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Contrastare la violenza di genere, presentato progetto unico in Italia all’istituto Verona Trento di Messina. Responsabile scientifico prof. Cedro (Unime): ‘problema sociale molto diffuso, cercheremo di capire con dei test le motivazioni dal punto di vista scientifico, importante sviluppare l’intelligenza emotiva’

Contrastare la violenza di genere, presentato progetto unico in Italia all’istituto Verona Trento di Messina. Responsabile scientifico prof. Cedro (Unime): ‘problema sociale molto diffuso, cercheremo di capire con dei test le motivazioni dal punto di vista scientifico, importante sviluppare l’intelligenza emotiva’

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“Sappiamo che i problemi emotivi e di adattamento sociale che affliggono i giovani della Generazione ‘Z’ rappresentino un motivo di grande preoccupazione per le istituzioni educative, quali la famiglia e la scuola. I disturbi alimentari, le dipendenze patologiche, i comportamenti autolesionistici e la violenza di genere sono solo alcune delle aree nelle quali si manifestano le problematiche esistenziali dei giovani. La ricerca scientifica degli ultimi trent’anni ha messo sempre più in evidenza che ad un maggiore sviluppo dell’intelligenza emotiva e ad un armonico rapporto col proprio corpo, corrisponda la crescita e l’introiezione di valori che sono direttamente correlati al senso civico, al rispetto delle diversità, all’inclusività e alla non discriminazione di genere”. Lo dice, il responsabile scientifico del progetto “I CARE. Io: Corpo. Affettività. Relazioni. Emozioni” che coinvolgerà le classi del Triennio dell’indirizzo “Grafica e Comunicazione dell’Istituto Verona Trento, prof. Clemente Cedro dell’Università degli Studi di Messina. All’incontro volto a sensibilizzare gli alunni per contrastare la violenza di genere erano presenti, tra gli altri, la Dirigente scolastica dell’I.I.S. Verona Trento, prof.ssa Simonetta Di Prima, l’assessore alle politiche sociali del Comune di Messina Alessandra Calafiore, l’assessore alle pari opportunità Liliana Cannata, le referenti del progetto prof.ssa Ivana Risitano e prof.ssa Antonella Donato. “Questa nostra iniziativa, – prosegue Cedro – quindi, punta a promuovere una consapevolezza dell’importanza dell’intelligenza emotiva e del valore della corporeità come base epistemologica di un pieno e soddisfacente sviluppo personale e sociale. Il progetto appare particolarmente interessante, a nostro avviso, in quanto unisce aspetti prettamente scientifici, attraverso la somministrazione di test psicologici specifici, e percorsi di tipo umanistico-esperienziale, attraverso cui i giovani possano confrontarsi, ampliando i propri orizzonti di consapevolezza di sé e degli altri e del loro essere nel mondo”. “Sin dai primi giorni dell’anno scolastico – spiega la Dirigente prof.ssa Simonetta Di Prima alla luce della grave emergenza in campo affettivo-emotivo-relazionale, evidenziata sia dai continui fatti di cronaca relativi alla violenza di genere, sia dai sintomi di malessere che molti adolescenti manifestano, abbiamo scelto di adottare l’educazione all’affettività come unica ed esclusiva tematica di Educazione civica. Nello specifico, nell’ambito del Percorso di Istituto “Il mondo che vorrei” e delle azioni di Educazione civica previste per l’anno 2023/2024, l’Istituto Verona Trento si appresta a svolgere una ricerca-azione molto rilevante. Il progetto, è volto a verificare se e come specifiche azioni di educazione affettivo-emotiva possano sostenere gli studenti nell’acquisizione di una maggiore consapevolezza corporea, emotiva ed affettiva, così come la creazione di sane dinamiche relazionali e comportamenti prosociali. Tali azioni si inseriscono inoltre all’interno di interventi politici sempre più orientati a prevenire e contrastare fenomeni di violenza di genere come il progetto sull’Educazione affettiva nelle scuole “Educare alle relazioni”, presentato dal Ministro dell’Istruzione e del Merito lo scorso 22 novembre e avente come obiettivo principale la sensibilizzazione contro il maschilismo e contro la violenza sulle donne”. “Il progetto “I CARE” prevede le seguenti fasi: raccolta di dati sociodemografici in forma anonima mediante schede di rilevazione -spiegano le referenti del progetto prof.ssa Ivana Risitano e prof.ssa Antonella Donato -. La somministrazione, per fini di ricerca, di appositi questionari in forma anonima volti a misurare i costrutti dell’intelligenza emotiva, dell’empatia e dell’immagine corporea. Partecipazione ad interventi e attività di tipo formativo e laboratoriale”.