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Attività fisica dopo i 64 anni

Attività fisica dopo i 64 anni

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di redazione

L’iniziativa dell’Istituto Superiore di Sanità per cercare di ottenere valori affidabili sullo stato di salute e di indipendenza della popolazione con più di 64 anni del nostro Paese ha istituito la “Sorveglianza Passi D’Argento” (dal cui sito sono stati ricavati i dati di seguito esposti). Questo tipo di sorveglianza costituisce un moderno approccio cominciato che prende in considerazione alcuni aspetti di salute e di malattia e li segue, producendo in tempo utile un’informazione per gli amministratori, per chi opera nel sistema sanitario, per gli ultra64enni stessi e per le loro famiglie, in maniera tale da offrire a tutti un’opportunità per fare meglio proteggendo e promuovendo la salute, prevenendo le malattie e migliorando l’assistenza per questo gruppo di popolazione. Tutti aspetti che incidono considerevolmente non solo sulla qualità della vita, ma anche sulla sopravvivenza media.


Passi d’Argento consente di valutare l’attività fisica negli ultra 64enni, attraverso uno strumento specifico, il Pase “Physical Activity Scale for elderly”. Il Pase è uno strumento validato a livello internazionale, e specifico della popolazione anziana, che consente di “quantificare” i livelli di attività fisica raggiunta dalle persone di 65 anni e oltre, considerando le attività comunemente svolte da persone di questa età (come passeggiare, fare giardinaggio, curare dell’orto, fare attività domestiche o piccole riparazioni e prendersi cura di un’altra persona) senza enfatizzare le sole attività sportive o ricreative, che pure vengono prese in considerazione.


Per ogni intervistato il Pase restituisce un punteggio numerico che tiene conto del tipo di attività svolta nei 7 giorni precedenti l’intervista, della sua intensità e del tempo dedicatovi. A valori elevati di Pase corrispondono elevati livelli di attività fisica. Le domande del Pase sono somministrate solo alle persone autonome nella deambulazione e considerate valide solo per gli intervistati che non abbiano fatto ricorso all’aiuto di un familiare o persona di fiducia (proxy) per sostenere l’intervista. Nel campione 2016-2018 il Pase è dunque stimato sul 72% degli intervistati, poiché il 22% non è eleggibile al Pase (11% per mancanza di autonomia nella deambulazione e il 11% per aver fatto ricorso al proxy) e il 5% dei casi viene escluso per informazioni incomplete.

L’attività fisica negli anziani misurata attraverso il Pase (72% del campione totale)
Il valore medio del punteggio Pase è pari al 95 ed è per lo più sostenuto dalle attività domestiche (79) come prendersi cura della casa o dell’orto, fare giardinaggio o prendersi cura di una persona, meno dalle attività di svago (26) come passeggiare, andare in bici o fare attività fisica strutturata. Il punteggio Pase si riduce significativamente con l’aumentare dell’età (da 103 nella fascia 65-74 anni scende a 67 tra gli ultra 85enni); è più basso fra le donne (91 vs 101 fra gli uomini), tra coloro che hanno molte difficoltà economiche (84 vs 102 di chi non ha difficoltà) e tra chi ha un livello di istruzione basso (89 fra coloro che hanno al più la scuola elementare), fra chi vive solo (91 vs 97 di chi non vive solo) e fra i residenti nel Meridione (85).


Camminare fuori casa è l’attività maggiormente praticata tra quelle di svago, oltre la metà degli intervistati (60%) ha riferito di aver fatto una passeggiata a piedi (o in bici) nella settimana precedente l’intervista, ma complessivamente circa il 25% riferisce di dedicarsi a una attività di svago strutturata, per lo più leggera (16%) come la ginnastica dolce, meno si dedicano ad attività fisica moderata (5%) come il ballo o la caccia, o pesante (3%) come il nuoto, la corsa, o l’attività aerobica o attrezzistica.

Le attività domestiche sono praticate dalla gran parte degli intervistati, la cura della casa (dalla pulizia alle attività più pesanti) resta prerogativa delle donne (97% fa attività domestiche leggere, il 57% anche pesanti vs il 53% e 35% rispettivamente fra gli uomini); anche il giardinaggio come la cura di un’altra persona sono prerogative femminili, mentre piccole riparazioni o la cura dell’orto sono più frequenti fra gli uomini. Tra le attività indagate vi è anche il lavoro considerato attività fisica se di tipo dinamico: l’8% degli ultra 64enni svolge un lavoro (10% fra gli uomini e 5% fra le donne), di questi meno della metà ne svolge uno durante il quale deve camminare o viene richiesto uno sforzo fisico. La frequenza delle persone che praticano qualunque tipo di attività fisica considerata dal Pase si riduce con l’avanzare dell’età.


