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Quello che la foto non dice: “La Cascata”

Quello che la foto non dice: “La Cascata”

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A cura di Daniele PassAro

“LA CASCATA”

Se volete riconciliarvi con il pianeta terra, se volete coglierne tutte le essenze ed in un solo momento tornare alla natura incontaminata, lo Sri Lanka è il posto che fa per voi.

Invitato più volte dal nostro (ormai) amico, e quasi familiare Tyrone, che per anni ha amorevolmente accudito i miei suoceri molto malati, abbiamo deciso di visitare “il paese” (come lo chiama lui) e trascorrere il capodanno (ed i giorni a cavallo di quella data ) in Sri Lanka.

E il “paese” si è mostrato a noi – senza pudore – in tutte le sue incredibili ed incontaminate bellezze.

Quando ero bambino si chiamava Ceylon e quest’isola lontana, per la sua forma particolare e la sua vicinanza alla costa indiana era stata soprannominata lacrima dell’India. Oggi è una Repubblica e si chiama Sri Lanka ma è sempre il paese dell’eterna primavera e del tè.

Spiagge da sogno, luoghi e templi coloratissimi ed antichi come non mai, città meravigliose (come Kandy), montagne ricoperte di piante da tè che da lontano sembrano ammantante di muschio; cascate meravigliose e altissime (la nostra cascata delle Marmore a confronto è solo un piccolo salto d’acqua).

E poi aree incontaminate dove puoi fare safari fotografici meravigliosi incontrando senza difficoltà tigri, elefanti, bufali, coccodrilli ed uccelli meravigliosi….. e poi la giungla, meravigliosa e misteriosa.

Immaginate un paese – poverissimo – dove le religioni buddista, indu, cattolica e musulmana convivono con una naturalezza imbarazzante frutto, probabilmente, dell’animo gentile e tollerante dei suoi magnifici e dolcissimi abitanti nei quali la religiosità è incredibilmente forte e diffusa.

Quando sono andato in questo luogo incredibile la guerra thamil era finita e con essa il genocidio che – mi dicono – l’ha risolta.

Ma veniamo alla foto di oggi.

Andavamo lungo una strada di montagna per raggiungere una piantagione di tè, ed incontravamo, sempre più sorpresi e stupiti, a mano a mano che ci si avvicinava alla vetta, una dopo l’altra cascate meravigliose ed altissime.

Improvvisamente, dopo una curva, ed al di là di un piccolo ponte, a pochi metri da noi ecco la cascata più bella.

Era fragorosa ed altissima, e là dove l’acqua precipitava prima di diventare un impetuoso torrente, formava tra un tripudio di rocce, un piccolo laghetto.

In questo laghetto – alla vista di tutti e saltellando da una roccia all’altra -una numerosa famiglia formata da un padre panciuto, una madre ancora giovane e quattro ragazzine (tra cui due bambine), con i vestiti coloratissimi e leggeri che loro usano portare, faceva la doccia sotto lo spruzzo violento della cascata,

Erano tutti felici ed incuranti del mondo.

Ho subito immaginato la foto che avrei voluto fare e che – puntuale – è arrivata.

Volevo fotografare la bimba più piccola, isolata dagli altri, vestita della sua tutina mentre sullo sfondo la cascata scorreva impetuosa.

Devo dire che ho atteso molto che l’immagine si componesse così come l’avevo immaginata (e “vista”) ancor prima che accadesse, e l’attesa è stata premiata.

A questa foto sono molto affezionato.

Ecco i dati di scatto (dati c.d. exif) per chi fosse interessato

Nikon D90 – Nikon 28-300 – 1/320 sec. f/5,6 300 mm