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Consiglio Nazionale della FNOMCeO: mozione alla luce dell’assassinio di Barbara Capovani

Consiglio Nazionale della FNOMCeO: mozione alla luce dell’assassinio di Barbara Capovani

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Il Consiglio Nazionale della FNOMCeO, riunito in Roma in data 28.04.2023, alla luce della tragica vicenda dell’assassinio della collega Barbara Capovani, oltre a testimoniare grande dolore, esprimere profondo cordoglio e vicinanza alla famiglia e all’Ordine dei medici chirurghi e degli odontoiatri di Pisa, a tutti i colleghi con cui ha lavorato e che la hanno assistita nei suoi ultimi momenti, ritiene necessario mantenere vivo il ricordo di una grande professionista che ha immolato la propria vita per i valori espressi dal Codice di Deontologia Medica e che rappresenta un modello per la società civile e la comunità professionale tutta.
Il Consiglio Nazionale ringrazia il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e il Ministro della Salute Orazio Schillaci per aver conferito alla FNOMCeO la medaglia d’oro al merito della Sanità Pubblica per l’impegno dei medici e il sacrificio di tutti i colleghi che hanno perso la vita durante la pandemia di Covid e condivide e sostiene la proposta del Presidente di dedicarla anche alla dottoressa Capovani.
Il tragico evento si aggiunge ad una serie di episodi drammatici e luttuosi, che sono espressione di una grave situazione emergenziale, relativamente alla quale è necessario intervenire urgentemente, ponendo in essere tutti gli atti di tutela che da troppo tempo avrebbero dovuto essere attuati e che richiedono un’analisi profonda della situazione in cui versano, nel nostro paese, il Servizio Sanitario Nazionale e i servizi psichiatrici in particolare.
Il Consiglio Nazionale concorda con la proposta del Ministro della Salute Orazio Schillaci di rivedere l’organizzazione dei servizi psichiatrici. Oltre a imprescindibili misure ordinamentali, è necessario intervenire con adeguati investimenti su un settore da tempo dimenticato, rispetto al quale il vuoto di risorse è stato mascherato da prese di posizioni e dibattiti puramente ideologici.
L’indifferibile riforma della psichiatria deve fondarsi sulle proposte di tutti i professionisti, che, a diverso titolo, intervengono in un mondo complesso e articolato che investe tutta la società civile e in primo luogo dei medici psichiatri che, mettendo in gioco la vita stessa, si impegnano, nonostante le difficoltà e i rischi personali, per costruire un rapporto di fiducia e di cura, vicini a pazienti particolarmente fragili e svantaggiati.
Evidenzia inoltre come la violenza contro i medici, sia essa verbale o fisica sino a mettere a rischio la vita, sia ormai entrata nella quotidianità della Professione e come i provvedimenti sino ad ora intrapresi non ne abbiano prodotto l’attenuazione, essendo il fenomeno in rapido e inquietante peggioramento.
I recenti interventi sulle sanzioni, sulla perseguibilità d’ufficio delle lesioni personali anche lievi e sulla sanzionabilità d’ufficio anche delle violenze verbali, pur imprescindibilmente necessari, non hanno dimostrato reale efficacia nel prevenire i continui episodi, ben evidenziati dall’Osservatorio Nazionale, ma in gran parte misconosciuti, specie negli eventi meno gravi, ma tali da rendere conflittuale un rapporto che dovrebbe fondarsi sulla vicinanza e sull’empatia.
In tal senso sembrano necessari, nell’immediato, interventi di vigilanza mirati a mettere in sicurezza le strutture sanitarie a partire dalle grandi concentrazioni ospedaliere fino alle più capillari articolazioni del servizio sanitario nazionale sul territorio, queste ultime ancor più a rischio in quanto isolate e prive, spesso, dei più elementari dispositivi di protezione. I servizi sanitari devono essere considerati dalle forze dell’Ordine obiettivi sensibili assolutamente prioritari e presidiati in modo efficace e continuativo, essendo tale tutela indispensabile per lo svolgimento delle attività connesse al diritto del cittadino di veder tutelata la propria salute.
La presenza di presidi di sicurezza andrà adeguatamente pubblicizzata e portata all’attenzione dell’opinione pubblica.
Il Consiglio Nazionale della FNOMCeO, tuttavia, ritiene necessaria anche una politica di più ampio respiro, mirata all’identificazione delle cause che stanno producendo l’attuale recrudescenza di violenza e che non sono disgiunte dalla crisi profonda che investe il nostro Servizio Sanitario Nazionale.
È necessario fare chiarezza, in modo trasparente nei confronti dei cittadini, su quali sono le reali tutele che il nostro Servizio Sanitario Nazionale è in grado di offrire, in un contesto nel quale, nel nostro Paese, l’investimento sulla salute è tra i più bassi d’Europa, in termini di rapporto tra spesa sanitaria e PIL. Al contrario si assiste ad una continua enfatizzazione delle tutele offerte e si pongono in atto continui provvedimenti parcellari, apparentemente migliorativi, ma in realtà scarsamente esigibili, che finiscono con l’attribuire al medico, a diretto rapporto con il cittadino, la falsa immagine di colui che si arroga il diritto di concedere o di negare un diritto costituzionalmente garantito: un Servizio Nazionale falsamente presentato come forte e tutelante, di cui il medico rappresenterebbe l’anello debole. Un sistema che invece produce infiniti andirivieni dissuasivi, legati a piani terapeutici, autorizzazioni varie e infinita burocrazia, che
finisce con il presentare il medico come un funzionario arrogante, anziché come un alleato empatico. Un sistema che dipinge i servizi di emergenza-urgenza come realtà critiche, senza dire che si sono tagliati i posti letto ospedalieri.
Anche la depenalizzazione dell’atto medico (come avviene nella stragrande maggioranza degli altri paesi) deve essere intesa come un provvedimento che metterebbe la professione nelle migliori condizioni di svolgere la sua funzione di tutela della salute dei cittadini, piuttosto che come uno strumento per ridurre la spesa dovuta alla medicina difensiva, che riversa sul medico ulteriori responsabilità.

