La testata digitale dell'OMCeO Messina
 
L’ictus cerebri: patologia tempo-dipendente che ha qualche correlazione con la sindrome influenzale

L’ictus cerebri: patologia tempo-dipendente che ha qualche correlazione con la sindrome influenzale

Visits: 296

 Ogni secondo conta, quando si ha a che fare con un ictus, infatti prima di ripristina il flusso sanguigno al cervello, migliori saranno i risultati per il paziente.
 
Le statistiche più accreditate affermano che un adulto su quattro, di età superiore ai 25 anni, avrà un ictus nel corso della sua vita.
 
Inoltre più di 12 milioni di persone in tutto il mondo avranno il loro primo ictus quest’anno e, di questi, 6,5 milioni di persone ne moriranno. Negli Stati Uniti, l’ictus rappresenta la quinta causa di morte e una delle principali cause di disabilità.
 
Le due cause principali dell’ictus sono rappresentate dall’ictus ischemico, il più comune che si verifica quando il flusso ematico di un’arteria che porta il sangue al cervello si interrompe: l’ictus ischemico. Esiste però, la possibilità che l’ictus si realizzi a seguito di una emorragia cerebrale per lo “scoppio” di un’arteria a livello cerebrale: l’ictus emorragico.
 
I segni principali sono rappresentati da una perdita dell’equilibrio o della coordinazione; dall’improvviso annebbiamento visivo o dalla diplopia (visione doppia); alterazione della simmetria dell’espressione facciale, incapacità di un corretto movimento degli arti superiori, confusione nell’eloquio o difficoltà nell’articolare la parola. 
 
Uno studio (https://www.ahajournals.org/doi/full/10.1161/STROKEAHA.121.038403) ha rilevato che coloro che hanno manifestato una malattia simil-influenzale entro un mese dal loro ricovero avevano il 38% in più di probabilità di avere un ictus, rispetto a coloro che non avevano una malattia simile. Mentre la somministrazione del vaccino antinfluenzale entro l’anno prima del ricovero riduceva il rischio di ictus di una persona all’11%.
In un altro studio (https://newsroom.heart.org/news/flu-vaccine-could-protect-against-serious-heart-and-stroke-complications) si rilevava come le persone con più di 50 anni ricoverate in ospedale e quelle nelle case di cura ad alto rischio di influenza avevano tassi più bassi di morte, infarto, mini-ictus e arresto cardiaco se erano state vaccinate contro l’influenza.   
Sembra quindi che riducendo il rischio di contagio influenzale riduce la possibilità, in un individuo anziano, di rimanere immobilizzato e disidratato, questo incrementa la possibilità di ictus attraverso il rilascio di sostanze chimiche infiammatorie come le citochine che danneggiano l’endotelio, parete interna dei vasi sanguigni e del cuore, producendo un “evento a cascata” il che ha come via finale la formazione di coaguli.
La prevenzione dell’ictus di effettua con un controllo della pressione sanguigna. Che deve mantenersi sempre sotto i 120/80 mmHg. Evitare l’uso di tabacco e fare costantemente esercizio fisico (150 minuti a settimana di esercizio di intensità almeno moderata).