La testata digitale dell'OMCeO Messina
 
Carlino Mezzolitro e il bimbo a mare

Carlino Mezzolitro e il bimbo a mare

Visits: 252

Disegno di Giovanna Certo

Carlino Mezzolitro e il suo gioco preferito: le freccette e la foto del Vecchio detto il Saggio.

Che soddisfazione beccare il naso, il naso era 100 punti, ma anche le orecchie non erano

male, le orecchie facevano 50 punti.

I piccoli piaceri della vita, in casa solo tu e l’anziano rompiscatole pieno di punte!

Ma proprio mentre stava per bucare l’occhio sinistro,  ah, gli occhi erano 70 punti…

-Carlino, Carlino!!! Emergenza!!! Adunata!!! Adunata!!!

Era l’inizio di una nuova avventura, Carlino riempì il fiaschetto di un buon rosso novello

e si recò in Via dei Sogni al Numero che ne so.

Il Vecchio detto il Saggio sembrava atterrito, quasi balbettante.

-Mi hanno detto che in Libia.., Cose orribili, corri Carlino, aiutali!

Carlino chiamò la Fata Turchina, amica di un suo amico nasuto di cui non ricorda mai

il nome, e in un fiat si trovò sulle spiagge del paese africano.

Vide quello che mai avrebbe pensato di vedere.

Uomini, donne trattati come le bestie. Insultati, schiavizzati, umiliati.

Erano partiti da posti lontani e il viaggio gli era costato una vita di risparmi.

Scappavano dalla povertà nella loro terra, e ora, si trovavano schiavi in terra d’altri.

L’unica speranza: venire liberati, fare la traversa e toccare un altro lido, vedere e

vivere un mondo migliore.

Tutte le aspettative in quel barcone che loro chiamavano lapa-lapa.

Gli occhi del nostro eroe bagnarono la terra libica. Decise di rimanere e

si accommiatò dalla Fata.

Arrivò la sera, un gruppo di migranti, così li chiamavano, fu liberato e messo

in un lapa-lapa sgarrrupato. Il rumore del motore li obbligava al silenzio.

Carlino, vedendoli partire pregò per loro.

Il giorno dopo arrivò la notizia che molti di loro non ce l’avevano fatta.

Seppe che la sera successiva avrebbero fatto quel viaggio anche mamme e bambini.

Scoraggiato, sicuro che bere il mezzolitro non sarebbe giovato a nulla richiamò

la magica alleata.

-Solo lui, solo lui ci può aiutare: Leonardo Albert della Mirandolis.

Un colpo di bacchetta e si trovarono in Via dell’Inventore Pazzo al

Numero che mi importa.

-Entrate, entrate! Un attimo e sono da voi. Sto finendo di progettare l’ultima

rivoluzione: il ruotalampioni. Vedete basta un click e il lampione che avete

davanti non illuminerà più la strada, ma il cielo, ricordando cosa vale davvero

fare per vivere!

Carlino a sentire quelle stupidaggini ebbe un moto di rabbia, ma la disperazione

non gli lasciava scelta e così spiegò a Leonard Albert il problema.

Lui, più scapigliato e tra le nuvole che mai:

-Aspettate! Dovrei avere qualcosa in deposito.

Tornò dopo una mezzorata buona, carico di polvere e entusiasmo, e un megafono

antico fra le mani.

-Eccolo qua! Ricordavo bene! Il “parla col mare”: lo inventai tanti anni fa per

una coppia di innamorati che volevano andare a Capri in viaggio di nozze: non

lo hanno mai ritirato (litigarono prima del matrimonio), ma lo potete provare,

vi potrebbe giovare.

Carlino uscì dalla bottega dello scienziato ”psichiatrico” con il morale che sembrava

toccare il centro della Terra: la sua speranza di riuscire nella missione stava in

quello oggetto conico e stralunato, più di colui che l’aveva creato.

Chiese alla Fata Turchina di portarlo di nuovo nelle coste libiche e di prestargli

quella vernice che rende invisibili.

Così avvenne. La sera partì un lapa-lapa: tra i passeggeri un bimbo di due anni.

La pelle nera, gli occhi pure, tanti capelli ricci e tanta fame. La mamma, impaurita

lo teneva stretto, in braccio. Mezzolitro invisibile, tra quella povera gente carica di

terrore e speranza a un tempo.

Tutto sembrava andasse bene, ma, ormai vicini alla meta, a un tratto, si alzò il maestrale,

il mare sembrò impazzire, l’acqua prese il barcone. I migranti si trovarono tra le onde:

la mamma strinse più forte a sé il bimbo che piangeva.

La poveretta perse le forze e il cucciolo che stava per annegare.

Carlino prese il megafono e urlando:

-Mare, Mare! Salva questo bambino!

Fu un attimo, una colonna d’acqua si alzò proprio sotto la creatura spingendolo

in alto, sempre più in alto e lo consegnò a una nuvola, bianca e soffice, che scendendo

con dolcezza lo portò sul lido della nuova terra tra le braccia della madre felice e incredula.

Il bimbo era salvo, ma cosa strana, il vento era calato e il mare non ne voleva sapere di calmarsi.

Dopo un paio d’ore parlò e lo sentirono tutti gli uomini del pianeta.

-Io non ti sarò più complice! Maledetto tu e il denaro! Tra noi  è guerra!!!

Carlino tornò dal Vecchio detto il Saggio.

-Eroe, mio eroe, so tutto! Grazie!

-Finisce qui?

-Ho saputo, ho saputo da un mio amico…Il mare non mollerà: per anni non

permetterà all’uomo di solcarlo…Non ne ha potuto più… Da secoli lo

sfruttiamo e ora volevamo…

Le rughe dell’anziano si trovarono piene di lacrime.

Carlino!

Stava morendo un bimbo a mare, stava morendo un bimbo a mare, stava morendo

un bimbo a mare…non mi do pace!

I due si presero per mano.

Francesco Certo