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Slow food: le mele

Slow food: le mele

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Aneddoti e curiosità

Sembra che le mele abbiano rappresentato un cibo quotidiano già da circa 6500 anni a.C. L’origine del frutto sembra provenire dall’Asia Centrale, poi diffusosi in occidente attraverso le strade dell’Impero Romano. Questo frutto è di uso tanto comune da riscontrarsi in varie icone storiche o fantastiche, talora religiose e talora di marketing come: Adamo ed Eva, Biancaneve , Guglielmo Tell, Apple, Isaac Newton, Alan Turing, Beatles, NewYork.

Alle falde dell’Etna, fino al ‘700, erano presenti boschi fitti e talora impenetrabili. Nei secoli successivi, per opera di un massiccio disboscamento, di variate condizioni socio-economico-politiche, crisi dei mercati e diversi eventi eruttivi del vulcano si sono determinati importanti mutazioni della morfologia del territorio.

Nella agricoltura etnea sono comparse così la vite e frutteti d’alta quota soprattutto nei versanti sud-ovest e nord-est dell’Etna ottenendo dei prodotti caratterizzati dai sapori e dagli aromi particolari legati al tipo di terreno ed al clima di alta quota che infonde al prodotto una particolare resistenza ai parassiti. Una particolarità delle mele dell’Etna è rappresentata dalla coltivazione in terreni scoscesi per cui, nel corso dei secoli, sono stati creati dei caratteristici terrazzamenti che, non consentendo l’uso di macchinari agricoli, hanno reso indispensabile una coltivazione secondo metodi tradizionali con raccolta manuale, fino a fine ottobre, di frutti non completamente maturi.

La maturazione si completa in magazzino da novembre a dicembre fino ad aprile attraverso una calibratura manuale e sistemazione in cassette proteggendo il frutto con striscioline di carta.

Buono, pulito e giusto

Le antiche mele dell’Etna rappresentano un presidio Slow Food che abbraccia una ben più ampia coltivazione di alberi da frutta presenti alle pendici del vulcano, simbolo di una ricchissima biodiversità. Le mele di questo territorio sono di piccole dimensioni, ma molto aromatiche e saporite. Ce ne sono di diverse varietà, come la “Cola”, che prende il nome da un convento di San Nicola di Nicolosi, e che sono bianche con piccoli puntini e dal sapore leggermente acidulo, la “Gelato”, dal colore giallo paglierino e dolcissima, la “Gelato Cola”, che rappresenta una via di mezzo fra le prime due, di aspetto più oblungo e dal colore giallino ed infine la “Cirino”, ormai quasi introvabile con una buccia azzurra e venature rossastre. Negli ultimi decenni queste antiche colture vengono progressivamente abbandonate per lasciare spazio alle più redditive mele Golden e Red Delicious, ed è grazie al lavoro di alcuni pochi produttori che sul territorio etneo stanno cercando di non far andare nell’oblio questi frutti antichi e rappresentativi di colture e tradizioni legate al tessuto sociale contadino dell’Etna. Alcuni di questi produttori del presidio Slow Food realizzano inoltre delle confetture di queste antiche mele dell’Etna, con risultati davvero eccellenti per gusto ed intensità aromatica. Un’altra piccola mela, inserita nell’Arca del Gusto di Slow Food, è la Melina Lappedda, che si produce prevalentemente a San Pier Niceto e che è preservata dalla comunità Slow Food della valle del Niceto. Questa melina di colore verdino, fino a giallo tenue a completa maturazione, si caratterizza per i profumi suadenti ed il gusto delicatissimo.

Proprietà salutistiche

Fra i motivi che giustificano il detto “una mela al giorno leva il medico di torno” ci sono quelli della quasi assenza nelle mele dei grassi per questo motivo se consumate regolarmente possono, insieme ad una dieta adeguata, coadiuvare un contenimento del colesterolo LDL e favorire l’incremento di quello HDL. Le mele hanno in genere un basso contenuto degli zuccheri, almeno quelle acidule e quindi ben tollerate dai diabetici per il loro basso indice glicemico, contengono inoltre circa il 2% di fibre, fra cui la pectina, che fermentando nell’organismo produce acido butirrico, utile in diverse patologie legate al colon irritabile. Le mele hanno grandi quantità di potassio e diverse vitamine, fra cui la vitamina B, la B1, utile nell’inappetenza e la B2 che facilita la digestione. A tal proposito la mela se mangiata cruda ha proprietà astringente, se invece viene mangiata cotta è un buon rimedio per la stipsi. Le mele possono considerarsi un buon alimento per combattere i radicali liberi per la presenza di polifenoli e della vitamina C, che contribuisce alla protezione delle cellule dallo stress ossidativo. Da segnalare inoltre la presenza della quercitina con attività favorenti le azioni antinfiammatorie ed antivirali.

In cucina

Le mele di per sé vengono di solito utilizzate come frutta a colazione o alla fine dei pasti principali. Esse, però hanno trovato un vasto impiego in pasticceria anche casalinga.

Ricetta:

TORTA DI MELE COLA

INGREDIENTI:

Per questo tipo di dolce si utilizza una tortiera a forma di ciambella del diametro di circa 30cm.

  • 1 kg di mele cola
  • 200 g di farina bianca
  • 160 g di zucchero
  • 50 g di burro
  • 2 uova
  • ½ bicchiere di latte
  • 1 bustina di lievito per dolci
  • 2 limoni non trattati
  • 1 bustina di vanillina

PROCEDIMENTO

Si tagliano le mele a fettine e si pongono in una ciotola, avendo cura di bagnarle con succo di limone per non farle ossidare.

Le uova vengono montate intere a frusta con lo zucchero, fino a ottenere un composto spumoso. Si unisce quindi la farina setacciata, poi il burro fuso nel latte tiepido, la scorza dell’altro limone, la bustina di vanillina e il lievito. Il composto ottenuto si lavora fino ad ottenere una preparazione liscia e omogenea. Si versa metà del composto nella tortiera opportunamente imburrata e infarinata e si dispongono una parte delle fettine di mela omogeneamente distribuite all’interno dell’impasto.

Sia aggiunge l’altra metà dell’impasto e l’altra metà delle mele.

Si inforna in forno statico preriscaldato a 180°C per circa 40 minuti. A cottura ultimata si lascia raffreddare, si ripone su un adeguato piatto da portata e si cosparge di zucchero a velo.