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Personaggi illustri a Messina: ANTONIO MARIA JACI

Personaggi illustri a Messina: ANTONIO MARIA JACI

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di Giovanni Pulitanò

Nacque a Napoli nel 1739 da Nicolò campano e Agata Ferrara messinese. Orfano da
ragazzo venne a Messina dallo zio materno Annibale, che lo accudì benevolmente. Nella
nostra città studiò filosofia e scienze naturali e dopo prese la laurea in matematica,
fisica e medicina nella locale Università. A soli 18 anni decide di abbracciare la vita
ecclesiastica arrivando tardi al sacerdozio per le povere condizioni economiche. Fece
un tentativo d’insegnamento al Collegio Nautico di Napoli ma essendo povero e senza
raccomandazioni non fu in grado di espletare il lavoro. Ritornato a Messina per un
modesto compenso insegna Filosofia e Matematica presso il locale Seminario Arcivescovile.
In quel periodo l’Accademia Peloritana dei Pericolanti gli dà l’incarico
di realizzare una Meridiana nell’interno della Cattedrale di Messina.
Costruita nel 1802, danneggiata nel terremoto del 1908 e poi definitivamente distrutta dalle bombe della
seconda guerra mondiale nel 1943 la Meridiana od orologio solare è uno strumento di misurazione del tempo sul rilevamento della posizione del sole a mezzogiorno. Di grande importanza l’invenzione della “Ampolletta Mercuriale” per la nautica che consente l’esatto calcolo della longitudine durante la navigazione in mare aperto. Pubblica poche opere a causa sempre delle sue modeste condizioni economiche, la maggior parte delle quali andate disperse malgrado l’importanza scientifica.
Abbandonato, da tutti, completamente cieco con un piccolo sussidio di 50 lire mensili accordatogli dal Senato Messinese,
muore per apoplessia il 5/02/1815 nella misera baracca che lui stesso aveva costruito dopo il terremoto del 1783. Fu sepolto prima nella Chiesa di S.Maria di Porto Salvo dove però le sue spoglie furono disperse in seguito ad un alluvione. La città di Messina volendolo premiare per il suo attaccamento gli intitolò l’Istituto Tecnico Commerciale e per il Turismo, sito in via Cesare Battisti che ebbe grandi allievi come Pugliatti, La Pira, Quasimodo, Giuffrè e altri ancora. Per il fatto che Lui non volle abbandonare Messina nonostante pressanti inviti da illustri personaggi e rinomate
Accademie di Scienze, il suo dire costante era “la terra mi accolse infante e si ha avuta tutta la mia vita, si
abbia ancora anche le mie ceneri”.