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In Sicilia il primo intervento PIPAC (Pressurized Intraperitoneal Aerosol Chemotherapy): eseguito da Antonio Macrì al Policlinico di Messina

In Sicilia il primo intervento PIPAC (Pressurized Intraperitoneal Aerosol Chemotherapy): eseguito da Antonio Macrì al Policlinico di Messina

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Eseguito presso il Policlinico Universitario di Messina il primo intervento in Sicilia di Pressurized Intraperitoneal Aerosol Chemotherapy (PIPAC). L’intervento è stato eseguito dal Prof. Antonio Macrì, ordinario di chirurgia generale dell’università di Messina e responsabile del Programma interdipartimentale per la cura dei tumori peritoneali e dei sarcomi dei tessuti molli dell’AOU “G. Martino”.

La metodica, attualmente, è eseguibile in Italia in soli otto Centri, di cui cinque ospedali universitari, tutti, ad eccezione del policlinico di Messina e dell’ospedale Fatebenefratelli di Benevento, situati nel centro-nord del Paese.

L’intervento consiste nella somministrazione intraperitoneale, per via laparoscopica e quindi miniinvasiva, di farmaci chemioterapici sotto forma di aerosol ed in condizioni di alta pressione e trova indicazione nel trattamento dei tumori del peritoneo.

La trasformazione in aerosol, che avviene grazie all’utilizzo di uno strumento ideato in Germania dal Prof. Reymond, dell’ospedale universitario di Tuebingen, permette al farmaco un’ottimale distribuzione all’interno della cavità peritoneale e, le elevate pressioni, permettono una migliore capacità di penetrazione del chemioterapico nelle cellule tumorali, con basso assorbimento sistemico e quindi riduzione degli effetti collaterali.

Questa tecnica, utilizzata per la prima volta nell’uomo nel 2013, afferma il Prof. Macrì, rappresenta la frontiera più attuale nel trattamento dei tumori peritoneali, sia primitivi (mesotelioma) che secondari (carcinosi di origine gastrica, ovarica, colica, pancreatica, etc). In casi selezionati, la PIPAC consente di migliorare la prognosi di pazienti altrimenti considerati non curabili e, soprattutto, permette di migliorare la loro qualità di vita.

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Sono particolarmente contento, continua Macrì, di essere riuscito a portare nel nostro ospedale e nel nostro territorio, dopo un lungo periodo di studio e preparazione, caratterizzato da collaborazioni con i più importanti centri nazionali ed internazionali, questa nuova metodica, che si aggiunge alle altre tecniche all’avanguardia già da noi utilizzate nel campo dei tumori del peritoneo, quali la chirurgia citoriduttiva e la chemioipertermia peritoneale, che hanno consentito di migliorare drasticamente la sopravvivenza di questi pazienti. A mio avviso è particolarmente significativo essere riusciti ad iniziare un trattamento così sofisticato in un periodo drammatico come quello che stiamo vivendo, in cui la pandemia COVID-19 sta influenzando in maniera drammatica le nostre vite; è un segno della ripresa verso la “normalità” e, soprattutto, sottolinea il fatto che, nella nostra Azienda, abbiamo continuato a lavorare anche per le patologie non COVID che, in tutta Italia, hanno sofferto molto per il grande impegno che la sanità ha dovuto rivolgere alla gestione della pandemia.