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Scoperte in Medicina: Vincenzo Tiberio, scopritore della penicillina italiana, un genio dimenticato

Scoperte in Medicina: Vincenzo Tiberio, scopritore della penicillina italiana, un genio dimenticato

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A CURA DI GIOVANNI PULITANO’

 

Nel precedente numero di questo nostro giornale ho scritto sulla scoperta della penicillina da parte dello scienziato Alexander Fleming cosa che gli diede grande gloria ed un NOBEL.
Però, per onore della verità, devo rendere giustizia a VINCENZO TIBERIO, medico italiano meridionale che scoprì per primo il potere chemiotattico e battericida di alcuni estratti di muffe, precorrendo di circa 35 anni, la scoperta della penicillina da parte del ricercatore scozzese.
Il nostro TIBERIO era un ufficiale medico della marina militare italiana, nato a Sepino in Lucania nel 1869 e morto a Napoli per infarto miocardico a soli 45 anni.
Da giovane frequentava, come studente interno, L’Istituto di Igiene, dove venne a contatto con le metodiche di laboratorio batteriologico e chimico diventando successivamente docente, instancabile ricercatore recensendo circa 180 lavori.
Nel 1895 scrisse sulla “rivista Annali d’Igiene Sperimentale” un lavoro con il titolo “Sugli estratti di alcune muffe” individuando per la prima volta in assoluto il potere battericida di alcune di esse.
A dare corpo alle sue intuizioni fu l’occasione di osservare nel cortile della sua casa di Arzano, dove viveva, in cui vi era un pozzo nel quale si raccoglieva acqua piovana, usata anche per bere, che l’umidità del luogo faceva formare sul bordo della cisterna molte muffe che venivano ripulite periodicamente.
In occasione della pulitura del pozzo gli abitanti della casa andavano incontro ad enteriti, facendo così formulare al Tiberio l’intuizione che l’azione terapeutica delle muffe fosse legata ad alcune sostanze presenti in esse, dotata di azione battericida e chemiotattica da creare un forte ostacolo per la vita e la propagazione dei batteri patogeni responsabili di malattie.
Le ricerche di TIBERIO, condotte con tanta accuratezza dimostrativa, meritavano un posto fondamentale e preminente nella ricerca degli antibiotici ma, non ebbe il dovuto riconoscimento del mondo accademico sia per invidia e sia perché non fu compresa l’importanza reale.
La penicillina italiana scoperta, ripeto, 35 anni prima di FLENING proveniva da altri ceppi di Penicillum della specie GLANEUM e no da quella specie chiamate NOTATUM.
Angustiato abbandonò la carriera scientifica per quella militare vincendo il concorso in marina, dove presto si mise in luce per le sue lotte contro il vaiuolo allora endemico, fu promotore della potabilizzazione dell’acqua sulle navi e del riscaldamento uniforme con termosifone.
Una cosa che interessa noi messinesi è l’aiuto notevole che ebbe nel soccorso medico ai nostri concittadini colpiti dal tragico terremoto del 28 Dicembre del 1908 essendo a capo di una nave Ospedale inviata dal Governo tanto che il suo impegno gli fece meritare la mozione d’onore “ per essersi segnalato in operosità, coraggio e filantropia.
Ebbe notevoli riconoscimenti . A lui è intitolato il Dipartimento di Medicina e Scienza dell’ Università del Molise.
I suoi discendenti ed in particolare i nipoti medici cercano di dare riabilitazione e giustizia presso gli organi scientifici nazionali per riposizionare la figura dello zio e la sua scoperta.