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Amicizia

Amicizia

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di Antonino Arcoraci

        L’occasione di parlare di amicizia nel mio Club Lion Messina Host, mi ha portato a cercare quanto è scritto sull’amicizia e in vario modo, soprattutto a riflettere sulla parola. Capirne il significato.

        Sono arrivatoalla convinzione che l’Amicizia è un sentimento grande, immensamente spaziato che abbraccia più significati, anima, coinvolge, fa stare bene insieme: è valso nel passato, è importante nel presente, sarà mantenuto nel futuro dell’Umanità.

        Epicuro ha scritto che di tutte le cose che la sapienza procura in vista della vita felice, il bene più grande è l’acquisto dell’amicizia. Perché l’amicizia è proprio dell’uomo che ha saputo elevare il suo spirito oltre l’istintualità.

        Infatti l’amicizia, come sentimento, è stata sempre sentita dagli uomini. Come risulta dalle tantissime citazioni, era sentita ai tempi dei greci, certamente anche prima, arriva ai nostri giorni.

        Il dizionario Treccani la definisce vivo e scambievole affetto fra due o più persone, ispirato in genere da affinità di sentimenti e da reciproca stima. Woodrow Wilson, 28° Presidente degli Stati Uniti e Premio Nobel per la pace, l’ha considerato l’unico cemento capace di tenere assieme il mondo.

        Il Codice dell’etica lionistica, la considera un fine, non un mezzo, nella convinzione che la vera amicizia non esiste per i vantaggi che può offrire, ma per accettare i benefici dello spirito che la anima.

        L’amicizia non si compra, si conquista, si dimostra. Non è un regalo. Non va a giorni, né a settimane e neppure a mesi…non ha scadenza. Nasce spontanea dal Volere e non volere le stesse cose come scrive Gaio Sallustio Crispo, perchéraddoppia le gioie e divide le angosce a metà, come la sente Francis Bacon.

        Può essere difficile trovarla. Un detto recita: un amico è come un quadrifoglio; è difficile trovarlo ed è fortunato chi lo trova. Khalil Gibran consiglia di Cercarlo sempre….Poiché egli (l’amico) può colmare ogni bisogno. Con lui si possono condividere i piaceri, si può sorridere della dolcezza amica. Poiché nella rugiada delle piccole cose il cuore scopre il suo mattino e si conforta.

        Carmelo Micalizzi ritiene che Il tempo della buona amicizia sia quello dell’età giovanile quando ci si confronta scevri da egoismi caratteriali, ma, è confortante che, pure in altra età, sia possibile un rapporto amicale. E’ sufficiente solo la volontà di confrontarsi e un reciproco rispetto.

        Qualcuno ha scritto: l’amicizia è come un libro: ci sono amici solo per una pagina, altri per un intero capitolo, e poi ci sono quelli veri che sono presenti per tutta la storia.

        L’amicizia può anche morire. Ma, se è vera, non more mai. Può cambiare, si mette in pausa. Continua a vivere nonostante tutto, resiste al tempo e agli urti della vita.

        L’amicizia aiuta nello stare insieme, quando si è in due e quando si è in tanti. Fa sentire uniti, rispettati, in compagnia. Crea fiducia, empatia, lascia fidare e fa star bene…. L’amico vero è la persona a cui ci rivolgiamo quando siamo tristi, che sa come tirarci su il morale, conosce il meglio e il peggio di noi e non ne ha paura. Ci tende la mano, durante il temporale divide l’ombrello….

non volta mai le spalle, cammina a fianco.

        Plutarco fondava la vera amicizia soprattutto sulla comunanza degli interessi e sull’affinità dei caratteri. Per lui, Il rallegrarsi per le stesse gioie e fuggire gli stessi dolori era qualcosa che avvicinava gli uomini e li legava grazie al sentire comune.

       Il suo direhaanticipato di secoli la teoria goethiana sulle affinità elettive e ha rafforzato il concetto di Tagore per il quale sono destinati a conoscersi tutti coloro che camminano per strade simili. Senza passionalità. In un rapporto libero, disinteressato, paritetico e senza nessuna prevaricazione affettiva né emozionale:

l’uno per l’altro. Non solo compagni di guerre, di sventure, di dolori, anche di fantasie, di desideri che si traducono in camminare per strade simili.

        I Greci, prima dell’esordio della psicoanalisi, sono entrati nell’animo dell’uomo ed hanno definito questa forma di “Volersi bene”, con il termine amàche. Amàche, nel suo alfa privativo, indica la mancanza assoluta di competizione, di conflittualità e, nello stesso tempo, riconosce la individualità e la globale e reciproca accettazione. Un’amicizia non passionale ma fortemente affettiva, un incontro umano assolutamente libero, disinteressato, paritetico, senza prevaricazione affettivo-emozionale dell’uno sull’altro.

