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Questioni di lingua: ottavo appuntamento

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DI CARMELO MICALIZZI

 

TOPONOMASTICA “STORICA” DI MESSINA

PORTALEGNI

GRAVITELLI

 

PORTALEGNI. Rione; antico nome della contrada che insiste sul medio tratto della via Tommaso Cannizzaro, in prossimità del viale Italia.

Il toponimo Portalegni prende origine dalla presenza di una porta della cinta muraria collinare indicata pure come Porta delle Gravidelle. Attraverso questo ingresso, in epoca medievale, veniva esercitato lo jus lignandi, il diritto di raccogliere la legna, “di fari ligna”, da parte dei popolani. Tale jus, limitato ad alcuni periodi dell’anno, era permesso dalla Curia Arcivescovile (o dall’Universitas cittadina), in un boschetto della vicina collina chiamata Monticello (quella su cui – per meglio comprenderne l’orografia – s’inerpica oggi la strada che dal viale Italia conduce a monte).

La definizione Porta della legna, finì per determinare anche il nome dell’importante fiumara, le cui acque attraversavano la città per riversarsi nel porto, nota sin dall’alto medioevo, come torrente delle Luscinie, e poi come torrente di San Filippo il piccolo (così detto per distinguersi dalla grande fiumara S. Filippo/Bordonaro), dalla presenza in quei pressi di un piccolo oratorio dedicato agli apostoli Filippo il minore e Giacomo.

Per il nome di luogo Portalegni accade tuttavia, come per il toponimo Gravitelli, che Girolamo Caracausi, coordinatore del Dizionario Onomastico della Sicilia, dia una palese paraetimologia, una falsa etimologia, ignorando l’urbanistica storica messinese. Il nome della fiumara (IGM 254 IV S.O.) è così spiegato: “porta-legni, da un soprannome o nome di mestiere, oppure riferito alla forra stessa, con riferimento alla violenza delle acque che vi scorrono”.

Riguardo il toponimo Luscinie è così definito il Rione; già fondo Puglisi e fondo Ruggeri, a monte del viale Italia, sulla destra della via Pietro Castelli che ricopre l’alveo del torrente Gravitelli.

Il desueto Luscinie era l’antico nome del torrente oggi ricoperto dalla via Tommaso Cannizzaro, in contrada Portalegni [vedi sopra]. Pare abbia preso origine dall’abbondante presenza di usignoli nel boschetto del Monticello. Questo singolare zootoponimo dalla forma latineggiante (da usignolo, luscinia-ae) sopravvive oggi nel nome dell’omonimo rione noto, negli anni ’30 del secolo scorso, come fondo Puglisi e fondo Ruggeri, famiglie in quegli anni proprietarie di gran parte di quei terreni.

GRAVITELLI. Rione; contrade ai lati del torrente Portalegni, dal viale Italia, salendo per la via Pietro Castelli fino alla chiesa di Santa Maria della Consolazione.

Gravitelli è il nome della contrada che si estende nella parte alta del torrente Portalegni [vedi sopra], lungo la via Pietro Castelli. È Placido Samperi, nell’Iconologia (1644), che spiega il significato del nome di luogo: “Madonna delle Gravidelle così detta per l’universale divotione delle Donne gravide e partorienti”. Lo storico gesuita spiega più avanti che “Descendendo dalla Rocca di Castellaccio verso la parte Occidentale vi è l’antico famoso oratorio e miracolosa Imagine della Madonna, sotto il titolo delle Gravidelle che dà il nome a tutta questa Contrada […]. Le donne soprattutto nelle loro gravidanze ò nella difficoltà de’ loro parti haveano singolar ricorso à questa sacra Imagine, che però dagli antichi Messinesi se le diede il titolo delle Gravidelle, e specialmente quelle Donne facevano i viaggi à questo Tempio, le quali non avevano mai sperimentato altro parto”. Il nome di luogo deriva pertanto dal titolo devozionale mariano che nella sua forma ipocoristica svela una speciale protezione della Madonna per le donne particolarmente giovani e alla prima gravidanza, pertanto alle primipare.

Fin qui la convincente spiegazione dello storico nome di luogo messinese tramandata dal dotto storico gesuita e accolta dalla storiografia locale. Ma il citato Dizionario Onomastico della Sicilia riporta curiosamente (come già per Portalegni) una ulteriore palese falsa etimologia: “Gravitelli top. IGM 254 IV S.O., forse è forma corrotta da Gavitelli, dal pl. di sic. Gàvitu «quella parte del pascolo che viene riservata alla pastura per quando siano esauriti gli altri pascoli»”. Il nome di luogo sarebbe pertanto legato a “pascoli” e non al titolo devozionale mariano. Tutto ciò dimostra come sia possibile imbattersi in toponimi, come Portalegni e Gravitelli in questa pagina trattati, di sfuggente (e quindi, talora, di errata) lettura anche per i più autorevoli glottologi giustificatamente ignari di peculiarità paraurbane, di pie leggende cittadine, di tradizioni civili e religiose di piccoli borghi e casali.

E’ possibile scaricare il testo completo in pdf QUESTIONI DI LINGUA – Toponomastica “storica” di Messina