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Noterelle riabilitative del padre del libraio: “Brachiatore”

Noterelle riabilitative del padre del libraio: “Brachiatore”

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di Filippo Cavallaro

Si tratta di un animale che si sposta fra i rami degli alberi servendosi soprattutto degli arti anteriori molto sviluppati e prensili. Generalmente in biologia è riferito alle scimmie antropomorfe. Nella cultura popolare brachiatore è Tarzan, un personaggio della letteratura.
In “Tarzan delle Scimmie”, che molti avranno visto come film e pochi avranno letto come romanzo, si racconta l’avventura di un neonato umano allevato da Kala, una grande scimmia delle foreste in Angola. L’autore Edgar Rice Burroughs lo pubblicò inizialmente a puntate su una rivista ed in seguito nel 1914 pubblicato in volume dall’editore Mc Clurg di Chicago.
Le attività di brachiazione, sempre più frequentemente, oggi, si propongono ai bambini, sin dai primi mesi di vita. Per cui con degli archi e degli oggetti pendenti che lo sovrastano, mentre sta supino su un materassino, si sviluppa e rinforza la capacità prensile. Di fatto si propone un gioco al bambino ma una preoccupazione alle neomamme che sentono come prioritario l’aspetto igienico di un tappetino e di oggetti che spesso si sporcheranno per un rigurgito o per un pannolino con poca tenuta.
Nel romanzo, Burroughs fa cominciare la storia quando due nobili coniugi inglesi, John Clayton Greystoke, impiegato dell’Ufficio per gli Affari Coloniali, e la sua giovane moglie incinta Alice, nel 1888, si ritrovano soli e sperduti sulle coste occidentali dell’Africa meridionale per l’ammutinamento dell’equipaggio che governava la loro nave. Riescono a trovare modo di sopravvivere nella foresta e, malgrado le avversità, nasce il figlio, un maschio. Le condizioni di salute di Alice peggiorano e dopo un anno dal parto muore, lasciando John che si trova da solo a dover garantire la sopravvivenza sua e del piccolo. Dopo pochi giorni, i gorilla, guidati dal capobranco Kerchak, assaltano la capanna, per paura di quell’essere che aveva ucciso e ferito molti dei loro compagni con le sue armi da fuoco. È una lotta impari a cui Lord Greystoke soccombe. Il bambino sopravvive, e Kala che aveva perso da poco il suo piccolo lo prende con sé, salvandolo, da quel momento vivrà con il branco, sarà chiamato nella ipotetica lingua delle scimmie Tarzan, cioè “pelle bianca”, e si sposterà da ramo in ramo.
Il bambino con le attività di brachiazione sviluppa la capacità prensile passando dal riflesso di prensione palmare, al rilascio vitale, quindi alla presa volontaria per poi passare all’opposizione corticale. Impara il funzionamento della mano inizialmente con una presa automatica, riflessa, involontaria, il grasping, e poi raffina la competenza motoria con il progressivo acuirsi delle funzioni sensoriali che lo porteranno a conoscere il suo corpo, percependolo, ed il mondo peripersonale, conoscendolo, a partire dai familiari.
Tarzan aveva già acquisito le funzioni di base per la presa palmare, la prensione da alcuni detta a rastrello perché le dita raccolgono insieme e fissano, a partire dal mignolo, al palmo; il bambino sano fa propria questa abilità, definita dagli anatomici presa cubito-palmare, tra il quinto ed il sesto mese. Aveva presumibilmente acquisito il cammino, ma andando da ramo in ramo ne faceva poco uso in quella comunità. Aveva sicuramente la competenza della presa a pinza, detta opposizione corticale, abilità che lo porta ad usare con destrezza le liane, visto la presa più forte.
La brachiazione sviluppa la convergenza visiva, per mettere a fuoco l’oggetto di presa, per cui quando i bambini imparano la presa a pinza in opposizione tra pollice ed indice diventano bravissimi nel raccogliere gli oggetti, per cui proprio grazie alla coordinazione occhio mano cominciano a cercare oggetti sempre più piccoli. Inizialmente la maggior parte dei bambini sviluppa questa abilità in una sola mano. Solo quando diventano bravi con una mano, cercano di riuscire anche con l’altra.
L’esercizio continuo di sostenersi con le braccia rinforza ed allarga il torace permettendo una respirazione più profonda, garanzia di maggiore resistenza.
L’intelligenza porta il piccolo Tarzan a rendersi conto di avere capacità diverse rispetto a quelle delle scimmie, ed incuriosito dagli oggetti trovati nella capanna dei suoi veri genitori, impara ad usarli, anche gli abbecedari ed i libri saranno utili per fargli acquisire la capacità di leggere e scrivere, non a parlare.
Un secolo fa Tarzan Re delle Scimmie esempio di valorizzazione delle funzioni corticali e dell’intelligenza umana.