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Finalità di un Ambulatorio neurologico dedicato ai Disordini del Movimento

Finalità di un Ambulatorio neurologico dedicato ai Disordini del Movimento

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di Carmelo Staropoli

Tutte le ASP Siciliane stanno cercando di attuare la normativa riguardante la creazione di Percorsi Diagnostico –Terapeutici ed Assistenziali (PDTA) per la malattia di Parkinson e per i Parkinsonismi. L’ASP di Messina è stata di fatto in tal senso antesignana ( fin dal 2017 è operante un ambulatorio dedicato nel Distretto Sanitario di S.Agata di Militello) ,ma recentemente anche Palermo e Catania si sono adeguate.

La presenza di un ambulatorio territoriale mirato assume una valenza rilevante in termini di screening per la diagnosi precoce di malattia e per un successivo corretto approccio multidisciplinare. La raccolta sistematica dei dati sulle singole patologie, ricadenti in questo settore, consente una valutazione epidemiologica concreta sulla presenza e sull’incidenza di determinati quadri sindromici in ambiti territoriali definiti. Partendo poi da queste informazioni e dalle considerazioni che da esse ne derivano si potrà giungere alla creazione di una rete efficace ed efficiente, in coordinamento anche con strutture ospedaliere, al fine di meglio affrontare le eventuali complicanze, le comorbidità e la complessità terapeutica delle fasi avanzate di malattia. Di fondamentale importanza è la realizzazione di una continuità assistenziale nei soggetti stabilizzati in trattamento farmacologico e l’attuazione di un monitoraggio domiciliare nei soggetti in fase avanzata.

Il primum movens è costituito dal MMG, che davanti ad un sospetto diagnostico, invia per consulenza in ambulatorio neurologico dedicato. Qua si valuta attentamente sotto il profilo clinico-sintomatologico il paziente e nel caso di conferma sindromica si inquadra secondo dati semiologici e neuropsicologici. Si ricorda che la diagnosi a tutt’oggi di Malattia di Parkinson si effettua primariamente sotto il profilo clinico. Quindi alla luce di ciò viene fatta una stadiazione della malattia e si procede , qualora necessitino, ad eventuali approfondimenti diagnostici neuroradiologici e/o radioisotopici.

Il monitoraggio del pz. sia di tipo farmacologico che nutrizionale, associato alle indicazioni ai caregivers, sono altre funzioni basilari dell’ambulatorio territoriale. La gestione del quadro clinico ” stabilizzato” è tra i maggiori compiti con la necessità di regolamentare l’intervento in soggetti allettati ed in trattamento domiciliare. Imprescindibile è un concreto coinvolgimento multidisciplinare con creazione di strategie comportamentali ed operative condivise dalle singole figure professionali. In questo ambito si incastonano il trattamento neuroriabilitativo mirato, l’approccio neuropsicologico del paziente e la sua gestione nutrizionale, che va “cucita” addosso al singolo soggetto. L’attività fisiokinesiterapica, solo da pochi anni adeguatamente rivalutata nel campo delle patologie neurodegenerative, coadiuva in maniera sensibile e quanto mai rilevante le cure mediche instaurate, consentendo riduzione dell’ipertono plastico agli arti, miglioramento del coordinamento del passo e riduzione di freezing e blocchi motori.

Va inoltre stimolato un reale rapporto interattivo e di complementarietà con i reparti di lungodegenza e di neurologia con settore specifico dedicato alla Malattia di Parkinson al fine di consentire l’accesso privilegiato a pazienti sensibili, con la possibilità tangibile di ridurre complicanze attraverso un’osservazione ospedaliera, che non può di fatto essere sostituita o delegata altrove.

Il PDTA Parkinson e Parkinsonismi, se utilizzato in maniera idonea e confermando nella pratica le indicazioni correttamente espresse dalla normativa, è sicuramente uno strumento dinamico di tipo propositivo, di concreto indirizzo tecnico e di grande ricaduta socio-economica. Si pensi all’utilità di una diagnosi precoce, di una corretta presa in carico del paziente e della gestione complessiva dello stesso, evitando indagini strumentali doppioni e ricoveri impropri o reiterati, il tutto conglobato ed inserito in una rete funzionale dove ogni figura professionale possa svolgere la propria valenza clinica. Ne sarà quindi agevolato il pz., integrato nel processo direttamente od attraverso l’inserimento del caregiver, con auspicabile consequenziale miglioramento della qualità di vita in toto dello stesso. Speriamo che questa evidente indicazione del legislatore ed implicito desiderio degli operatori, non vengano ad infrangersi contro personalismi o ritardi burocratici ed attuativi, purtroppo, sempre possibili e dietro l’angolo!!