Dimensione della sedentarietà

Considerata la grande variabilità e il declino che accompagna fisiologicamente l’invecchiamento è difficile identificare un valore soglia del punteggio Pase che discrimini le persone fisicamente attive dalle persone sedentarie. A questo scopo si è ricorsi alla distribuzione in percentili dei punteggi Pase e si è, convenzionalmente, identificato il 40° percentile, corrispondente al punteggio Pase di 76, come “valore soglia” al disotto del quale i livelli di attività fisica possono essere considerati insufficienti o comunque migliorabili, dal momento che la gran parte delle persone (60%) raggiunge livelli di attività fisica più elevati. Pertanto la definizione di “sedentario” si basa sul punteggio Pase e si applica a quelle persone con un Pase inferiore a 76 (corrispondente al 40° percentile di pool). In sintonia con i valori medi del Pase, la quota di sedentari cresce al crescere dell’età (raggiunge il 62% dopo gli 85 anni), è leggermente maggiore fra le donne, tra coloro che hanno molte difficoltà economiche (47% vs 33% di chi riferisce di non avere difficoltà economiche) o un basso livello di istruzione anche se non è trascurabile fra i laureati, è maggiore fra chi vive solo. La variabilità regionale è ampia, la proporzione di sedentari varia dal 22% nella PA di Trento al 55% della Basilicata, è comunque mediamente più elevata nelle regioni meridionali.

L’attività riabilitativa tra le persone non autonome nella deambulazione (11% del campione totale)

Circa l’11% degli intervistati ha problemi nella deambulazione; fra questi circa 1 su 10 riferisce di praticare ginnastica riabilitativa: sono soprattutto i più giovani, fra i 65 e i 74 anni (17%), le persone economicamente più agiate (14%) o più istruite (18%) ed è più frequente fra i residenti al Centro-Nord (17% vs 11% del Sud).


Il consiglio da parte dell’operatore sanitario (100% del campione totale)
Nonostante sia diffusa la conoscenza dell’importanza di praticare attività fisica ai fini del benessere psico-fisico degli anziani si rileva che solo il 28% degli ultra 64enni, negli ultimi 12 mesi precedenti l’intervista, ha ricevuto da parte di un medico o altro operatore il consiglio di fare attività fisica.

Importanza per la salute

Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), per attività fisica si intende “qualunque sforzo esercitato dal sistema muscolo-scheletrico che si traduce in un consumo di energia superiore a quello in condizioni di riposo” (1). L’attività fisica praticata regolarmente induce numerosi benefici per la salute, aumenta il benessere psicologico e svolge un ruolo di primaria importanza nella prevenzione delle malattie cronico degenerative (2). Adeguati livelli di attività fisica svolta con regolarità sono, infatti, in grado di:

  • ridurre il rischio di condizioni patologiche (ipertensione, patologia coronarica, infarto, diabete, tumore della mammella e del colon, depressione) e di cadute;
  • migliorare lo stato di salute e il funzionamento del sistema muscolo- scheletrico;
  • aiutare a controllare il peso corporeo migliorando il bilancio energetico dell’organismo.

Gli adulti di età superiore ai 65 anni possono essere considerati fisicamente attivi anche grazie alle attività svolte nel tempo libero e nel contesto quotidiano, familiare e comunitario (ballare, fare giardinaggio, nuotare), al trasporto attivo (camminare o andare in bicicletta), alle faccende domestiche e alle attività ricreative, oltre che allo sport o all’esercizio pianificato ed eventualmente al lavoro (se l’individuo è ancora impiegato).

Il contesto internazionale e nazionale

Studi recenti condotti a livello globale mostrano che quasi un terzo della popolazione mondiale è inattivo o parzialmente inattivo (2). Tale prevalenza tende a rimanere sostanzialmente invariata nel corso del tempo. Nella maggior parte dei Paesi si osserva un divario tra uomini e donne (queste ultime sono meno attive), nonché un forte gradiente legato allo sviluppo economico: la prevalenza di inattività è doppia nei Paesi in via di sviluppo rispetto a quelli a sviluppo avanzato (3). Il livello di attività fisica rappresenta un predittore di sopravvivenza: in tal senso, un livello corrispondente a 30 minuti di camminata quotidiana sarebbe associato a una riduzione di quasi il 10% della mortalità a 7 anni (4). In Europa, secondo studi recenti, l’Italia presenta la più alta proporzione di adulti che non praticano attività fisica (5).

