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Carlino Mezzolitro e il medico più Bravo che buono

Carlino Mezzolitro e il medico più Bravo che buono

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Disegno di Giovanna Certo

-Carlino, Carlino? come va? tutto a posto? stai bene? Io no,

l’artrosi, la gotta…ho bisogno di te. ti aspetto!

Il nostro eroe, che un po’ detestava e un po’ amava il Vecchio, detto il Saggio,

si vestì di premura e preso il fiaschetto andò a trovarlo.

Dove stava? Indirizzo: Via dei Sogni e Numero che ne so!

Una casa piena di cianfrusaglie e di ricordi,  e, cosa strana, una stanza piena di giocattoli,

impolverati, mai usati.

Diceva l’anziano che se fosse passato un bimbo da lì…

Carlino entrò nel soggiorno e lo vide mentre leggeva il suo libro preferito: Il Canto di

Natale di Dickens.

-Avanti, avanti Carlino, grazie sempre, caro!

Mi hanno detto che in un paese lontano c’è un medico, bravo, ma talmente bravo, che,

pensa lo chiamano Bravo, guarisce tutti: vaì lì, parlagli dei miei mali, porta le carte,

non bado a spese!

Carlino Mezzolitro non se lo fece dire due volte, partì per quella che non sembrava un’avventura,

ma solo una cortesia.

Arrivò dopo giorni di viaggio e… vide una fila lunga lunghissima, capì che doveva  essere lì

lo studio del dott. Bravo.

Era così! Quanta gente, veniva da ogni dove: chi per il cuore, chi per gli occhi, chi per il diabete.

Perché Bravo curava tutto e tutti e nel modo migliore.

Carlino prese il numerino e si accodò. Gestiva tutto il segretario, tale Cesare, uomo austero e

cattivo, avido e poco gentile.

-Rispettate l’ordine! Preparate i soldi! Se non ne avete abbastanza andate via! E tu, non disturbare i

pazienti! Con il tuo elemosinare stai diventando ricco! Come ti sopporta il dottore?! Fosse per me…

Stava parlando a Poverello, mendicante, magro, anziano, barba incolta, che fece finta di non sentire

l’ennesimo attacco.

Giunse il medico, aria bonaria, barba bianca e curatissima, si fermò da Poverello, gettò tre monete

nel cappello sdrucito e con Cesare, visibilmente infastidito dalla generosità del titolare, entrò nello studio.

Venne il turno del nostro eroe, mostrò le radiografie e le analisi del Saggio, e il medico calmo,

malgrado la furia del lavoro che lo aspettava, preparò la ricetta. All’uscita Cesare chiese il conto.

Una fortuna. Carlino Mezzolitro pagò senza fiatare. All’uscita ancora tanta gente.

Stava per tornare, quando, fu colpito da un piccolo nugolo di persone dall’altra parte del viale.

Sembravano  poveri, male in arnese, erano lì per farsi visitare dal dott. De Scarselli.

Era stata proprio Cesare a mandarli lì, dato che loro, il dott. Bravo non se lo potevano permettere.

Ma, poveretti, sapevano che il dott. De Scarselli lo era di nome e di fatto.

Non avevano grosse speranze.

Carlino Mezzolitro capì che stava per iniziare una nuova avventura e decise di restare. Infatti…

Il giorno dopo Poverello si ammalò, ansimava e tossiva. Arrivò Bravo, che gli diede le solite tre

monete. Il mendicante chiese una visita, ma Cesare lo rimproverò inviandolo dal medico di fronte.

Poverello, andò, a capo chino, e successe quello che succedeva a tutti. Peggiorò.

I giorni passarono, la tosse aumentava, Carlino non poté sopportare oltre.

Appena arrivò il dott. Bravo, bevve il mezzolitro e lo guardò fisso con occhi che sembravano fanali.

-Cesare, fai entrare Poverello!

-Ma, Dottore, è un poveraccio, fa cattivo odore.

Il subalterno obbedì malvolentieri.

Ma per Poverello, non c’era più nulla da fare. Bravo si fece scuro in volto, si, nei giorni

precedenti non lo aveva visto bene, ma non pensava…Tentò tutte le terapie, usò tutta la

sua scienza, non ci fu nulla da fare…

Al funerale era in prima fila, Carlino Mezzolitro lo vide piangere.

Sconsolato, tornò dal Vecchio.

Carlino, quanto tempo hai perso?. Lui raccontò i fatti, il Vecchio commosso:

Ma finisce così?

 -Aspetta, chiamo la Fata Turchina!!!

Arrivò in un lampo l’amica del suo amico nasuto di cui non ricorda mai il nome,

e con una sfera di cristallo, di quelle che vedono il futuro.

I due si misero a guardare.

Videro Poverello parlare con San Pietro e con gli angeli e raccontare per un’altra volta ancora

(mettendo a repentaglio il self control già di per sé precario del Portiere dell’Aldilà) che lui, povero,

era morto, si, ma curato dal dott. Bravo, il migliore medico del mondo!

Carlino scoprì allora che i poveri vanno in Paradiso, tutti, senza giudizio.

E poi comparve il medico.

Aveva licenziato Cesare e nel suo studio visitava tutti, ricchi o poveri che fossero.

Anzi, convinse i pazienti facoltosi a pagare le medicine degli indigenti che, chiaramente,

venivano controllati gratis.

E il dott. De Scarselli? Lavorava con Bravo, stava migliorando…

Carlino Mezzolitro: Hai visto Saggio, cosa può l’amore?

-Si, ho visto, l’amore, cambia il mondo.

Francesco Certo