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Franz Riccobono: riflessioni di Aldo Di Blasi                                                

Franz Riccobono: riflessioni di Aldo Di Blasi                                                

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Si è svolta nella suggestiva cornice della Chiesa dei Catalani a Messina, giorno 10 maggio u.s., la “Terza Giornata in memoria di Franz Riccobono”, organizzata dagli “Amici del Museo” e dall’Arciconfraternita della SS.Annunziata dei Catalani, di cui lo scomparso storico era confrate.

C’è differenza fra lo storico e lo storiografo.
Lo storiografo è una  persona   che ‘scrive di storia’, con lo scopo di conservare il ricordo del passato e  trasmetterlo da una generazione all’altra.
La storia è la ricostruzione di quanto è accaduto nel passato da parte di studiosi che per passione o per professione si dedicano alla ricerca di documenti sugli accadimenti trascorsi relativi a un personaggio, un popolo, una nazione, uno Stato, una civiltà, o una cultura, per darne una narrazione e una spiegazione. 

Franz Riccobono è uno storico.
Socio fondatore dell’associazione Amici del museo di Messina, è stato in prima linea durante le scoperte archeologiche in Città, nei dintorni e sui Colli, ha raccolto, custodito e catalogato una miriade di documenti e reperti, utilizzati per le sue numerose pubblicazioni e ha diretto per la casa editrice Edas la collana “Messina e la sua storia”.

Franz non si limita a elencare i fatti, gli eventi, ma li commenta, li spiega, anche con idee controcorrente, come quando non ritiene che ci sia stato il maremoto dopo il movimento tellurico nel 1908.  

Egli ha condiviso il pensiero dello storico e politico italiano Massimo Luigi Salvadori : ”Conoscere la storia è un bisogno insopprimibile dell’essere umano. Per sapere chi siamo dobbiamo sapere da dove veniamo: chi non ha memoria del passato è come un individuo che si trova in mezzo a un deserto senza avere punti di riferimento”.

Franz è consapevole però che ai nostri tempi, pervasi di edonismo, futili interessi e ricerca del facile successo, molte persone, giovani in particolare, non sentono più questo bisogno di sapere , per cui è necessario imboccarli col cucchiaino, coinvolgendoli.

Come Tucidide, Franz era convinto dell’utilità di “conoscere il passato per capire il presente e orientare il futuro.”   

Da qui le sue iniziative divulgative, come la seguitissima trasmissione televisiva Fatti Rifatti,  alla scoperta di luoghi significativi del messinese e le rubriche sui giornali cittadini.

Ho conosciuto Franz tramite i comuni amici Nino Sfameni, Nino Principato, Giacomo Scibona, Giovanni Molonia, Antonino Sarica, Sergio Di Giacomo, Vittorio Di Paola. Con quest’ultimo, vera memoria storica cittadina  (che mi ha supportato nelle ricerche storiche sul IX Quartiere, di cui sono stato Presidente per dieci anni e che mi ha fatto iscrivere alla Società di Storia Patria),  Franz condivideva  con passione la rivalutazione del regno borbonico e l’avversione per “l’aggressione” garibaldina.

Quando entravo nel   negozio di Franz, per me, che sono un appassionato di cose antiche, era  come accedere nel Paese delle Meraviglie, ammirando quelle preziosità e rarità raccolte con passione e catalogate meticolosamente e di cui ricordava tutto. Ricordo con gratitudine il dono (che conservo gelosamente) di una pagina a stampa del Poliorama Pittoresco, rivista illustrata pubblicata dal 1836 al 1860 nel Regno delle Due Sicilie, con la biografia e il ritratto di un mio probabile antenato, Ilario Antonio De Blasio, Cavaliere  di Gran Croce e Presidente della Corte Suprema di Giustizia del Regno delle Due Sicilie, nato nel 1763.

Ancora, nel farmi omaggio, il 4 ottobre 1985 di una copia del  suo prestigioso volume “Messina Mercantile e le sue Fiere”, nella dedica autografa mi scrisse: “Ad Aldo Di Blasi, antico messinese, paladino delle nostre migliori tradizioni, con viva simpatia”. 

Aveva apprezzato la pubblicazione di due volumi, il San Leone (con Rocco Sisci e Franco Chillemi) e il IX Quartiere San Leone (con Nino Principato), nonché la collocazione di lapidi marmoree commemorative in varie zone del Quartiere, per ricordare personaggi  (come Giovanni Pascoli, il poeta Boner, l’aviatore Boer, lo scienziato Mečnikov) e fatti storici dimenticati e suscitare di conseguenza negli abitanti l’orgoglio dell’appartenenza. Ho spesso fruito delle sue consulenze e dei suoi scritti, dimostratisi importanti ed essenziali, per i miei articoli.  Ci siamo visti l’ultima volta in occasione del giorno del Ricordo per le Vittime delle foibe e degli Esuli Giuliano-Fiumano-Dalmati nella piazzetta in Via Istria. Franz, che aveva pubblicato con l’amico Adolfo Berdar, esule fiumano, il volume “Le Meraviglie dello Stretto di Messina”, rimase stupito e fu nel contempo lieto di apprendere da me che Messina aveva avuto un altro Esule prestigioso, il Prof. Gaetano Livrea.  
Questi, Ordinario di Fisiologia Umana (fu mio stimato Professore), Rettore della nostra Università dal 1975 al 1983, menzionato nell’Albo d’Onore dell’OMCeO di Messina, era profugo dalla città istriana di Pola. Ivi  era nato il figlio Paolo, mio caro Amico e Collega di Medicina all’Università di Messina, poi  emigrato a Bari, ove iniziò una luminosa carriera, divenendo Direttore del Dipartimento di Neuroscienze ed Organi di Senso e  Preside della Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università di Bari, e fu anche nominato “Commendatore della Repubblica” dal Presidente della Repubblica Italiana.

L’instancabile impegno di Franz Riccobono non deve rimanere vano.
Ci ha lasciato una eredità di valori che non deve essere dispersa e sono fiducioso che i suoi estimatori e amici  continueranno la Sua opera, in pieno accordo e condivisione, mantenendo vivo l’amore per Messina mediante una capillare divulgazione culturale.