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Botta e risposta Fava-Bramanti: interrogazione su incompatibilità smontata con una nota alla stampa

Botta e risposta Fava-Bramanti: interrogazione su incompatibilità smontata con una nota alla stampa

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L’on. Claudio Fava

In pensione dal 1 ottobre 2019 da dipendente dell’Università di Messina ma con un incarico quinquennale affidato in data 8 maggio 2016 a direttore scientifico dell’Ircccs Bonino Pulejo. E’ una delle anomalie segnalate in una interrogazione presentata dall’onorevole Claudio Fava all’assessore alla Salute, Ruggero Razza, sulla nomina di Placido Bramanti.

Nell’interrogazione l’esponente di Articolo Uno segnala come, nonostante la procedura di messa in quiescenza, il professor Bramanti mantenga a tutt’oggi il contratto di prestazione d’opera con la struttura dell’Irccs. “Successivamente alla nomina di cui oggetto della presente interrogazioni si legge nella nota – il professor Bramanti risulta eletto come consigliere comunale di Messina alle elezioni del 2018 in qualità di “miglior perdente” tra i candidati sindaco concorrenti alla carica”.

A questo punto, Fava chiede all’assessore di sapere  “se non ravvisi il concreto rischio di esistenza di profili di incompatibilità con la carica attualmente ricoperta in seno all’Irccs “Bonino-Pulejo” derivanti dalla mutata condizione lavorativa dello stesso professor Bramanti”. Fava chiede inoltre se non esista anche una questione di “inopportunità derivante dall’incarico politico ricoperto, ad oggi, dal professor Bramanti”.

La nomina di Bramanti nasce da un bando pubblicato il 21 luglio 2015 sulla Gazzetta Ufficiale. All’articolo 2 del bando si legge alla lettera C che non possono partecipare alla selezione dello stesso coloro che sono in quiescenza o saranno collocati a riposo entro i tre anni successivi alla pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale. Teoricamente quindi, Bramanti potrebbe rimanere in servizio fino al prossimo anno ma una sentenza del Consiglio di Stato del 2009 sancisce che tutti i professori universitari, ordinari e associati, non possono andare oltre al limite del 70esimo anno di età. Bramanti è nato il 18 luglio 1949.

Ecco la risposta del prof. Bramanti inviata alla stampa ieri:

Il prof. Dino Bramanti

“Pur essendo la sua richiesta rivolta all’Assessorato della Salute, considero doveroso dare ai cittadini ogni utile informazione sull’interesse che l’on. Fava ha rivolto alla mia persona. Sul perché di questa interrogazione e perché proprio in questo momento bisogna chiedere a lui. Ritengo che il mio operato sia ben lungi dalla sua sfera di competenza (mi riferisco ai criminali mafiosi ovviamente) non solo perché nel mio lungo corso di lavoro pubblico non ho mai riportato alcuna condanna ma anche perché ritengo di aver operato nell’interesse dei cittadini e soprattutto dei più bisognosi in termini di salute, di scala sociale e di lavoratori.

I dubbi posti riguardano la prosecuzione dell’incarico di Direttore Scientifico dell’IRCCS a seguito della quiescenza universitaria dal primo ottobre 2019 e la compatibilità/conferibilità/eleggibilità (e perché no di presentabilità) nella qualità di consigliere comunale nonché l’opportunità a ricoprire questi ruoli. A tutti i quesiti giuridico-amministrativi rispondono le norme vigenti. Senza alcun dubbio il Ministero della Salute ha tagliato corto affermando che “non sussistono profili ostativi alla proseguibilità dell’incarico del Prof. Bramanti di Direttore Scientifico fino alla scadenza contrattuale del 2021”. Per quel che riguarda la presunta incompatibilità, la giurisprudenza si è più volte espressa evidenziando che tali norme si applicano solo ed esclusivamente al Direttore Generale, Sanitario o Amministrativo delle Aziende Sanitarie e non al Direttore Scientifico, chiarendo ogni possibile dubbio interpretativo sul secondo punto. Quanto poi all’inopportunità, questo aspetto non è governato da leggi o interpretazioni amministrative e si riferisce ad una semplice considerazione, se sul piano pratico sia opportuno, o meno, svolgere queste attività laddove la legge, come già visto, le rende possibili e assolutamente compatibili. Ritengo che per la competizione elettorale a Sindaco di Messina, il Presidente della Regione e l’Assessore della Salute abbiamo supportato la mia candidatura non per via della carriera politica precedente priva di tessere, o per l’impegno e l’esperienza in tale ambito, ma per le competenze professionali-gestionali ricadenti sulle strutture pubbliche e, nello specifico, nel settore scientifico e sanitario e per i risultati lavorativi conseguiti in ambito economico e lavorativo nel massimo della trasparenza amministrativa riconosciuta a livello nazionale. Per questo motivo ho accettato e mi sono impegnato, per quanto possibile, in questo ruolo che si riverbera ancora oggi dagli scranni del Comune ai laboratori di ricerca, alle degenze, ai consessi nazionali ed internazionali. Pur non confliggendo e senza incorrere in dimenticanze o commistioni sia in campagna elettorale che dopo, ho sempre cercato di portare il meglio della mia esperienza e del mio lavoro a chi ha avuto e ha ancora bisogno di noi, e proverò a farlo ancora fino alla fine della mia attività. Senza condanne e con la coscienza e la competenza di chi ha fatto della appartenenza alla sua terra e della qualità dei suoi concittadini terreno di confronto extraregionale con tutti e di orgoglio siciliano. Sono consapevole dei risultati tangibili e spero universalmente interpretabili fin qui raggiunti in ambito lavorativo. Se questo è un crimine e per di più di stampo mafioso, lasciatemi dire che finora non ho capito nulla di nulla. Ma è pur certo che lo rifarei!”.