        Dante Alighieri, rivolgendosi a Guido Cavalcanti, dice: Guido i’ vorrei che tu Lapo ed io fossimo presi per incantamento, e messi in un vasel, ch’ad ogni vento per mare andasse al voler vostro e mio, sì che fortuna od altro tempo rio non ci potesse dare impedimento, anzi vivendo sempre in un talento, di stare insieme crescesse ‘l disio.

        Nel ’94, io ho organizzato una serata con tema l’amicizia nelle parole e nei fatti. L’ho fatta condurre a un mio fraterno amico neurochirurgo, Emanuele Cardia, uomo dotato di una grande cultura umanistica ed esoterica. Egli, con il suo parlare suadente, la voce ben modulata, scevra da qualsiasi inflessione – parlando a braccio ed anche a lungo – ha riportato citazioni, ha letto poesie e anche pezzi in prosa; ha fatto riflessioni, considerazioni; ha reso il concetto di amicizia palpabile e in amicizia, ha fatto il modo che la riunione risultasse viva, animata, ammirata e felice. Per lui L’amico vero, “leggero ed impalpabile”, entra nella bolla di sapone delle fantasie dell’altro, le condivide, ne diventa complice, si apre alle strutture culturali e sociali magari convenzionalmente non statuite. L’amico vero diventa solidarista.

        Molte di queste sue considerazioni e riflessioni, mi sono rimaste impresse nella mente; più volte nella vita ne ho avuto riscontro.

        Purtroppo, come recita un detto: un amico è come un quadrifoglio; è difficile trovarlo ed è fortunato chi lo trova.

        Per sostanziare il concetto di amicizia e soprattutto per diffondere l’importanza dell’amicizia tra persone, Paesi, culture e individui che possa ispirare sforzi di pace e costruire ponti tra comunità, nel 2011, l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite crea l’International Day of Friendship. Il 30 luglio di ogni anno celebra la Giornata Mondiale dell’Amiciziacon lo scopo di celebrare l’amicizia come sentimento di aggregazione, amicizia finalizzata al dialogo, capace di unire, di sostenere la solidarietà e diffondere il messaggio; di fare cultura, essere trait d’union tra le diverse culture e le differenti tradizioni a tutte le latitudini.

        Come scrive on-line Il Faro, per spingere i giovani, uomini del nostro domani, a promuovere comprensione, amicizia, anche nella diversità, nel rispetto della risoluzione A/RES/65/275.

        Friedrich Nietzsche ritiene che: nessuno che abbia degli amici, sa cosa sia la vera solitudine, avesse pure attorno a sé come suo avversario il mondo intero. L’amicizia è solidarietà umana. Nell’Ecclesiaste si legge: Due valgono meglio di uno solo perché sono ben ricompensati della loro fatica. Poiché se l’uno cade, l’altro rialza il suo compagno. Guai a colui che è solo e cade senza avere un altro che lo rialzi.

        L’Amicizia è silenzio, è gesto, è assoluta comunione che Salvatore Di Giacomo sublima nella conversazione tra i due ciechi: Dimme na cosa, t’allicuorde tu/ ‘e quacche faccia ca p’’o munno e’ vista,/ mo ca pe’ sempe nun ce vide cchiù?/ Si, m’allicordo; e tu? No, frate mio;/ io so’ nato cecato. Accussì ‘ncielo,/ pe mme murtificà, vulette Dio…/ Lassa sta’ Dio… Quant’io II’aggio priato,/ frato, nun t”o può manco ammaggenà,/ e Dio m’ha fatto addeventà cecato. E overo ca fa luce pe la via/ ‘o Sole?… E comm’è ‘o sole?. ‘O sole è d’oro,/ comme ‘e capille ‘e Sarrafina mia… Sarrafina? …E chi è? Nun vene maie?/ Nun te vene a truvà. Si …quacche vota. E comm’è? Bella assaie? Si… bella assaie…. Chillo ch’era cecato ‘a che nascette,/ suspiraie. Suspiraie pure chill’ato,/ e ‘a faccia mmiez”e mmane annascunnette./ Dicette ‘o primmo, doppo a nu mumente:/ Nun te lagna, ca ‘e mammema carnale/ io saccio ‘a voce… ‘a voce/ sulamente…. E se stettero zitte. E attuorno a lloro/ addurava ‘o ciardino, e ncielo ‘o sole/ luceva, ‘o sole bello, ‘o sole d’oro….

