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La chiave di lettura del successo della Raccolta del Farmaco 2020 a Messina: quando sono Certo della finalità divento più generoso

La chiave di lettura del successo della Raccolta del Farmaco 2020 a Messina: quando sono Certo della finalità divento più generoso

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Solo così è possibile spiegare il costante incremento della Raccolta del Farmaco negli ultimi anni a Messina che in occasione dei 20 anni di Banco Farmaceutico, è durata una settimana, dal 4 al 10 febbraio e ha consentito di ottenere un ulteriore boom nella donazione di prodotti da banco e presidi.

Il successo dell’iniziativa è stato di caratura nazionale, infatti gli italiani hanno donato complessivamente 541.000 farmaci, che andranno a sostenere centinaia di migliaia di persone che nel nostro Paese si trovano in stato di povertà sanitaria, cioè incapaci di accedere a farmaci basilari per l’automedicazione che spesso, per potere mangiare, rinunciano a curarsi. L’incremento a livello nazionale del numero di farmaci raccolti è stato del 29%. Sul territorio nazionale hanno aderito 4.945 farmacie, 458 in più rispetto al 2019 (+10,21%). Sono stati coinvolti più di 22.000 volontari e oltre 17.000 farmacisti. I titolari delle farmacie hanno donato complessivamente oltre 720.000 euro.

Anche a Messina è stato un grande successo, grazie al numero crescente di farmacie aderenti all’iniziativa e alla partecipazione di quasi 200 volontari che hanno presidiato i punti di raccolta informando l’utenza e facilitando il corso delle donazioni.

Nella nostra città il successo di questa edizione è stato decretato dalla raccolta di ben 4.206 farmaci contro i 3.132 del 2019, con un incremento del 41,3%, per un valore commerciale di 32.979€ contro i 23.337€ del 2019 con una crescita del 34,2%. Al di la dell’incremento percentuale della quantità di farmaci raccolti in assoluto (29% incremento nazionale contro il 41% incremento a Messina) i positivi risultati sono stati decretati dalla percentuale di donazioni avvenuta nella nostra città rapportata al numero di abitanti.

Per “povertà sanitaria” si intendono le conseguenze che le ridotte capacità di reddito hanno

sull’accesso alle cure che restano a carico degli indigenti a causa della non concedibilità da parte del SSN, come tipicamente accade per l’acquisto dei farmaci da banco e per la compartecipazione alla spesa sanitaria mediante il pagamento dei ticket.

Per questo motivo il Banco Farmaceutico Onlus, grazie all’Osservatorio sulla povertà sanitaria ha stilato la settima edizione del Rapporto 2019 “Donare per Curare, Povertà Sanitaria e Donazione Farmaci” (allegato).

In Italia sono oltre 5 milioni gli individui in stato di povertà assoluta, quantità doppia rispetto al 2007. Ogni abitante spende in media 769 euro all’anno per curarsi (+66 euro rispetto all’anno precedente), ma per le persone indigenti questa spesa scende a 128 (in crescita anche in questo caso, +11 euro rispetto all’anno precedente). Una famiglia su cinque ha dovuto limitare le spese per visite e accertamenti. Ma questa limitazione riguarda il 37% delle famiglie povere e soprattutto quelle in cui sono presenti figli minorenni (tra queste le rinunce riguardano oltre il 40% delle famiglie). Si tratta in entrambi i casi del dato più basso nel quadriennio, che giunge dopo l’anno di maggior difficoltà: l’anno scorso la rinuncia alle cure aveva riguardato il 22% delle famiglie, tra cui il 44% di quelle povere.

Inoltre sono 1 milione 260 mila i minorenni in condizione di povertà assoluta: si tratta del 12,6% di tutti gli under 18, rispetto a una media di individui in povertà assoluta pari all’8,4%. Le famiglie con minori in povertà assoluta sono invece 725 mila. L’incidenza di povertà tra le famiglie con minori è pari all’11,3%, rispetto alla media del 7% tra tutte le famiglie. Nelle famiglie in cui sono presenti figli minorenni il peso delle spese sanitarie sul totale delle spese è pari al 3,8% nel 2018 (un punto in meno rispetto alla media del 4,78%). Il 18,4% delle famiglie con minori ha dovuto rinunciare almeno una volta a visite o accertamenti, rispetto al 15,5% delle famiglie in cui invece non sono presenti minorenni.

Sono questi i numeri che fanno pensare e che stimolano Terra di Gesù nelle sue attività di carità sul territorio messinese. Orientando gli sforzi verso gli indigenti e i bisognosi, indipendentemente dal colore della pelle o dal credo religioso, attraverso opere di sussistenza e assistenza finanziate da benefattori per vicariare le carenze istituzionali.