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L’importanza della medicina di genere per l’equità delle cure

L’importanza della medicina di genere per l’equità delle cure

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Considerare il sesso e il genere nelle azioni di prevenzione e di cura è necessario per promuovere l’equità e l’appropriatezza degli interventi, e realizzare azioni efficaci di promozione della salute e prevenzione, contribuendo a rafforzare la “centralità della persona”

Questo articolo è tratto dal capitolo “Sanità pubblica” dell’Annual Report di FPA presentato il 18 gennaio 2024. Per leggere tutti gli approfondimenti scarica la pubblicazione

Essere uomo o donna influisce fortemente nel determinare differenze di salute e di malattia, in particolare per quanto riguarda l’esposizione a fattori di rischio, l’insorgenza, l’incidenza, la progressione, la risposta ai trattamenti e la prognosi. Lo stato di salute o di malattia può essere influenzato, non solo da aspetti biologici legati al sesso, ma anche da fattori di genere dipendenti dall’ambiente e dallo stile di vita.
La medicina di genere (MdG) studia l’influenza del sesso e del genere sullo stato di salute e di malattia degli individui. La MdG, quindi, rappresenta una nuova dimensione trasversale da considerare in tutte le specialità mediche. Considerare il sesso e il genere nelle azioni di prevenzione e di cura è necessario per promuovere l’equità e l’appropriatezza degli interventi, e realizzare azioni efficaci di promozione della salute e prevenzione, contribuendo a rafforzare la centralità della persona e ad applicare una medicina personalizzata.

A partire dagli stili di vita, le donne sono più sensibili alle problematiche legate all’alimentazione, le donne praticano meno attività fisica degli uomini, per quanto riguarda il fumo le donne, pur fumando meno, hanno un tasso di cessazione inferiore agli uomini, maggiore stress ed ansia a seguito dell’astinenza da nicotina e rispetto al consumo di alcol, a fronte di un uso più modesto, le donne hanno una più rapida evoluzione verso la dipendenza e conseguenze più gravi.
I dati epidemiologici ci dicono chiaramente che essere uomo o donna ha di per sé un effetto sullo stato di salute e di malattia delle persone. Le donne vivono più a lungo degli uomini ma, se si considerano gli anni di vita in buona salute, il vantaggio a favore delle donne viene meno.

Molte malattie presentano differenze di sesso e genere per incidenza, decorso o sintomatologia, come ad esempio le malattie cardiovascolari, le malattie neurodegenerative, i tumori, le malattie autoimmuni, le malattie infettive e quelle respiratorie.

Le malattie cardiovascolari, in particolare, rappresentano un esempio paradigmatico delle differenze di sesso e genere. Esse, classicamente considerate un problema maschile, sono la principale causa di morte delle donne per diversi fattori, fra cui i più rilevanti sono la sottostima e la difficoltà di riconoscere i sintomi, spesso differenti da quelli maschili, da parte delle donne stesse e dei medici; ciò comporta ritardi nella diagnosi e nei trattamenti terapeutici e di conseguenza una prognosi peggiore. L’infarto del miocardio, ad esempio, spesso nelle donne non si manifesta con il classico dolore al braccio sinistro, ma con nausea e mancanza del respiro e viene facilmente interpretato come un problema dell’apparato digerente.

Ci sono numerosi altri esempi di patologie considerate specifiche per uno dei due sessi. Fra queste l’osteoporosi, considerata un problema femminile poiché si stima che colpisca in Italia circa 4 milioni di donne, interessa anche 1 milione di uomini che sono pertanto esposti al rischio di fratture; inoltre, nella popolazione anziana, la mortalità conseguente alla frattura del femore è maggiore negli uomini rispetto alle donne. È importante sottolineare che per gli uomini non è prevista una prevenzione specifica e i valori standard della MOC si basano su dati ottenuti dalla diagnosi su donne.

Un altro importante esempio di differenze di sesso e genere è quello della risposta immunitaria. Le donne hanno una risposta immunitaria, sia innata che acquisita, più forte degli uomini, forse anche per motivi evoluzionistici legati alla conservazione della specie. Questo, però, rappresenta un’arma a doppio taglio perché rende le donne più resistenti alle infezioni e ai tumori, ma anche più suscettibili alle malattie autoimmuni e infiammatorie. Da questi esempi e da molti altri è chiaro quanto sia importante promuovere la diffusione della MdG intesa come un cambiamento culturale che colloca la persona al centro del percorso di cura.

