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La mancanza di sonno profondo in corso di apnee notturne potrebbero produrre danni progressivi al cervello

La mancanza di sonno profondo in corso di apnee notturne potrebbero produrre danni progressivi al cervello

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Chi soffre di apnea notturna in genere ha una carenza di “sonno profondo” con potenziali maggiori probabilità di rischio di ictus, morbo di Alzheimer e declino cognitivo, come pubblicato il 10 maggio 2023 sul numero online di Neurology (https://www.neurology.org/) la rivista medica dell’American Academy of Neurology. Lo studio non ha dimostrato che questi disturbi del sonno sono una conseguenza delle apnee notturne, ma ha evidenziato solo un’associazione.
Lo studio ha esaminato i fattori del sonno e i biomarcatori della salute della materia bianca del cervello.

Lo studio dei biomarcatori della sostanza bianca, attraverso la loro misurazione della qualità della sostanza bianca cerebrale che con l’età si va danneggiando.
Lo studio ha coinvolto 140 persone con apnea ostruttiva del sonno con un’età media di 73 anni che hanno subito una scansione del cervello e anche uno studio durante la notte in un laboratorio del sonno. I partecipanti non avevano problemi cognitivi all’inizio dello studio e non avevano sviluppato demenza entro la fine dello studio. Un totale del 34% aveva un’apnea notturna lieve, il 32% moderata e il 34% grave.
Lo studio del sonno ha esaminato quanto tempo le persone trascorrono nel sonno a onde lente, chiamato anche stadio 3 non REM, o sonno profondo, ed è considerato uno dei migliori indicatori della qualità del sonno. I ricercatori hanno scoperto che per ogni diminuzione di 10 punti nella percentuale di sonno a onde lente, c’era un aumento della quantità di iperintensità della materia bianca (segno di danneggiamento cerebrale) simile ai pazienti più anziani di 2-3 anni. La stessa diminuzione è stata anche associata a una ridotta integrità assonale simile all’effetto di avere tre anni in più.
Le persone con apnea notturna grave avevano un volume maggiore di iperintensità della sostanza bianca rispetto a quelle con apnea notturna lieve o moderata. Avevano anche una ridotta integrità assonale nel cervello.
I ricercatori hanno tenuto conto dell’età, del sesso e delle condizioni che potrebbero influenzare il rischio di alterazioni cerebrali, come l’ipertensione e il colesterolo alto.
Questi dati preliminari sono significativi ma dimostrano che sono necessarie ulteriori ricerche per determinare se i problemi di sonno influenzano questi biomarcatori cerebrali o viceversa