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Bologna, l’assessore regionale alla Sanità radiato dall’Ordine dei medici per i “Taxi infermierizzati”

Bologna, l’assessore regionale alla Sanità radiato dall’Ordine dei medici per i “Taxi infermierizzati”

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Sergio Venturi

L’Ordine dei medici di Bologna ieri (30 novembre) ha radiato il dott. Sergio Venturi, assessore alla Sanità della Regione Emilia-Romagna, sotto procedimento disciplinare da poco più di un mese, per la delibera del maggio 2016 sulle autombulanze del 118 demedicalizzate: poco più di un “Taxi infermierizzato”. A nulla è valsa la strenua difesa di Venturi secondo il quale la firma è stata apposta in qualità di Assessore Regionale e non di medico.

Il governatore dell’Emilia Romagna Stefano Bonaccini in difesa dell’assessore della giunta da lui diretta ha affermato che “l’operato di un assessore e di una Giunta, in democrazia, è sottoposto al giudizio dei cittadini (o eventualmente della magistratura, se si registrano illeciti o irregolarità, ma il caso non ha nulla a che fare con questo), non di un Ordine professionale, a cui non compete certo il sindacato sulle scelte di un organo politico. Ho rispetto per tutti gli Ordini e per la loro autonomia ma ne pretendo altrettanta per l’istituzione che pro-tempore governo”.

Giancarlo Pizza, presidente dell’Ordine di Bologna

Ma il consiglio dell’Ordine di Bologna ha evidentemente ritenuto che un iscritto all’Ordine dei medici è un Medico 24 ore al giorno, 365 giorni l’anno. Tale condizione, evidentemente, non gli consente di prendere posizioni capaci di arrecare nocumento ai cittadini solo per rispondere a deregulation necessarie per rientrare nei costi di una sanità malata.

Può un atto ordinistico mettere in discussione la scelta politica di una giunta regionale?

Pur condividendo il principio che negli interessi dei cittadini gli atti medici debbano essere presi dai medici e non unilateralmente dai politici, ci chiediamo, però, quanto un atto ordinistico possa mettere in discussione la scelta politica di una giunta regionale.