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Dovrei scegliere cosa mangiare in base al mio gruppo sanguigno?

Dovrei scegliere cosa mangiare in base al mio gruppo sanguigno?

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di SARA MOHAMMAD (PENSIERO SCIENTIFICO EDITORE)

Seguire un’alimentazione sana aiuta a mantenersi in salute e può essere un fattore determinante nella prevenzione di alcune malattie. Ma è possibile prevedere la dieta più indicata per la propria salute in base alla genetica? Secondo il naturopata statunitense Peter D’Adamo, per ottenere dall’alimentazione i maggiori benefici, ognuno dovrebbe scegliere cosa mangiare in base al proprio gruppo sanguigno.

Negli anni successivi alla sua pubblicazione, il libro di D’Adamo ha guadagnato una vasta popolarità, riflettendo una crescente tendenza culturale verso l’individualizzazione della dieta e del benessere. In un’epoca in cui il concetto di personalizzazione ha guadagnato terreno in molti aspetti della vita, dall’abbigliamento alla medicina, la dieta dei gruppi sanguigni ha offerto una promessa attraente di nutrizione personalizzata basata su un fondamento biologico apparentemente scientifico.
Ma siamo sicuri ci siano evidenze a conferma di questa affermazione? A oggi, la risposta è no.

Dottore, cosa prevede la dieta dei gruppi sanguigni?

La teoria alla base della dieta dei gruppi sanguigni parte dalla premessa che il sistema di classificazione del sangue nei gruppi A, B, AB e 0 riflette la storia dell’alimentazione umana e sostiene che i benefici per la salute derivanti dall’alimentazione sarebbero influenzati dal gruppo sanguigno di appartenenza [1].

Secondo questa teoria, gli individui 0 sono considerati “i cacciatori”: chi appartiene a questo gruppo dovrebbe seguire un’alimentazione ricca di proteine animali, perché lo 0 sarebbe stato il gruppo sanguigno più comune fra i primi esseri umani, che vivevano come cacciatori e raccoglitori e si nutrivano prevalentemente di carne.

Gli individui del gruppo A, invece, sono considerati “gli agricoltori”, perché la comparsa di questo gruppo sarebbe coincisa con la nascita dell’agricoltura. Al contrario del gruppo 0, queste persone godrebbero di una salute ottimale se seguissero un regime alimentare a base di cibi di origine vegetale e privo di carne.

La dieta consigliata agli individui del gruppo B, “i nomadi”, comprenderebbe “il meglio del regno animale e vegetale”. Questi individui sarebbero inoltre gli unici a tollerare latte e latticini.

Infine, per il gruppo AB, indicato come “l’enigma”, le raccomandazioni alimentari sarebbero una via di mezzo fra quelle del gruppo A e quelle del gruppo B.

È considerata attendibile?

La dieta dei gruppi sanguigni ha avuto molto successo, nonostante la comunità medico-scientifica abbia espresso pareri fortemente contrari al riguardo. Come ha concluso una revisione della letteratura scientifica, pubblicata nel 2013 sulla rivista American Journal of Clinical Nutrition, nessuno studio scientifico ha mai dimostrato che i gruppi sanguigni siano comparsi in seguito all’evoluzione di nuovi stili alimentari né che siano in grado di influenzare gli effetti sulla salute di un certo tipo di dieta [2].

Gli autori della revisione hanno inoltre sottolineato la necessità di condurre ulteriori studi che, all’interno di un determinato gruppo sanguigno, permettano di confrontare i presunti benefici della dieta dei gruppi sanguigni con quelli di un regime alimentare standard. Nessuno degli studi selezionati dai revisori per confermare o smentire la validità scientifica delle ipotesi di D’Adamo includeva un gruppo di controllo, cioè un gruppo di persone che continuava a seguire la propria dieta abituale. Una condizione necessaria, questa, per dimostrare che i benefici attribuiti all’alimentazione sono influenzati dal gruppo sanguigno di appartenenza.

Se la dieta dei gruppi sanguigni è inattendibile, come mai molte persone che la seguono dicono di stare meglio?

Semplicemente perché i quattro regimi alimentari consigliati ai diversi gruppi soddisfano, in linea di massima, i principi e le regole di un’alimentazione sana. Spesso chi decide di seguire la dieta dei gruppi sanguigni modifica la propria alimentazione in senso positivo: predilige cereali integrali invece che raffinati, rinuncia più volentieri ad alimenti ultra processati e ricchi di zuccheri semplici e incrementa il consumo di frutta e verdura. Insomma, inizia a seguire un’alimentazione che gli esperti raccomandano per migliorare la propria salute e diminuire il rischio di alcune malattie. Ma le ricadute positive di queste scelte sono indipendenti dal gruppo sanguigno.

Dottore, può dirmi di più?

Uno studio, pubblicato nel 2014 sulle pagine di PLoS ONE, ha preso in esame circa 1.500 persone, dimostrando che una dieta ricca di vegetali, come quella consigliata al gruppo A, riduce i livelli di colesterolo e trigliceridi nel sangue, la pressione sanguigna e altri fattori di rischio cardiovascolari, anche se a seguire questa dieta sono persone che appartengono ai gruppi B, AB o 0 [3].

Il dato interessante che emerge da questo studio è che anche le diete consigliate al gruppo 0 e al gruppo AB influenzano positivamente alcuni di questi parametri, a prescindere dal gruppo sanguigno di appartenenza. Anche due studi clinici randomizzati, che hanno coinvolto adulti in sovrappeso, sono arrivati alle stesse conclusioni: una dieta ricca di frutta e verdura fa bene alla salute, senza che ci sia un legame con il gruppo sanguigno [4,5].

Ci sono controindicazioni?

Questa è un’ottima domanda. Come avverte la Harvard Medical School, seguire un regime alimentare sulla base del proprio gruppo sanguigno potrebbe portare a scelte alimentari restrittive o interferire pesantemente con alcuni valori personali [6]. Per esempio, chi appartiene al gruppo 0 e segue un’alimentazione vegetariana o vegana potrebbe trovarsi in difficoltà sapendo di dover consumare quantitativi elevati di carne e proteine animali per mantenersi in salute.

Inoltre, la dieta dei gruppi sanguigni non si limita a raccomandazioni strettamente alimentari, ma dà una serie di consigli che riguardano anche il consumo di integratori, erbe e probiotici e la scelta di quale sia l’attività fisica più adatta a ciascun gruppo sanguigno. Il rischio, in questo caso, è di spendere soldi inutilmente o, peggio, di seguire raccomandazioni che, in presenza di particolari condizioni di salute, col tempo potrebbero rivelarsi dannose.

(Fonte: dottoremaeveroche.it)