La testata digitale dell'OMCeO Messina
 
Fra un viandante ed un ambulante: “Ho visto passare gli anni migliori della intera mia esistenza tra letti di malati, sofferenze” …

Fra un viandante ed un ambulante: “Ho visto passare gli anni migliori della intera mia esistenza tra letti di malati, sofferenze” …

Views: 64

di Filippo Cavallaro e Filippo Faillaci

“Ho visto passare gli anni migliori della intera mia esistenza tra letti di malati, sofferenze, dolori e racconti dolenti senza poter cestinare neanche un solo file, che fosse uno, dal mio desktop cerebrale: un difetto di fabbrica.” Confidava il viandante.
Rispondeva l’ambulante: “Questo condividere la tua esperienza personale, ora che sei più libero da lacci e lacciuoli, è apprezzabile, perché permette, seppur in maniera informale, di condividere delle idee, che a lei, egregio viandante, sono rimaste particolarmente impresse.”

V: “Ho assistito ad una infinità di conferenze, convegni, congressi di riabilitazione senza un solo fisioterapista tra i relatori, ed ho letto di commissioni di lavoro istituzionali formate da 20 tra medici e funzionari prendere decisioni di fisioterapia a maggioranza, casualmente talvolta con un solo fisioterapista.”
A: “Hai ragione. Sarebbe come far disputare una partita ai presidenti, ai direttori tecnici, agli arbitri ed agli allenatori, ma non ai calciatori.”

V: “Ho visto acquisti inutili costati moltissimo al Ssn e non ho visto acquisti di attrezzature utili per la riabilitazione ed al paziente forse perché costavano troppo pochi soldi.”
A: “Entrare nel caso specifico dicendo cosa si sarebbe potuto fare in innovazione tecnologica senza un quadro completo delle competenze dei terapisti è inopportuno, ma mi sento di dire una cosa:
Nessun medico ha il diritto di dire al Fisioterapista cosa deve fare. si tratta di due professionisti, si dovrebbe limitare a prescrivere la fisioterapia, perché valutazione, impostazione degli obiettivi, programma e verifica della metodologia applicata… è compito del fisioterapista, sua responsabilità diretta. Loro non hanno studiato né tantomeno sono abilitati a fare fisioterapia.”

V: “Purtroppo a livello culturale paghiamo pegno di una visione medico centrica in cui, soprattutto per il paziente, vale più la parola del medico.”
A: “Sai che ho letto prescrizioni di fisioterapia e riabilitazione che avrebbero potuto scrivere anche degli analfabeti? Non c’era bisogno di una laurea in Medicina e chirurgia.”

V: “Sta ai fisioterapisti di provare a sfondare questo muro e fare un po’ di educazione sanitaria… spesso anche ai medici (che grazie al cielo non sono tutti così). Ma anche con loro è importante instaurare una discussione chiara e costruttiva perché anche loro fondamentalmente non ci conoscono.”
A: ” … Se l’alleanza terapeutica è compromessa con il paziente e la famiglia, al di là del caso, è sempre meglio interrompere … Se i tentativi sono stati vani … Per il bene del paziente … Io la penso così.”


V: “Carissimo compagno di strada cosa pensi delle prescrizioni … fine vita?”
A: “Mi sono state recapitate prescrizioni di fisioterapia per pazienti pochi giorni prima che morissero, anche poche ore prima.”

V: “Anche a me è capitato. C’era un collega che ci scherzava su … ipotizzando poteri miracolistici …
Direi che anche questo può dipendere dal fatto che non ci conoscono. Anche se non riesco a cancellare dalla memoria tutta la mia esistenza, ora ci tocca far qualcosa … Un caffè?”