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Neurochimica dell’abbraccio

Neurochimica dell’abbraccio

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di Marinella Ruggeri

Il 21 gennaio  è la Giornata Mondiale dell’Abbraccio, voluta dal reverendo statunitense Kevin Zaborney che nel 1986 lanciò il National Hugging Day come iniziativa volta ad offrire conforto nell’inverno rigido.

Gli abbracci sono una buona medicina. Avvertire il calore degli altri sul proprio corpo è una valida difesa contro ansia e depressione. Diverse ricerche hanno evidenziato gli effetti benefici sulla salute psicofisica della terapia a base di abbracci.

Quando si stringe tra le braccia un’altra persona, viene rilasciata nel sangue l’ossitocina, un ormone che riduce il malessere provocato da paure, distress, disturbi del tono dell’umore, e si ottiene un miglioramento del funzionamento  neurocognitivo.

Durante l’abbraccio viene innescata una risposta a livello neurochimico grazie, proprio, al contatto di due corpi che si stringono.

L’abbraccio stimola la produzione di endorfine, neurotrasmettitori che riducono la soglia del dolore e favoriscono il benessere; il respiro si sincronizza, il battito cardiaco diminuisce, si attivano altri ormoni  che procurano un senso di appagamento e si rafforza il sistema immunitario.

L’abbraccio, quindi, tocca corpo e psiche: «Nella nostra società tecnologica, è il caso di ricordarci talvolta l’importanza di gesti che siano ricchi di significati simbolici; siamo così abituati a rapidi contatti virtuali in cui non mettiamo in gioco la nostra corporeità, da dimenticare quanto siano inscindibili la nostra mente e il nostro corpo. Oltre a esprimere un senso di protezione e di accudimento che ci riporta all’infanzia e al primo contatto con la madre, l’abbraccio può trasmettere vicinanza affettiva, condivisione di emozioni, accoglienza, fiducia nel creare legami ed empatia. Con l’abbraccio si possono comunicare vissuti emotivi spesso molto più intensi e profondi delle parole; veicola tutta la ricchezza e la profondità della comunicazione non verbale. Serve a riscoprire la pregnanza di piccoli e autentici gesti di affetto che possono colorare e arricchire la nostra quotidianità, le nostre relazioni e rinforzare la nostra salute psicofisica.

Il distanziamento sociale imposto dalla necessità di gestire i contagi, in era COVID, ha contribuito al venir meno di infatti, di scambi affettivi di amici e parenti non conviventi, di nipoti e figli per i nonni con un malessere diffuso, proprio anche a causa di questa mancanza.

Gli effetti della carenza di abbracci, per i tre anni trascorsi, hanno certamente contribuito ad un sovraccarico di disturbi dell’umore, come depressione e ansia, e anche a senso di affaticamento e disturbi del sonno.

Anche se le restrizioni sociali specie con i soggetti fragili, restano necessarie è evidente che né le videochiamate, né i messaggi possono sostituire l’incontro reale tra due persone.

 Il contatto fisico è rassicurante, perché è la modalità più arcaica per farci sentire al sicuro. Inoltre il senso di appagamento che provoca, innesca modificazioni neurochimiche positive, specie, come si diceva, per la produzione di ossitocina che in quanto ormone dell’attaccamento ha un effetto tranquillizzante.

  Il gesto di abbracciare è diffuso da sempre in ogni angolo del mondo, utilizzato sia come forma di saluto sia come dimostrazione del proprio affetto. Numerosi sono i vantaggi che si ricavano da un sincero abbraccio non solo sotto il punto di vista psicologico, in quanto il contatto implica accettazione e consapevolezza del sentirsi amato dall’altra persona, accrescendo  l’autostima, ma anche dal punto di vista chimico, poiché vengono scatenati numerosi ormoni che portano vantaggi al proprio organismo. 

Chiedendo aiuto alle neuroscienze, possiamo affermare che il nostro cervello quando ci abbracciamo, ed in particolare quando l’abbraccio dura 20 secondi, libera diversi ormoni.