        Una filastrocca sull’amicizia riporta queste parole: come una ruota gira la vita: gira e rigira non è finita. Può andare su, può andare giù, a volte credi di non poterne più! Ma fatti forza, non disperare, c’è sempre un amico che può aiutare….

        Rory Previti, citando Cicerone, su Azione sanitaria, ha scritto: l’amicizia è un bisogno affettivo alla necessità di confrontarsi, all’impulso di condividere….calore costante, sempre uguale a sé stesso, mai aspro, sempre dolce e tranquillo….La persona di cui ti fidi e a cui ti affidi….è cosa rara e preziosa, da tenere nella massima considerazione.

        L’amico vive nel ricordo anche dopo la morte. Lo dicono i versi di Foscolo rivolti all’amico Ippolito Pindemonte: Non vive ei forse anche sotterra, quando/ gli sarà muta l’armonia del giorno/ se può destarla con soavi cure/ nella mente dei suoi? Celeste è questa/ corrispondenza d’amorosi sensi/ Celeste dote è negli umani; e spesso/ per lei si vive con l’amico estinto,/ e l’estinto con noi. Lo dice il “Lamento” di Garcia Lorca per la morte di Ignazio Sanchez Maja…Vattene Ignazio. Non sentire il caldo bramido. Dormi, vola, riposa. Muore anche il mare.

        Ma la summa del rapporto amicale la trovo nelle parole di Kahilil Gibran: Il vostro amico è il vostro bisogno saziato./ E’ il vostro campo che seminate con amore e mietete/ con più riconoscenza. E’ la vostra mensa e la vostra dimora./ Poiché, affamati, vi rifugiate in lui e lo cercate/ per la vostra pace./ Se l’amico vi confida il suo pensiero, non nascondetegli il vostro, sia rifiuto o consenso./ Quando lui tace, il vostro cuore non smette di ascoltare il suo cuore; poiché nell’amicizia ogni pensiero, desiderio, speranza, nasce in silenzio e si divide con inesprimibile gioia. Se vi separate dall’amico, non provate dolore; poiché la sua assenza può schiarirvi ciò che più in lui amate, come allo scalatore la montagna è più chiara dal piano. E non vi sia nell’amicizia altro intento che scavarsi nello spirito, a vicenda. Poiché l’amore che non cerca soltanto lo schiudersi del proprio mistero, non è amore, ma il breve lancio di una rete in cui si afferra solo ciò che è vano. La parte migliore sia per il vostro amico. Se egli dovrà conoscere il riflusso della vostra marea, fate che ne conosca anche il flusso. Quale amico è il vostro, per cercarlo nelle ore di morte? Cercatelo sempre nelle ore di vita. Poiché egli può colmare ogni bisogno, ma non il vostro nulla. E dividetevi i piaceri, sorridendo nella dolcezza amica. Poiché nella rugiada delle piccole cose il cuore scopre il suo mattino e si conforta.

        L’amicizia è un sentimento discreto. Per il poeta palermitano del seicento Pietro Pallone: cu ammicca dì luntano è veru Amicu.         L’amiciziaè un sentimento complesso che Silvia Di Liberto della IV elementare sintetizza in questi versi: Comprensione, amore,/ si anche dolore,/ questo vuol dire essere amici./ Aiutarsi, capirsi, amarsi,/ dividere la gioia e il dolore/ che scoppiano nel cuore. /Giocare, ragionare,/ ridere, scherzare./ Insieme camminare,/ crescere e sognare.

        L’amicizia è un sentimento universale che io trovo variegato e positivo di cui noi tutti abbiamo bisogno. Aiuta a non sentirci soli, a sperare, a vivere in questo universo dove, per chi crede, l’amore è principio. Io l’ho percepito in vari tempi della mia vita in cui la sofferenza, l’ansia e il rischio mi sono stati presenti e in cui la parola e la vicinanza “dell’amico”, la tenerezza dello sguardo, il contatto fisico con la stretta di mano mi ha rianimato, coinvolto e aiutato a lottare, a resistere e a continuare a sperare.

        Potrei continuare a lungo con le tantissime citazioni sull’amicizia. Cito solo un proverbio siciliano che considero completo nella sua semplicità: Quantu vali n’amìcu ‘nta chiazza nun vannu cent’unzi ‘nta cascia (Quanto vale un amico in piazza non vanno cento onze in cassa).

        Chiudo questa mia raccolta di detti e queste mie convinzioni, con le parole del ritornello della canzone di Dario Baldan Bembo diventata l’inno alla amicizia: È l’amico è qualcosa che più ce n’e’ meglio è/ è un silenzio che può diventare musica da cantare in coro io con te. E’ un coro è un grido che più si è meglio è….       

        Ciò che lui canta io lo sento, lo credo, l’ho provato!