minuti di attività fisica di intensità moderata (come una camminata a passo svelto).

Infine, l’uso eccessivo delle piattaforme che consentono di riunirsi in modalità online può causare la cosiddetta “Zoom fatigue”, la sensazione di sentirsi perennemente connessi e sotto osservazione e che, alla lunga, potrebbe aumentare lo stress da lavoro [3]. Prevedere nell’arco della giornata lavorativa una serie di pause, rimanere in contatto con i colleghi, recarsi in ufficio almeno una volta alla settimana e non lasciare che gli impegni di lavoro prendano il sopravvento sulla vita privata sono altre buone pratiche che aiutano a minimizzare gli effetti negativi dello smart working sul benessere psicofisico [7,13,14].

(Fonte: https://dottoremaeveroche.it)