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Carlino Mezzolitro e i finti poveri e i finti volontari

Carlino Mezzolitro e i finti poveri e i finti volontari

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Disegno di Giovanna Certo

I pomeriggi del non far nulla, il divano e la televisione come unica ambizione:
la domenica con la giunonica Mara Venier, che ti spiega la vita e soprattutto,
come si fa a diventare una diva pur senza sapere fare nulla, i gol del campionato
di calcio, in diretta, di cui non ti ricordi dopo due minuti che li hai visti, la “fiction”
serale sempre uguale, sempre a imitazione del povero Camilleri.
Insomma la domenica che vivi veramente, intensamente, tra le verità assolute…
E soprattutto senza lui, l’odiato vecchiaccio, il Saggio…Ma eccolo, lupus in fabula!
Il telefono non smise di squillare: Carlino si arrese, rispose…
-Amoruccio, mio eroe, salviamo i poveri di tutto il mondo, corri, tragedia, tragedia!
Abbattuto, scoraggiato come un condannato a morte che va verso la forca, partì
per Via dei Sogni al Numero che ne so.
Il Vecchio detto il Saggio lo aspettava trepidando.
-Caro, caro, grazie, grazie sempre! Come ti dicevo sembrano scomparsi i volontari
di tutto il mondo, non si capisce il perché. Chiuse le mense, le case famiglia, gli ambulatori
sociali.-
I poveri vagavano per la città piangendo, chiedendo… ma nessuno li ascoltava!
Carlino Mezzolitro chiamò la Fata Turchina, insieme andarono a Messina (toh! fa pure
rima) città natale del cardiologo, padre putativo del nostro eroe.
Piazza Cairoli. Un anziano, cicciottello e basso, buono di voce, cattivo di cuore, Amilcare di nome!
Attorno un capannello di persone, in adorazione mistica.
-Credetemi, sul bene dei miei nipoti, che sono la mia vita, i poveri non esistono,
sono un inganno, una bugia! Vi fregano i soldi, vi sfruttano, si fanno gioco di voi,
… diffondete! fatelo sapere a tutti!
La platea annuì silenziosamente convinta, difatti passò un mendicante e si rifiutarono
di guardarlo. Amilcare: Vado a Piazza Duomo, e poi oramai…tutto il mondo sà!
Ora il nostro eroe aveva le idee chiare: Amilcare era il suo nemico. Con la Fata Turchina
si trovò in un lampo da Leonard Albert Della Mirandolis, in Via dell’Inventore Pazzo al
Numero che mi importa.
Più spettinato e gentile che mai: Entrate, entrate sto terminando l’aspirainvidia:

un click su una persona e tutto finisce in un pacchetto.-
Carlino sorrise beffardo pensando alla grandezza dei contenitori da utilizzare e gli
disse della necessità impellente.
Tornò dopo due ore impolverato, sconsolato.
-Nulla, non ho trovato nulla, mi dispiace.-
Come fare? Anche la Fata Turchina fece un giro di telefonate a amici maghi, ma niente,
nessuno poteva niente! Decise allora di attendere gli eventi. E gli eventi non si fecero
attendere!
Ci furono giorni senza sole, ma era d’inverno e sembrò normale, e al contempo non pioveva.
La cosa si protrasse per giorni, mesi, l’essere umano era alle corde. Mancava l’acqua, le piante
prive anche del sole non producevano frutti, il bestiame non alimentato…
La Natura sembrava ribellarsi, non solo i poveri, ma anche i ricchi erano alle corde.
Carlino allora tornò nella città dello Stretto cercando l’anziano.
Lo trovò mezzo morto su una panchina di Villa Mazzini, mormorava, forse una preghiera.
L’eroe bevve il mezzolitro rosso, lo guardò fisso e…
Amilcare si alzò e verso il Cielo, gridò: Perdono!
Una luce pervase tutta la Terra e insieme (miracolo!) cadde una pioggerella lieve!
Il Pianete era salvo, gli uomini ricchi, stanchi e umiliati, tornarono dai poveri!
Carlino Mezzolitro andò dal Vecchio detto il Saggio.
-Prode, cosa meravigliosa, hai salvato il mondo!
Triste la risposta: Avrò salvato l’uomo?

Francesco Certo