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Un Act Tank per ridisegnare il futuro della Sicilia: l’idea condivisa da Musumeci, Razza e De Molli

Un Act Tank per ridisegnare il futuro della Sicilia: l’idea condivisa da Musumeci, Razza e De Molli

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Speranza: “Costruire un grande Patto Paese”. Musumeci: “Maggiore fiducia alle Regioni”.
Raspanti (CEI): “Lotta alle diseguaglianze e sviluppo sostenibile”. Maggino: “Mettere al centro il benessere dei cittadini”. Il presidente Commissione Finanze della Camera Mattarin: “Non conta quanto ma come si spende”

 
 
 
Sicilia chiama Cernobbio: un Act Tank per ridisegnare il futuro della Sicilia: è l’idea condivisa da Nello Musumeci, Ruggero Razza e Valerio De Molli in occasione del Forum Meridiano Sanità Sicilia. “Molto orgoglioso dei risultati dell’evento concluso stamane – ha detto il CEO di The European House – Ambrosetti De Molli – non ci soddisfa più attivare solo un Think Tank per la Sicilia, ma vogliamo passare all’azione con un Act Tank insieme con la Regione”. Cernobbio risponde all’appello emerso durante il confronto a più voci al Teatro Bellini di Catania che ha aperto i lavori con un videomessaggio del ministro della Salute Roberto Speranza: “Costruire un grande Patto Paese immaginando il Sistema Sanitario Nazionale del futuro, in cinque mesi abbiamo investito più risorse che in cinque anni, continuiamo a dare benzina ai motori della sanità che domani dovrà essere improntata sul concetto della prossimità: la casa sarà il primo luogo di cura. Una nazione può ripartire solo con una solida capacità di risposta sanitaria e quindi il domani dell’Italia passa dalla forza del nostro SSN”.
La mattinata, moderata dalla giornalista RAI Monica Maggioni, ha visto la partecipazione del governatore Musumeci, che ha lanciato un assist al premier Giuseppe Conte: “Serve maggiore fiducia nei presidenti delle Regioni da parte del governo centrale: sul territorio abbiamo noi la percezione reale dei bisogni, nessuno meglio di noi conosce gli umori della gente”. Poi l’appello per la posa della prima pietra dell’ospedale di Siracusa atteso da 40 anni: “In Sicilia abbiamo investito 2 miliardi di euro in infrastrutture sanitarie – ha ricordato il presidente – ora aspettiamo il dpcm per il nuovo nosocomio siracusano”. Musumeci ha fatto riferimento allo studio di The European House – Ambrosetti, promotore dell’evento in collaborazione con CEFPAS, sull’attrattività e competitività degli ecosistemi salute e sulle potenzialità dell’Italia e della Sicilia: “Dobbiamo investire nel turismo sanitario e nel termalismo – ha detto il governatore – abbiamo 11 stazioni termali nell’isola, uno sforzo importante è stato fatto, ad esempio, per quelle di Acireale e Sciacca”. Infine un ribadito secco no al numero chiuso per i corsi di laurea in Medicina e Chirurgia: “Non possiamo interrompere sul nascere i sogni di tanti nostri giovani”.
Avere un orizzonte di medio e lungo termine, decidere una visione strategica, scegliere poche priorità per concentrare le energie: sono le tre linee guida per la ripartenza indicate da De Molli nella sua relazione: “Bisogna ripartire da innovazione, tecnologie di frontiera e filiere industriali – ha detto – definire un Piano straordinario per le infrastrutture, sia fisiche che digitali per essere competitivi e mirare ad uno sviluppo produttivo sostenibile e inclusivo. Dal 2009 al 2017 gli investimenti pubblici si sono ridotti dal 3,4% al 2,0% del PIL: si tratta di minori stanziamenti cumulati per più di 124 € miliardi. Senza investimenti non c’è lavoro. Senza lavoro non c’è crescita. Senza crescita non c’è futuro. Tra le proposte di De Molli quella di far diventare la Sicilia un HUB di turismo sanitario mettendo a sistema le competenze specialistiche sanitarie con l’enorme patrimonio culturale e naturalistico”.
