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Civiltà medica: certificazione vaccinale, possibile obbligo solo per l’antimorbillosa

Civiltà medica: certificazione vaccinale, possibile obbligo solo per l’antimorbillosa

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di Giuseppe Ruggeri

 

Il presidente della Commissione Sanità del Senato, Pierpaolo Sileri, assicura di star lavorando in questi giorni a una possibile modifica dell’emendamento di legge che abolisce l’obbligo della certificazione vaccinale ai fini della frequenza scolastica. Tale certificazione prevede, com’è noto, l’attestazione d’effettuata esecuzione della vaccinazione trivalente morbillo-parotite-rosolia quale requisito per accedere regolarmente alle lezioni.
L’obbligo vaccinale sancito dalla L. n° 119/2017, infatti, potrebbe essere introdotto come “obbligo flessibile”, secondo quanto previsto dal DDL depositato da un gruppo di senatori (primi firmatari Stefano Patuanelli del M5S e Massimiliano Romeo della Lega). L’artificio adoperato dai firmatari dell’emendamento dà luogo a un autentico “pastiche” all’italiana, visto che comunque l’obbligo vaccinale rimane, ma viene rimossa l’esclusione dalla frequenza scolastica e lasciata soltanto la sanzione amministrativa. Come dire, insomma, se non volete vaccinare i vostri figli sappiate che essi potranno continuare a frequentare le scuole, basta che paghiate per il disturbo.
Tutto ciò trascurando il fatto che la rosolia, quando contratta in epoca di gravidanza, può provocare malformazioni irreversibili nel prodotto del concepimento, e la parotite, dal canto suo, comporta spesso complicanze di non poco conto a carico dell’apparato riproduttivo maschile.
Il Presidente della Commissione Sanità del Senato vorrebbe adesso offrire un “contentino” agli addetti ai lavori, provando a confermare l’obbligo della certificazione scolastica limitatamente alla sola vaccinazione antimorbillosa. Sulla base di quali e tanto dirimenti rilevazioni statistico-epidemiologiche, non è dato saperlo.
La categoria non può che compattarsi dinanzi a tali inquietanti tentativi di destabilizzare, fin dalle radici, il nostro sofferto ma prezioso “welfare state”.
Anche questa è civiltà medica.