Il fine ultimo, quindi, dovrebbe essere arrivare a una medicina personalizzata, per il raggiungimento del potenziale stato di salute a cui ognuno deve aspirare e che deve essere garantito a prescindere dalle condizioni socio-economiche, dall’ etnia, dal pensiero, dalla lingua e dalla religione e, ovviamente, a prescindere dal genere.

L’Istituto Superiore di Sanità ha compreso molto presto l’importanza della MdG come obiettivo strategico del nostro Servizio sanitario, tanto che nel 2017 ha istituito per la prima volta in Europa, un Centro di riferimento per la Medicina di Genere con l’obiettivo di promuovere, condurre e coordinare attività nell’ambito sanitario che tengano conto dei differenti bisogni di salute della popolazione dovuti a differenze di sesso e di genere. Le attività del centro sono di ricerca di base e traslazionale, di formazione e aggiornamento del personale sanitario e di comunicazione e informazione alla popolazione.

Il Centro di riferimento per la MdG (MEGE) dell’ISS fin dall’inizio della sua istituzione ha contribuito alla creazione di una rete di collaborazioni su tutto il territorio nazionale che vede coinvolte associazioni scientifiche, federazioni professionali, università e Regioni.

Passo molto importante nel nostro Paese è stata, all’inizio del 2018, l’approvazione della Legge 11 gennaio 2018, n. 3 che per la prima volta in Europa garantisce l’inserimento del parametro ‘genere’ nella definizione di percorsi diagnosticoterapeutici, nella ricerca scientifica, nella comunicazione ai cittadini, nella formazione di studenti e nell’aggiornamento dei professionisti della salute. Nella legge è stata prevista la predisposizione di un Piano per l’applicazione e la diffusione della MdG. Il MEGE ha partecipato alla stesura del piano in stretta collaborazione col Ministero della salute e col supporto di un tavolo a cui hanno partecipato referenti delle Regioni, degli IRCCS e di Agenas e Aifa. Il piano è stato approvato dalla Conferenza Stato Regioni a giugno del 2019.

Nel Piano sono descritte le 4 grandi macroaree di intervento per l’applicazione della MdG che sono:

  • i percorsi clinici;
  • la ricerca;
  • la formazione;
  • la comunicazione.

Per ogni area di intervento sono stati definiti:

  • gli obiettivi strategici a breve, medio e lungo termine;
  • le azioni necessarie per raggiungere tali obiettivi;
  • gli attori coinvolti;
  • gli indicatori di monitoraggio.

Nella Legge 3/2018 è prevista inoltre l’istituzione di un Osservatorio dedicato alla MdG e l’ISS è stato individuato quale ente vigilato titolare dell’Osservatorio e garante dell’attendibilità e appropriatezza dei dati rilevati. Obiettivo generale dell’Osservatorio è assicurare l’avvio, il mantenimento nel tempo e il monitoraggio delle azioni previste dal Piano, aggiornando nel tempo gli obiettivi in base ai risultati raggiunti, in modo da fornire al Ministro della Salute gli elementi per l’annuale Relazione alle Camere.
Altri Obiettivi dell’Osservatorio sono: i) assicurare il contributo delle diverse istituzioni centrali, il monitoraggio del Piano e il suo aggiornamento periodico, anche attraverso la costituzione di gruppi di lavoro con i rappresentanti dei soggetti istituzionali coinvolti; ii) garantire che tutte le Regioni italiane, in tutti i contesti appropriati, abbiano avviato programmi di diffusione della MdG secondo le indicazioni del Piano; iii) promuovere l’interattività delle azioni di diffusione della MdG tra gli assessorati regionali.

I membri dell’Osservatorio appartengono alle principali Istituzioni e Ordini Professionali in ambito sanitario, oltre che rappresentanti delle Regioni.

L’Osservatorio ha istituito al suo interno 6 Gruppi di Lavoro:

  1. Percorsi clinici:
  2. ricerca e innovazione;
  3. formazione universitaria e aggiornamento professionale;
  4. comunicazione e informazione;
  5. farmacologia di genere;
  6. diseguaglianze di salute legate al genere.

Gli obiettivi dei Gruppi di Lavoro sono di monitorare le attività a livello centrale e regionale mediante l’utilizzo di indicatori specifici e di promuovere attività atte a supportare l’applicazione e la diffusione della MdG sul territorio.

Il fine ultimo che si propone l’Osservatorio è quello di fornire gli strumenti utili per poter arrivare a un’applicazione e diffusione della MdG omogenea su territorio nazionale.

(Fonte: forumpa.it)