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Medicina generale, iscrizioni bloccate in Sicilia: vincitori del concorso e FIMMG protestano

Medicina generale, iscrizioni bloccate in Sicilia: vincitori del concorso e FIMMG protestano

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Giuseppe Zagami, responsabile nazionale comunicazione FIMMG C.A.

“In Sicilia, ad oggi, non sono state avviate le procedure da parte dell’Assessorato della Salute per permettere ai medici vincitori del concorso in medicina generale (triennio 2019/2022) di ufficializzare la loro volontà di partecipare al Corso di Formazione Specifica in Medicina Generale, sottoscrivendone l’accettazione: di fatto quindi il triennio 2019/2022 in Sicilia non risulta ancora istituito”. A denunciarlo, a seguito di una nota inviata da un nutrito gruppo di vincitori di concorso, è la Fimmg Formazione Sicilia che spiega il grave vulnus che questo ritardo causa, non solo ai vincitori di concorso ma al sistema della medicina territoriale siciliana. Peraltro queste richieste erano state già inviate all’Assessorato alla Salute, al DASOE, una settimana fa.

“In un momento delicato come quello che stiamo vivendo – spiega Giuseppe Zagami, responsabile nazionale comunicazione FIMMG C.A. – risulta difficile comprendere il motivo di un ritardo così considerevole nel fare accettare ai colleghi vincitori di concorso il posto che spetta loro. Questo comporta gravi danni per i 140 medici in posizione utile, più i 35 del Decreto Calabria. Ottenere lo status giuridico di corsista iscritto al CFSMG rappresenta un passaggio molto importante per tutti i vincitori, in primis per lo spostamento in fascia di priorità nella convocazione per gli incarichi di sostituzione di Continuità Assistenziale, che avverranno nel giro di poco, ma soprattutto per la grande opportunità di partecipare all’assegnazione delle zone carenti della Medicina Generale per l’anno 2020, pubblicate in Gazzetta il 24 Aprile, con scadenza 13 Maggio; opportunità ottenuta, lo ricordiamo, grazie alla FIMMG. Si rischia di lasciare a casa 175 colleghi che potrebbero concorrere per zone carenti che altrimenti resterebbero vuote, con grandissimo danno per tutta la popolazione, soprattutto quella più marginale. Peraltro i danni non si limitano solo a questo  – conclude Zagami – bisogna considerare tutto quello che comporta la diminutio in termini di mancata assistenza per la popolazione sul territorio. Insomma una scelta non molto ragionata, come direbbe qualcuno. In un periodo di grande bisogno e necessità sul territorio, per cui questi colleghi potrebbero dare il loro contributo attivamente, prestando servizio, si sceglie invece di non procedere con l’iscrizione. Ci aspettiamo un cambiamento radicale, che possa trovare come movente il bene dei colleghi e dei cittadini tutti”.