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40 anni di SSN, ma può ancora migliorare

40 anni di SSN, ma può ancora migliorare

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A CURA DELLA REDAZIONE

 

La nascita del Sistema Sanitario Nazionale si deve alla legge del 23 dicembre 1978 che come molte cose in Italia necessitò di parecchi anni per essere reso operativo, ma ancora la fase di work in progress non si è conclusa.
Per chi vive in Italia ed è stato abituato a ricevere le cure gratis dallo stato è difficile comprendere come in un paese come gli Stati Uniti il sistema sanitario pubblico è quasi del tutto inesistente e chi se lo può permettere è costretto a stipulare a sue spese una polizza assicurativa privata.
Dopo la seconda guerra mondiale si sentì parlare per la prima volta di salute pubblica nella Costituzione dell’Organizzazione mondiale della Sanità (OMS), firmata nel 1946 ed entrata in vigore nel 1948 a cui veniva assegnato il concetto di «stato di completo benessere fisico, mentale e sociale» che «non consiste solo in un’assenza di malattia o d’infermità» ed afferma che «il possesso del migliore stato di sanità possibile costituisce un diritto fondamentale di ogni essere umano». Questi concetti influenzarono in maniera pesante la Costituzione Italiana che si occupò del “diritto alla salute” nel suo articolo 32. Dal 1946 al 1978 i costi delle spese mediche degli italiani erano sostenute dalle “mutue”, evolutesi dalle “società di mutuo soccorso” dove gli iscritti pagavano una quota per garantire le cure o indennità in favore di chi ne avesse bisogno in caso di incidenti, malattie o disoccupazione.
Il 1958 vide l’istituzione per la prima volta del Ministero della Sanità, le cui competenze, fino a quel momento, erano state coperte dal Ministero dell’Interno, ma bisognò aspettare la legge Mariotti del 1968 perché ospedali venissero trasformati in enti pubblici, con un proprio Consiglio di amministrazione, organizzati dalle regioni e finanziati dallo stato a piè lista, dove qualunque cittadino riceveva assistenza gratuita.
Ci vollero ulteriori 10 anni per la promulgazione della legge Anselmi N° 883 del 1978 che si proponeva il superamento «degli squilibri territoriali nelle condizioni socio-sanitarie del paese» e «la prevenzione delle malattie e degli infortuni in ogni ambito di vita e di lavoro» e il mantenimento «dell’eguaglianza dei cittadini nei confronti del servizio».
Questo è l’incipit di un interessante articolo di Silvia Bencivelli giornalista scientifica, scrittrice, conduttrice radiotelevisiva pubblicata il 20.12.2018 sulla rivista online a vocazione enciclopedica “il Tascabile” del gruppo Treccani che nessun operatore sanitario può permettersi di non leggere.

La rivoluzione del servizio sanitario nazionale