Primo tra tutti, l’ormone dell’amore ( ossitocina), sostanza che calma il sistema nervoso e aumenta le emozioni positive. Questo ormone viene rilasciato anche durante il parto, facendo dimenticare alla madre tutto il dolore straziante che ha sopportato e creando l’istinto e la voglia di amare ancora e trascorrere del tempo con il proprio bambino. In più l’ossitocina riduce la tendenza ad assumere droghe e alcol; ha anche un influsso positivo sulle infiammazioni e sulla guarigione delle ferite. Producendo maggiore ossitocina tramite abbracci frequenti si tende, inoltre, ad abbassare la pressione sanguigna e la frequenza cardiaca.

Un altro ormone scatenato durante un abbraccio è la dopamina, definita anche ormone del piacere. La dopamina viene rilasciata non solo durante l’uso di droghe stimolanti come la cocaina e le metanfetamine, ma anche quando ascoltiamo musica che ci piace, quando ci innamoriamo..

Quando abbracciamo i recettori di piccoli centri di pressione nella pelle vengono stimolati e portano il segnale al cervello attraverso il nervo vago. Chi dà e chi riceve un abbraccio riporta un cambiamento nella conduttanza cutanea. L’effetto di umidità e elettricità della pelle suggeriscono uno stato più equilibrato del sistema parasimpatico.

Un abbraccio, una pacca sulle spalle e perfino una stretta di mano amichevole vengono elaborati dal centro della ricompensa nel sistema nervoso centrale, ed è questo il motivo per cui essi possono avere un forte impatto sulla psiche umana, facendoci sentire la felicità e la gioia, a prescindere dal fatto che il contatto venga ricevuto o dato. Quanto più ci si connette con gli altri, anche con il più piccolo contatto fisico, più si è felici.

Gli abbracci possono far bene all’intero organismo, la persona si sente meno sola, più gioiosa e viva. Dunque questo diventa un buono strumento per combattere la depressione e diminuire l’ansia oltre che per ridurre l’irritabilità, alleviare il mal di testa, curare l’insonnia, vincere la paura, specialmente nei bambini, senza trascurare la capacità di stimolare i sensi.

L’ABBRACCIO ha quindi diverse proprietà: aumenta FIDUCIA e SICUREZZA, gli abbracci ci permettono di dare e ricevere protezione, sostegno e accoglienza; riduce IRRITAZIONE e APATIA, gli abbracci stimolano la circolazione e il corpo elimina le tensioni; migliora l’UMORE e porta FELICITA,’ gli abbracci producono serotonina che aumenta l’autostima; rafforza il SISTEMA IMMUNITARIO; riduce il declino cognitivo, grazie alla stimolazione sensoriale.

Gli abbracci tranquillizzano ed equilibrano il nostro sistema nervoso

La proprietà terapeutica dell’abbraccio si prolunga nel tempo, anche quando l’abbraccio finisce.

Una curiosità interessante è che esistono diversi tipi di abbraccio.

Fra questi ci sono per esempio il “reverse hug” ovvero l’abbraccio da dietro, sinonimo di un affetto rilassato fra partner, oppure il “sandwich hug” cioè l’abbraccio di due persone da ambo i lati verso una terza, comunemente usato fra amici o in famiglia per comunicare affetto, conforto o per una celebrazione.

Di certo un abbraccio profondo genera fiducia e senso di sicurezza, aiuta ad avere una comunicazione aperta ed onesta. Cura i sentimenti di solitudine e isolamento elevando lo stato d’animo. La pressione sullo sterno e il carico emotivo che crea attivano il chakra del plesso solare. Ciò stimola la ghiandola del timo, che regola e bilancia la produzione di globuli bianchi del sangue.

Le associazioni fra l’autostima e le sensazioni tattili dei nostri primi anni sono molto presenti nel nostro sistema nervoso anche da adulti. Abbracciarsi rilassa i muscoli. Gli abbracci liberano la tensione del corpo, alleggerendo i dolori e aumentando la circolazione dei tessuti molli.

Gli abbracci ci insegnano a dare e ricevere. Ricevere ed essere ricettivo al calore umano hanno lo stesso valore.

Gli abbracci ci “educano” su come l’amore fluisce in entrambe le direzioni. Gli abbracci sono efficaci come la meditazione e le risate. Lo scambio di energia che avviene attraverso un abbraccio è un investimento nella relazione, fomenta l’empatia e la comprensione.

…   Ci insegnano ad attingere INSIEME  all’energia della vita   …