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Le spese mediche rientrano nel Cashback

Le spese mediche rientrano nel Cashback

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Al pari degli acquisti in un negozio, o le spese da sostenere per riparare una perdita dell’impianto idrico o un corto circuito dell’impianto elettrico della casa, o ancora l’acquisto di un nuovo televisore, rientrano nel Cashback che tradotto letteralmente significa “soldi indietro”. Questa definizione iconica ingenera nel consumatore l’idea che si guadagni spendendo soldi, visto che chi spende si vede corrispondere sul conto corrente, una parte del denaro sborsato.
Ricordo di un amico (non tanto acuto, in effetti, ma ce ne sono tanti in giro) che era in fondo contento dell’aumento del costo della benzina, perché questo gli consentiva di accumulare un maggior credito sulla tessera per la raccolta punti, quando faceva il pieno.

Le regole di massima della procedura Cashback:

  • Esistono due fasi, la prima sperimentale dall’8 al 31 dicembre che permetterà di percepire un rimborso, direttamente sul proprio conto corrente, del 10% su quanto acquistato pagandolo con modalità digitale (minimo10 transazioni), fino a un massimo di 15€ per ogni acquisto.
  • Le spese devono essere eseguite con carta di credito o bancomat.
  • Dal 2021 bisognerà fare un minimo di 50 operazioni semestrali ed in questo caso il rimborso che si può ottenere per il totale delle operazioni resta di 150€ semestrali.
  • I rimborsi verranno direttamente versati sul conto corrente degli aventi diritto entro sessanta giorni dopo il semestre (quelli di dicembre 2020 a febbraio 2021).

Le regole per ottenere il rimborso del 10%
La corsa ad ostacoli per ottenere il Cashback inizia con la necessità di scaricare l’app IO. Questo, alla luce delle recenti notizie, sembrerebbe collegato soprattutto alla difficoltà incontrata da molti utenti per accedere alle funzioni di PagoPA in quanto presa d’assalto da un considerevole numero di utenti come del resto è già successo con il bonus vacanze o con il click day del bonus mobilità sostenibile. Questi problemi, comunque nascono in Italia per la fatiscenza delle comunicazioni digitali legate all’annoso handicap della banda larga italiana, grazie ai ritardi accumulati nei decenni scorsi, probabilmente per ritardare l’avvento della televisione via WEB. Ma questa è un’altra storia.
Una volta scaricata IO e essersi registrati sul sito PagoPA, per avere diritto al rimborso, bisognerà pagare il bene o servizio di consumo in un negozio fisico o da prestatori d’opera (non è ammesso l’e-commerce) mediante un pagamento digitale e quindi tracciabile (bancomat e le principali carte di credito e di debito). I problemi maggiori su cui si sono concentrati gli errori dell’app IO, denunciati da molti utenti, sono stati rilevati nelle modalità di registrazione delle carte di credito e dei metodi di pagamento nella sezione Portafoglio con i classici messaggi di errore quali “Impossibile portare a termine la propria richiesta”, oppure “504 Gateway Time Out” che blocca inesorabilmente la procedura di registrazione. Sembra comunque che gli errori siano correlabili prevalentemente con l’alto flusso di richieste e che, tentando ripetutamente, si risolvano inspiegabilmente, forse a causa di un calo del numero dei collegamenti. Comunque i problemi sembrano in fase di risoluzione da parte del team informatico che gestisce la piattaforma. Qualora l’app IO non dovesse funzionare, alcuni gestori hanno confermato che si potrà aderire al programma di Cashback attraverso le app on line di parecchi istituti di credito convenzionati.
È prevista, comunque la possibilità di richiedere assistenza o inviare segnalazioni attraverso il profilo ufficiale Twitter @IOitaliait, oppure attraverso la mail assistenza@io.italia.it. Invece in caso di problemi con la piattaforma PagoPA è possibile utilizzare la mail helpdesk@pagopa.it oppure rivolgersi agli operatori del call-center al numero 02/66897805.

Le spese che rientrano nel Cashback
Gli acquisti nei negozi, bar, ristoranti, supermercati, artigiani e professionisti. E quindi anche le spese medico-sanitarie detraibili (prestazioni, farmaci, occhiali, etc.).

Amara considerazione
Rimane comunque particolarmente singolare come solo pochi mesi orsono troppi leoni da tastiera denunciavano complotti di furto di informazioni sensibili attraverso l’app immuni (solo 10 milioni di download in 3 mesi) e come, invece per l’ipotetico recupero di 150€ ci sia stata la corsa sfrenata per scaricare l’app IO dove i dati personali, di proprietà e bancari sono notevolmente più importanti (6 milioni di download in 4 giorni).