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Carlino Mezzolitro e il pianeta Guerra

Carlino Mezzolitro e il pianeta Guerra

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Disegno di Giovanna Certo

“Ecco un’altra avventura di Carlino Mezzolitro, il personaggio inventato da Francesco Certo, protagonista delle sue “favolette morali”.

Anche questa volta il vecchio detto il Saggio, aveva chiamato il nostro eroe,

Carlino Mezzolitro, con la massima urgenza.

-Carlino, che disgrazia! Un mio amico (ma quanti ne aveva!) vive in un pianeta

vicino che si chiama Guerra, Guerra capisci! Dice che sono pronti per l’ultimo

conflitto, che useranno armi di distruzione di massa, che nessuno degli uomini

(c’erano anche lì) si salverà, vai, parti, solo tu puoi.

Incominciò con le solite scuse, la pressione alta, le vertigini, no, non poteva proprio

partire. E cosi Carlino divenne, suo malgrado provetto astronauta.

Mentre indossava la tuta e si apprestava a salire sulla navicella spaziale, mandò

le solite benedizioni al vecchiaccio pettegolo, augurandogli guai sempre peggiori.

Certo, viaggiare nello spazio fu emozionante, la Luna vicinissima, Saturno e i suoi

anelli, poi, a un tratto il pianeta Guerra, simile in tutto e per tutto alla nostra Terra,

azzurro di mare. Ma ancora prima di ammarare sentì il rumore di fucili e mitragliatrici.

L’anziano plurimalato non aveva sbagliato neanche stavolta!

Carlino andò in giro, non prima di aver comprato un giubbotto antiproiettile, dappertutto

la guerra dilagava.

C’erano tante nazioni e ognuna aveva la sua bandiera che credeva la più bella.

Le nazioni volevano essere più grandi, per essere più forti, per dettare legge, per

comandare tutto il pianeta. Ma nessuno riusciva a vincere. Ormai da secoli, si andava

davanti, gli uomini si stancarono delle rovine, dei morti, dei feriti. La notte era

un continuo esplodere di bombe, sempre più grandi, sempre più potenti.

Tra le nazioni, una era più forte delle altre; il suo Presidente, un uomo cattivo

che sembrava ringhiare invece che parlare, non mollava, pensava che la sua bandiera

fosse vicina alla vittoria finale.

Carlino Mezzolitro non ebbe dubbi, era lui, il suo uomo.

E così mentre il Presidente era al fronte per incoraggiare i suoi soldati all’ultimo,

devastante assalto, bevve di corsa il fiaschetto, gli occhi lucidi, lo guardò.

Il politico sembrò svenire, poi si riprese, tornò a casa, preparò una conferenza stampa

mondiale in poche ore.

Commosso, stranito e convinto al tempo.

-Amici, di tutto il mondo! Tacciano le armi! È il momento della pace!

Unica bandiera sia l’arcobaleno! Uniamoci in un abbraccio d’amore!

L’ applauso degli uomini del Pianeta Guerra andò per tutto l’Universo!

Venne la pace, il lavoro in serenità, le sere senza bombe, le feste…

Passarono i mesi più belli del Pianeta Guerra.

Ma iniziarono a lamentarsi i cassamortari per il calo dei defunti e si lamentarono

i fabbricanti d’armi per il calo del fatturato, e si lamentarono i costruttori perché

le case non andavano giù e si lamentarono i militari che non avevano straordinari,

e si lamentarono i politici che avevano un calo di mazzette.

Anche la moglie del Presidente non riuscì a comprare più gioielli per sé e per le

proprie figlie…

Per il Pianeta si avvertiva un brusio lento, nervoso, incessante.

Il Presidente, impoverito e sul punto di divorziare, fece un discorso a tutti i popoli.

-È arrivato il momento di agire, al via una sana competizione tra le nazioni, per la libertà di

 tutti gli uomini!

Ci fu un boato che sembrava infinito! Si ricominciava! E non si lamentarono più

i cassamortari, e non si lamentarono più i fabbricanti d’armi e non si lamentarono più i costruttori, e non si

lamentarono più i militari e non si lamentarono più i politici.

La moglie del Presidente comprò gioielli per sé e per le proprie figlie!

Le bandiere delle nazioni tornarono a issarsi; i morti, no, loro, non si lamentarono.

Carlino mesto, sconsolato, prese la navicella puntando il Pianeta Terra.

Tornò dal Vecchio detto il Saggio.

Piangeva: So, so tutto, non dire nulla. Hai provato, ci abbiamo provato.

Ma non molleremo, Carlino.

Per la Pace, Carlino, per la Pace.

Per la Pace, Sempre.

Francesco Certo