Livello raccomandato di attività fisica*

I livelli di attività fisica raccomandati per gli anziani sono:

  • almeno 150 minuti di attività fisica aerobica di intensità moderata, o almeno 75 minuti di attività fisica aerobica intensa a settimana, o una combinazione di attività aerobica intensa e moderata per un tempo totale equivalente;
  • l’attività aerobica deve essere svolta in frazioni non inferiori ai 10 minuti e distribuita nell’arco della settimana.

Per benefici aggiuntivi di salute, le raccomandazioni Oms indicano ulteriori fattori: 300 minuti a settimana di attività fisica aerobica di intensità moderata oppure 150 minuti a settimana di attività fisica aerobica intensa oppure una combinazione equivalente di attività a intensità moderata e intensa, più un’attività di rafforzamento dei p gruppi muscolari 2 o più volte a settimana. Nella popolazione ultra 64enne e in particolare nelle persone con mobilità ridotta, per migliorare l’equilibrio e prevenire le cadute, sono raccomandati esercizi specifici (camminare: all’indietro, di lato, sulle punte, sui talloni; alzarsi in piedi da seduti) almeno 3 giorni a settimana. Tali raccomandazioni sono rivolte a individui sani, senza differenze per caratteristiche socio demografiche ma anche ad anziani con patologie croniche o con disabilità che, qualora non riuscissero a raggiungere i livelli di attività fisica raccomandati, potrebbero necessitare di programmi personalizzati. Ad ogni modo, il concetto che sostanzia le raccomandazioni Oms è che, in tutte le fasce di età, la pratica costante di attività fisica, seppure al di sotto dei livelli raccomandati, è comunque in grado di produrre benefici (6).

* L’intensità è il livello di sforzo richiesto per svolgere un’attività. Chi svolge un’attività aerobica moderata riesce a parlare, ma non a cantare, durante lo svolgimento. Chi svolge un’attività aerobica intensa riesce a pronunciare poche parole nella pausa tra un respiro e l’altro.

Come Passi d’Argento misura l’attività fisica

Il sistema di sorveglianza Passi d’Argento consente di valutare l’attività fisica praticata dagli ultra 64enni in modo differente in relazione alle capacità individuali di deambulazione. Agli intervistati a mobilità ridotta è chiesto se praticano ginnastica riabilitativa; alle persone che camminano autonomamente è somministrato il questionario Physical activity scale for elderly (Pase), uno strumento validato a livello internazionale che misura l’attività fisica abituale praticata dagli anziani negli ultimi 7 giorni, distinta in: attività di svago e attività fisica strutturata; attività casalinghe/sociali; attività lavorative. In relazione all’attività fisica dichiarata dall’intervistato si calcola un punteggio che considera: tipo di attività svolta, intensità e tempo dedicato; ad alti valori di Pase corrisponde maggiore attività fisica (7, 8).

Politiche di prevenzione della sedentarietà

L’inattività fisica è definita pandemica in quanto accresce ulteriormente i costi sia economici sia sociali determinati a livello globale dalle patologie altrimenti evitabili. Pertanto, l’Oms ha lanciato un piano d’azione globale di contrasto alle malattie attribuibili alla sedentarietà mirato a ridurre l’inattività fisica del 10% entro il 2025 e del 15% entro il 2030 (9) e anche promosso la sorveglianza internazionale sui fattori di rischio delle patologie croniche: da 20 Paesi coinvolti nel 2000 si è passati a 122 nel 2008, e a 146 nel 2010 (10). Poiché i dati nazionali di sorveglianza degli ultimi anni non hanno rilevato variazioni significative di tendenza, è poco probabile che gli obiettivi del piano di azione globale potranno essere raggiunti nei tempi previsti. A dispetto delle lungimiranti programmazioni per la promozione dell’attività fisica, i singoli Paesi dovranno quindi aumentare le risorse mobilitate e realizzare interventi di maggiore efficacia perché si apprezzino incrementi sensibili nei livelli di attività fisica praticata dalla popolazione.

