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La stella HD 100453, una giovane stella più luminosa del nostro Sole e con un’età stimata intorno ai 10 milioni di anni, è a circa 340 anni luce dalla Terra, nella costellazione del Centauro.
Orbita intorno a lei un vasto disco di gas, polveri e ghiaccio che sembra contenere le basi chimiche della vita: molecole organiche complesse, ingabbiate nel ghiaccio millenario, che periodicamente sublimano passando allo stato gassoso man mano che il disco si riscalda. Questo porta all’emissione di frammenti del passato dell’universo che vengono liberati rivelando indizi sulla nascita della vita proveniente da epoche remote e da fredde e sconosciute regioni dello spazio interstellare.

Il disco di gas dove orbitano queste molecole contiene, nei suoi strati più esterni, i ghiacci ricchi di molecole organiche complesse – come metanolo (CH₃OH) e acetaldeide (CH₃CHO). Questi a causa delle modificazioni della temperatura vengono gradualmente trasportati verso le regioni più interne, dove le temperature, essendo più vicini alla stella, sono più elevate.
Intorno a 15 miliardi di chilometri, si trova il cosiddetto fronte di sublimazione: qui, a una temperatura di circa 230 K (circa -43 °C), il ghiaccio rilascia il gas contenente le molecole in esso contenute.
È in questo processo che il telescopio ALMA ha individuato e interpretato come un vero e proprio “messaggio biologico”: una storia cominciata ben prima della nascita della stella stessa.
Il disco attorno a HD 100453 svolge le funzioni di una capsula del tempo cosmica che nel corso della sua evoluzione rilascia i mattoni della vita destinati con grande probabilità alla formazione della vita in nuovi mondi.
Se tutto ciò venisse confermato significherebbe che in dischi simili verrebbero trasportate e disseminate nello spazio molecole organiche che vanno ad insemensare, come probabilmente è avvenuto sulla Terra primordiale, la vita quale risultato di un’eredità condivisa dell’universo.
Osservare un sistema come HD 100453 significa, in fondo, guardare indietro nel tempo verso l’origine della materia vivente, ma anche, forse, intravedere un futuro comune tra pianeti e forme di vita nel nostro universo.