Le opportunità di rilancio del sistema socio- economico sono state analizzate da altri illustri ospiti: il responsabile gestione e sviluppo Relazioni Infrastrutture e PA della Cassa Deposito e Prestiti Alessandro Angelini: “Le difficoltà causate dal covid-19 sono state affrontate dal nostro gruppo adottando misure eccezionali di supporto immediato agli enti territoriali, con una maggiore vicinanza al territorio e sostegno al sistema infrastrutturale. L’ambizione è mobilitare 25 miliardi € verso la Pubblica Amministrazione e le infrastrutture nel triennio 2019-2021. Gli elementi distintivi del gruppo CDP lo rendono un attore chiave nel programma di ammodernamento e rilancio delle opere infrastrutturali in Italia; anche se negli ultimi anni la qualità è migliorata, il gap con i paesi europei rimane ancora elevato”. A seguire, l’A.D. di Mediocredito Centrale Bernardo Mattarella: “Il ruolo del fondo di garanzia è stato potenziato per offrire un supporto concreto alle imprese: 89 miliardi di garanzie sono già state prestate al sistema; l’obiettivo è superare i 100 mrd. La Pubblica Amministrazione sembra non essere costruita per fare ma soltanto per normare: questo è il vero cantiere di riforma da tenere presente. L’intervento del presidente del Consiglio delle Rappresentanze Regionali e per le Politiche di Coesione Territoriale di Confindustria Vito Grassi si è concentrato sul riequilibrio delle divergenze del Paese e sul potenziale del nostro Paese che a livello sanitario ha dimostrato di poter fare moltissimo. Incisivo il vicepresidente e assessore regionale all’Economia Gaetano Armao: “Nel 2023 il Paese uscirà dalla crisi, ma nel Mezzogiorno non sarà così; dobbiamo accelerare il rimbalzo, serve una grande accelerazione sul Sud e sulla Sicilia”. Il presidente della Commissione Finanze della Camera dei Deputati Luigi Marattin ha invitato a tornare a parlare di crescita, partendo innanzitutto dal capire perché non siamo cresciuti in tutti questi anni: “Non conta quanto ma come si spende; bisogna necessariamente evitare il rischio di allocare male le tante risorse che stiamo ottenendo”.
Tra gli ospiti, il vicepresidente CEI e vescovo di Acireale mons. Antonino Raspanti: “Le varie componenti della società devono essere chiamate insieme per capire cosa si è disposti a fare collettivamente – ha evidenziato – c’è bisogno di risorse, di aumentare l’ammontare della ricchezza generale per evitare scontri generazionali. Salute, benessere, lotta alle disuguaglianze e sviluppo sostenibile”. Ha ricordato poi che il gap tra Nord e Sud è soprattutto culturale. Secondo il direttore del Dipartimento Occupazione, Lavoro e Affari Sociali dell’OCSE Stefano Scarpetta: “I tre punti cruciali da affrontare sono: risolvere la crisi sanitaria, adottare le misure in risposta alla crisi, ricostruire un’economia e una società più inclusiva e resiliente. L’impatto della crisi da covid – ha sottolineato Scarpetta – è stato più grave per le persone più svantaggiate, aggravando le disuguaglianze. I programmi di sostegno all’occupazione sono stati utilizzati su vasta scala e andranno differenziati per sostenere le fasce più vulnerabili. Bisogna sostenere i giovani perché non ci sia una ‘generazione covid’ con grandi difficoltà di accesso al mercato del lavoro”. In chiusura, la presidente della Cabina di Regia “Benessere Italia” della Presidenza del Consiglio dei Ministri Filomena Maggino: “E’ necessario un cambio di paradigma: rimettere al centro il benessere dei cittadini. Bisogna puntare su cinque linee programmatiche da realizzare: rigenerazione equo sostenibile dei territori, mobilità e coesione territoriale, transizione energetica, qualità della vita ed economia circolare”.

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