Riferimenti e risorse utili

  • World Health Organization. Global recommendations on physical activity for health. Geneva: WHO; 2010. https://www.who.int/dietphysicalactivity/publications/en/
  • Sallis JF, Bull F, Guthold R, et al. Progress in physical activity over the Olympic quadrennium. Lancet 2016; 388: 1325–36.
  • Ding D. Surveillance of global physical activity: progress, evidence, and future directions. Lancet Glob Health. 2018 Oct;6(10):e1046-e1047.
  • Muscari A, Bianchi G, Forti P, Giovagnoli M, Magalotti D, Pandolfi P, Zoli M; Pianoro Study Group. Physical Activity and Other Determinants of Survival in the Oldest Adults. J Am Geriatr Soc. 2017 Feb;65(2):402-406.
  • Haider S, Grabovac I, Dorner TE. Fulfillment of physical activity guidelines in the general population and frailty status in the elderly population: a correlation study of data from 11 European countries. Wien Klin Wochenschr. 2018 Nov 12
  • De Mei B, Cadeddu C, Luzi P, Spinelli A (Ed.). Movimento, sport e salute: l’importanza delle politiche di promozione dell’attività fisica e le ricadute sulla collettività. Roma: Istituto superiore di sanità; 2018. (Rapporti ISTISAN 18/9). http://old.iss.it/binary/publ/cont/18_9_web_rev.pdf
  • Washburn RA, McAuley E, Katula J, Mihalko SL, Boileau RA. The physical activity scale for the elderly (PASE): evidence for validity. J Clin Epidemiol. 1999 Jul;52(7):643-51.
  • Covotta A, Gagliardi M, Berardi A, Maggi G, Pierelli F, Mollica R, Sansoni J, Galeoto G. Physical Activity Scale for the Elderly: Translation, Cultural Adaptation, and Validation of the Italian Version. Curr Gerontol Geriatr Res. 2018 Aug 8.
  • WHO. The global action plan on physical activity 2018–2030. 2018. http://www.who.int/ncds/prevention/physical-activity/gappa/action-plan
  • WHO. Stepwise Approach to Chronic Disease Risk Surveillance (STEPS). 2003. https://www.who.int/ncd_surveillance/en/steps_framework_dec03.pdf

Indicatori Passi d’Argento: attività fisica

La domanda sull’attività fisica praticata mediante il questionario Pase (Physical Activity Scale for the elderly) è posta ai rispondenti definiti eleggibili, ovvero le persone in grado di camminare in maniera autonoma e di sostenere l’intervista senza l’aiuto di un familiare o persona di fiducia (proxy). Alle persone che non sono in grado di camminare o che riescono a farlo solo se aiutate da qualcuno è stato chiesto se praticano ginnastica riabilitativa.

Il questionario Pase è uno strumento validato e utilizzato a livello internazionale,

è semplice e considera le attività comunemente svolte da persone anziane non enfatizzando quelle sportive e ricreative. Il periodo di riferimento è breve e permette di tener conto dei possibili limiti di memoria degli intervistati.

L’informazione raccolta riguarda le attività praticate nei 7 giorni precedenti l’intervista e distinte in:

  • attività di svago e attività fisica strutturata
  • attività casalinghe/sociali
  • attività lavorative.

Il questionario Pase restituisce per ogni intervistato un punteggio numerico che tiene conto del tipo di attività svolta, della sua intensità e del tempo dedicatovi. Nel calcolo del punteggio ogni attività partecipa con un preciso peso specifico che riflette in qualche modo l’intensità dello sforzo fisico necessario per compierla. Il punteggio Pase totale, riferito a ogni individuo, è stimato sommando i punteggi ottenuti per le singole attività svolte dal rispondente, secondo lo schema sotto riportato.

Scheda indicatore: prevalenza di persone fisicamente attive definiti con punteggio Pase

* La disabilità nel deambulare viene misurata attraverso una delle 6 voci dell’Index of Independence in Activities of Daily Living di Katz (Index of Adl o Katz Index), uno strumento di misura dell’indipendenza funzionale nelle attività di base della vita quotidiana. Tale indice valuta la capacità di compiere sei attività, che consentono il soddisfacimento di bisogni fisiologici e di sicurezza fondamentali della persona e la cui compromissione determina uno stato di dipendenza funzionale.