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Il Virus del vaiolo delle scimmie e l’etica della sessualità

Il Virus del vaiolo delle scimmie e l’etica della sessualità

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di Marinella Ruggeri

Circa una settimana fa è stato identificato il primo caso italiano di vaiolo delle scimmie. Lo rende noto l’Istituto Spallanzani di Roma: il paziente è un giovane che, rientrato da un soggiorno alle Isole Canarie, si è presentato al pronto soccorso dell’Umberto I. Il quadro clinico è risultato caratteristico e il virus è stato rapidamente identificato con tecniche molecolari e di sequenziamento genico dai campioni delle lesioni cutanee. La persona è ricoverata in isolamento in discrete condizioni generali.
Lo Spallanzani al momento, ha in cura i tre casi osservati e non presentano segni clinici di gravita’.
È stata avviata l’indagine epidemiologica, sono già stati isolati i contatti stretti. L’Istituto Spallanzani su questo ha una grandissima esperienza e si rivela ancora una volta, capofila e punto di riferimento nazionale.
Nel frattempo l’Istituto Superiore di Sanità (Iss) ha costituito «una task force composta da esperti del settore ed ha contattato le reti sentinella dei centri trasmessi al fine di monitorare continuamente la situazione nazionale». Riferisce Anna Teresa Palamara, che dirige il dipartimento di Malattie Infettive dell’Iss: «Nel paese non si registra una situazione di allarme ed il quadro è sotto controllo».
Il vaiolo delle scimmie è «un’infezione causata da un virus della stessa famiglia del vaiolo – spiega l’Iss – ma che largamente si differenzia dal vaiolo stesso per la minore diffusività e gravità. È diffuso in particolare tra primati e piccoli roditori, prevalentemente in Africa». L’infezione si trasmette dall’animale all’uomo attraverso la saliva ed altri fluidi dell’animale o il contatto diretto con l’animale. «Nell’uomo – continua l’Iss – si presenta con febbre, dolori muscolari, cefalea, linfonodi gonfi, stanchezza e manifestazioni cutanee quali vescicole, pustole, piccole croste. Si può trasmettere da uomo a uomo attraverso droplets, contatto con fluidi corporei o con le lesioni cutanee».
«È possibile che le persone che non sono state vaccinate contro il vaiolo (vaccinazione abolita in Italia nel 1981) – spiega l’Iss – siano a maggior rischio di infezione con il monkeypox per l’assenza di anticorpi che, per la similitudine del virus del vaiolo, possono essere efficaci a contrastare anche questa virosi». In questo caso gli anziani potrebbero godere di una maggiore protezione.
La malattia si risolve spontaneamente in 1-2 settimane con adeguato riposo e senza terapie specifiche. Possono venir somministrati degli antivirali quando necessario. Si stima che la malattia possa uccidere 1 ogni 100 persone colpite. Attualmente, sono stati segnalati alcuni casi in Portogallo, Spagna e da oggi anche in Italia e nel Regno Unito. Alcuni casi sono stati segnalati anche negli Stati Uniti. I casi confermati riguardano maggiormente uomini giovani omosessuali e bisessuali. L’ECDC ha attivato un sistema di allerta a livello europeo al quale partecipa l’Iss.
Le raccomandazioni prevedono di restare a casa a riposo qualora insorga la febbre e di rivolgersi al medico di fiducia in caso di comparsa di vescicole o altre manifestazioni cutanee. Come prevenzione, è importante evitare il contatto con persone con febbre e valutare con attenzione, prima di ogni contatto personale stretto o contatto sessuale, la presenza di eventuali manifestazioni cutanee inusuali (quali vescicole o altre lesioni) sulla cute del partner. Questo comportamento è utile a prevenire non solo il monkeypox ma anche altre infezioni sessualmente trasmesse.
Il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc) nell’ultimo report sul rischio «monkeypox» si esprime così:
«Il virus del vaiolo delle scimmie può causare malattie gravi in alcuni gruppi di popolazione, come bambini piccoli, donne in gravidanza e persone immunosoppresse».
E sui casi che si stanno diffondendo a livello europeo e internazionale, l’agenzia ha puntualizzato: «Sono necessarie ulteriori indagini per stimare con precisione il livello di morbilità e mortalità in questo focolaio».
L’Ecdc consiglia alle persone contagiate dal vaiolo delle scimmie di «astenersi dall’attività sessuale» e di evitare un contatto fisico stretto fino alla guarigione delle lesioni cutanee.
L’Ecdc rassicura sulla gravità dei casi rilevati finora: «La maggior parte dei casi al momento risultano essere lievi nella sintomatologia. Si può rimanere a casa con cure di supporto. Le persone infette dovrebbero rimanere isolate fino alla caduta delle croste e in particolare dovrebbero evitare contatti ravvicinati con persone immunosoppresse e animali domestici».
L’agenzia europea parla anche dei contatti stretti dei positivi al virus. «Dovrebbero auto-monitorarsi per verificare l’eventuale sviluppo di sintomi per 21 giorni dopo l’ultima esposizione». L’Ecdc continuerà a «monitorare da vicino gli sviluppi e aggiornerà la valutazione del rischio non appena saranno disponibili nuovi dati e informazioni». In totale in Europa sono stati segnalati 67 casi in nove paesi (Austria, Belgio, Francia, Germania, Italia, Paesi Bassi, Portogallo, Spagna, Svezia).
Andrea Ammon, direttrice del Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc), ha spiegato che nella maggior parte dei casi sono stati riscontrati «sintomi di malattia lievi e, per la popolazione più ampia, la probabilità di diffusione è molto bassa».
Ma l’esperta ricorda: «La probabilità di un’ulteriore diffusione del virus attraverso uno stretto contatto, ad esempio durante le attività sessuali tra persone con più partner, è considerata alta».
Pertanto evitare la PROMISCUITA’ sessuale!
L’Ecdc ha concluso la valutazione raccomandando agli Stati di concentrarsi sulla tempestiva identificazione, gestione, tracciamento dei contatti e segnalazione di nuovi casi di vaiolo delle scimmie. Intanto, il Belgio è il primo paese ad aver reintrodotto la quarantena di 21 giorni per i contagiati.
«I sintomi sono aspecifici come febbre, mal di testa, stanchezza, linfonodi ingrossati vicino alla sede delle lesioni. Ma il sintomo principale sono lesioni cutanee che possono localizzarsi in qualunque parte del corpo. C’è una distribuzione centripeta dal volto agli arti. Anche vicino ai genitali. Le pustole sono più grandi di quelle della varicella, somigliano a quelle della sifilide».
L’osservazione di questi elementi ci può aiutare ad assumere maggiore consapevolezza rispetto all’ambiente, al mondo in cui viviamo e alla nostra capacità razionale di controllare e guidare i nostri comportamenti. La notizia relativa al virus del vaiolo, non deve svilirci e trovarci impreparati, ma al contrario, aumentare in noi la voglia di tornare ad essere protagonisti costruttivi di quanto viviamo, sapendo di avere le risorse per affrontare e superare, nella misura in cui impariamo ad usare bene la nostra libertà di essere umani, cittadini del mondo!