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Antimicrobico-resistenza e antibiotici: dare priorità a interventi e strumenti che incentivano la ricerca e sviluppo e che favoriscano l’accesso e la disponibilità degli antibiotici Reserve

Antimicrobico-resistenza e antibiotici: dare priorità a interventi e strumenti che incentivano la ricerca e sviluppo e che favoriscano l’accesso e la disponibilità degli antibiotici Reserve

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Si è tenuto oggi l’evento “Valore e sostenibilità degli antibiotici quali strumenti indispensabili per il sistema sanitario e la salute delle persone” realizzato da The European House – Ambrosetti con il contributo non condizionante di Shionogi. Durante l’incontro, esperti e Istituzioni si sono confrontati sullo stato dell’arte della disponibilità di antibiotici, in particolare di quelli cosiddetti Reserve (antibiotici di ultima istanza e utilizzati solo nei casi più gravi, quando tutte le altre alternative non hanno avuto successo, come, per esempio, per le infezioni multi-resistenti), e su quali misure e strumenti sia a livello di finanziamento che di valutazione di prezzo e rimborso possono incentivare gli investimenti in ricerca e sviluppo di nuovi antibiotici e contrastare l’antimicrobico-resistenza (AMR).
L’AMR provoca ogni anno 4,3 milioni di infezioni e 79.000 morti nei Paesi OCSE, portando, nello scenario peggiore, a un costo sanitario annuo per il trattamento delle complicazioni causate dalle infezioni resistenti pari a 28,9 miliardi di dollari e oltre 36,9 miliardi di dollari ogni anno in termini di perdita di produttività fino al 2050.
Il fenomeno dell’AMR è complesso e si correla a diverse cause quali, ad esempio, l’aumentato e inappropriato uso di questi farmaci, non solo sull’uomo ma anche in zootecnia e in agricoltura; l’incremento delle infezioni correlate all’assistenza (ICA) causate da microrganismi antibiotico-resistenti e una maggiore diffusione dei ceppi resistenti dovuta anche alla globalizzazione. Secondo l’ultimo Rapporto OCSE sull’AMR, entro il 2035, senza adeguati provvedimenti, nei Paesi in cui si registrano le più alte percentuali di AMR, si potrebbe raggiungere un livello di resistenza fino al 90% per alcune specifiche infezioni. Questo significa che i sistemi sanitari saranno sempre più vicini all’esaurimento delle opzioni per curare i pazienti affetti da malattie gravi, come ad esempio, polmoniti e infezioni del sangue.
L’AMR va affrontata con una strategia unitaria e multidimensionale, che include la sensibilizzazione della popolazione e dei professionisti della salute sulla gestione appropriata delle prescrizioni antibiotiche, ma anche l’introduzione di politiche e incentivi volti a favorire la ricerca e lo sviluppo di nuovi antibiotici
Il processo di ricerca e sviluppo di un nuovo antibiotico è oggi estremamente complesso e rischioso: secondo dati OCSE, solo l’1,5% delle molecole in pipeline accedono alla pratica clinica, un rapporto che scende a 1 su 30 per le nuove classi di antibiotici. Attualmente si dispone quindi di un numero limitato di questi farmaci: dal 2017, infatti, sono stati approvati solo 12 nuovi antibiotici, 10 dei quali appartengono a classi esistenti che riportano già meccanismi di resistenza antimicrobica, mentre solo uno è efficace contro entrambi i patogeni CR Acinetobacter baumannii e patogeni CR Pseudomonas aeruginosa, patogeni più difficili da trattare e prioritari per l’OMS. Anche per questa ragione, secondo l’OMS, lo sviluppo di nuovi trattamenti antibatterici risulta inadeguato per affrontare la sfida globale dell’AMR.
Gli antibiotici sono di conseguenza un investimento ad altissimo rischio e pongono quindi un problema di sostenibilità dell’investimento da parte dell’azienda. Questa situazione sottolinea l’enorme unmet need clinico e l’urgente necessità di rendere più attrattiva e competitiva la R&S di antibiotici, specialmente per quelli di tipo Reserve.