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Carlino Mezzolitro e, l’Isola “Tristezza”

Carlino Mezzolitro e, l’Isola “Tristezza”

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Disegno di Giovanna Certo

“Ecco un’altra avventura di Carlino Mezzolitro, il personaggio inventato da Francesco Certo, protagonista delle sue “favolette morali”.

Un giorno, un uomo, anziano, detto Il Saggio parlò, di un’isola lontana, chiamata Tristezza.

Disse che là le persone viveva pensando a sé, al massimo ai loro parenti, e non sempre.

Si, i soldi non mancavano, erano quasi tutti ricchi: “Tristezza” era infatti strapiena di petrolio,

grano, si stava bene insomma.

Ma gli occhi erano giù, il passo lento, compassato, triste per l’appunto.

Nell’isola non c’erano feste, non si ballava, non si cantava, non ci si abbracciava.

Non esisteva il Natale, nessuno si faceva i regali, si comprava tutto per sé.

Tranquilli e tristi.

Carlino Mezzolitro, partì, voleva vedere, pensava che il vecchio saggio mentisse,

fece un lungo viaggio, prese un traghetto che, pensate, dopo una settimana di

navigazione lo portò a Tristezza.

Era tutto vero.

Che pena!

I bambini senza giocattoli, i cinema, i teatri chiusi, un silenzio rotto dal passo

di persone stanche, senza voglia, senza poesia.

Eppure in quel mondo così melanconico, c’era una consolazione, una sola.

Tutti, tutti, ma dico proprio, tutti, all’imbrunire andavano sul lungomare

per vedere il tramonto.

Vedere quella palla rossa, gettarsi nel mare azzurro riempiva loro il cuore,

anche se per pochi minuti. Poi si tornava al solito trantran, si aspettava

la notte, che avrebbe portato un nuovo giorno, uguale agli altri, monotono.

Carlino Mezzolitro, guardava incredulo, quasi avvolto dall’umore così tetro

di quella gente.

Passarono alcuni giorni, una sera di luna piena, si sentì una voce tenebrosa,

echeggiò in tutte le case.

  • Maledizione, maledizione su voi!

Poi il silenzio, il terrore, ma poi nulla, il silenzio.

Si andò a dormire turbati.

Arrivo l’alba, la voce aveva colpito! Era scomparso il mare!

Si, l’isola Tristezza non era più circondata da acqua, solo roccia,

un enorme canyon. Gli uomini si preoccuparono che mancasse il prezioso liquido,

che si morisse di sete, no, nessun problema.

Ma era scomparso il mare.

Furono interpellati i più grandi scienziati della Terra per capire, ma tutti

scrollarono le spalle.

Si cominciò allora a parlare di un Mago, un Mago maligno.

Il sindaco di Tristezza decise di intervenire e convocò tutti gli

abitanti nella grande piazza, anche se non sapeva perfettamente cosa

dire, un po’ come tutti i politici.

Carlino Mezzolitro eludendo la sorveglianza salì sul palco.

  • Cittadini, il momento è tragico, ma ne usciremo se, se, se (pausa).

E mentre l’autorità cercava di uscire dall’impasse, Carlino

si fece il piccolo fiasco, si, avete capito bene, il Mezzolitro.

Puntò diritto negli occhi il Sindaco.

  • Se, se, se, ci daremo la mano e inizieremo a guardarci.

La platea, ubbidì con qualche riluttanza: il primo fu un bambino

di quattro anni che afferrò una vecchia carica di rancori.

Sembrò quasi risentita, poi guardandolo lo prese in braccio,

si commosse, e la lacrima di quella donna corse veloce, veloce,

più bella della luce fino alla spiaggia, si gettò nelle profondità

della roccia e inizio a moltiplicarsi, all’infinito, diventando mare.

Il sindaco, le persone sentirono il frastuono di onde, applaudendo,

ora felici.

Così torno il mare a Tristezza e Carlino Mezzolitro poté partire per

una nuova avventura.

Da quel giorno, all’imbrunire, i cittadini, guardano il tramonto tenendo

un bambino in braccio.

di Francesco Certo