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Il ruolo della ricerca di base nella medicina

Il ruolo della ricerca di base nella medicina

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Intervista alla Prof.ssa Giuseppina Rizzo
Ordinario di Anatomia presso il Dipartimento Medicina Clinica e Sperimentale UniME

Nell’Aula Magna del Rettorato il 12 Maggio si è svolto un seminario intitolato “Dalla ricerca morfofunzionale nel campo della segnalazione cellulare alla Clinica”, rivolto agli studenti dei CdS in Medicina ed ai docenti di settore.

I lavori sono stati inaugurati dal Rettore, Prof. Salvatore Cuzzocrea, attualmente Presidente della CRUI e introdotti dalla Prof.ssa Giuseppina Rizzo, Ordinario di Anatomia Umana afferente al Dipartimento di Medicina Clinica e Sperimentale diretto dal Prof. Giovanni Raimondo. La relazione è stata tenuta dal Prof. Lucio Cocco, Ordinario di Anatomia Umana presso l’Università Alma Mater Studiorum di Bologna, Presidente della Società Italiana di Anatomia e Istologia ed Editor-in-chief della rivista Advances in Biological Regulation.

Oggi la medicina riveste ancor più che nel passato una responsabilità importantissima nella società odierna. La recente pandemia ha sicuramente confermato che senza l’apporto della scienza e della medicina nessun problema può essere affrontato e nessuna sfida può essere superata.  La voglia di fare e il senso di dovere che caratterizzano i giovani ricercatori hanno consentito all’intera collettività di riabbracciarsi e ritornare alla “normalità”. Gli ultimi anni, quindi, ci hanno sicuramente insegnato l’importanza della ricerca scientifica e come questa debba sempre essere pronta per affrontare e superare le sfide che si presentano. La Professoressa Rizzo, rivolgendosi agli studenti ha sottolineato l’importanza della ricerca come miglioramento del benessere della società, e come questa non possa prescindere dalla ricerca morfologica di base quale substrato importante per la ricerca trasversale in ambito clinico.

Il Prof. Lucio Cocco è riconosciuto in campo internazionale uno dei padri nel campo della segnalazione inositide-dipendente grazie al suo personale contributo, ovvero, aver individuato l’esistenza di un ciclo nucleare dei fosfoinositidi. Nella sua relazione il Prof Cocco ha correlato la segnalazione inositide-dipendente a patologie quali distrofie miotoniche, sindromi mielodisplastiche, sindromi maniacali e glioblastoma umano, dimostrando l’interdisplinarietà e la complementarietà fra scienze mediche di base e clinica.

La Professoressa ha inoltre sottolineato che nonostante l’argomento fosse assai complesso, i giovani hanno seguito con attenzione e hanno ben compreso le motivazioni che ci spingono alla ricerca e a guardare necessariamente avanti; non basta soffermarsi solo su un  argomento ma bisogna andare oltre e avere sempre di più la visione di insieme. La pratica clinica cresce di pari passo alla ricerca scientifica, e deve essere sempre più chiaro che il sacrificio di uno sarebbe vano senza l’aiuto dell’altro, la voglia di fare, provare e condividere deve essere più forte della paura di non riuscire. Oggi sempre di più vi è la necessità di fare squadra, specializzarsi, diventare eccellenza e trasferire il sapere agli altri, in modo da poter crescere più rapidamente e diventare esperti in campo scientifico. Per fare questo bisogna sicuramente partire dalla ricerca scientifica di base, le cui discipline rappresentano il primo momento del percorso formativo dei futuri medici. L’Università rappresenta la naturale casa del sapere, della cultura e della formazione, ma oggi più di ieri sente forte anche la responsabilità di creare nelle nuove generazioni la giusta curiosità che rappresenta il motore della ricerca in modo da trovare in futuro trattamenti terapeutici adeguati alle patologie ancora non curabili.

Vorrei concludere invitando ad una riflessione sull’epigenetica, la nuova frontiera terapeutica, ricordando che nel secolo scorso l’embriologo e biologo Conrad Hal Waddington studiò l’insieme dei meccanismi con cui le cellule rispondono agli stimoli e quindi si differenziano durante lo sviluppo embrionale gettando le basi dell’epigenetica moderna.

Buona ricerca a tutti

Prof.ssa Giuseppina Rizzo

Dipartimento Medicina Clinica e Sperimentale UniME