Il Consiglio Nazionale, nel ribadire che il tempo della comunicazione è tempo di cura, come sancito dal Codice di Deontologia Medica e dalla Legge, denuncia la difficoltà di realizzazione di questo principio fondamentale in una realtà che prevede carichi di lavoro insostenibili in ospedale e nel territorio.
Questa situazione porta a una grave crisi del rapporto di cura e, nel caso delle frange più estreme ed emarginate, a esplosioni di violenza, che non è certo la minaccia di sanzioni a poter contenere.
Il Consiglio Nazionale della FNOMCeO invita i decisori istituzionali a

  • Intervenire con urgenza sull’organizzazione delle cure psichiatriche.
  • Porre in essere in via prioritaria e in modo visibile interventi di capillare vigilanza sui presidi sanitari da parte delle forze di polizia.
  • Garantire investimenti sulle risorse umane del Servizio Sanitario Nazionale, in misura pari ai grandi Paesi europei, semplificando al tempo stesso e rendendo trasparenti le procedure che ostacolano il rapporto di cura ed attribuiscono ai professionisti responsabilità inappropriate.
  • Ridurre in modo drastico le procedure burocratiche favorendo la presa in carico del paziente ed il percorso di cura.
  • Predisporre una campagna informativa rivolta all’opinione pubblica sul ruolo dei medici nel Servizio Sanitario Nazionale, sostenendone il ruolo e l’impegno.
    Impegna il Comitato Centrale ad organizzare le necessarie iniziative pubbliche, insieme a Sindacati e Società Scientifiche, a sostegno e protezione della categoria, dandone visibilità mediatica e istituzionale.

In allegato:

https://portale.fnomceo.it/wp-content/uploads/2023/04/MOZIONE-CC-e-CN-28aprile2023.pdf