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Noterelle riabilitative del padre del libraio: “Radical chic”

Noterelle riabilitative del padre del libraio: “Radical chic”

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di Filippo Cavallaro

L’ho proprio dichiarato in una riunione che avrei scritto una noterella sul romanzo, che mi è stato regalato da Maria Grazia, dal titolo “Il censimento dei radical chic” scritto da Giacomo Papi nel 2019 per Feltrinelli.
L’ho detto perché avevo l’impressione di condividere l’esperienza dei personaggi del romanzo, sentivo di vivere quella trama.
Un intreccio di situazioni in una Italia immaginata con un ministro dell’Interno che per proteggere gli intellettuali istituisce “Il Registro Nazionale degli Intellettuali e dei Radical Chic”. La motivazione che porta il responsabile della sicurezza interna nazionale ad istituirlo è data dall’aggressione mortale ad un professore che aveva partecipato ad un dibattito televisivo. La notizia subito diffusa sui social era stata poi amplificata da visualizzazioni e commenti contro il professore, insultato perché esibizionista del suo sapere.
Un altro ente che viene istituito dal governo nazionale in quella Italia finta è l’Autorità Garante per la Semplificazione della Lingua italiana, con il compito di istituire una commissione, composta da gente presa a caso, che deve analizzare ogni parola presente nel Dizionario della lingua italiana, con il compito di abolirla, cancellarla dal dizionario se non comprensibile. Il Dizionario potrà così essere snellito alle sole parole semplici e di uso corrente.
Nel momento in cui la disciplina della Fisioterapia entrò nell’ambito accademico con la costituzione dei corsi universitari avevamo la consapevolezza che avremmo dovuto far conoscere il corpo di conoscenze dello specifico professionale, delle tecniche e di come le scienze di base facessero da fondamento a quel sapere. Per il mondo della medicina era una novità, si apriva un campo delle conoscenze sanitarie che avendo studiato modi e tempi di intervento con i poliomielitici o gli spastici, nelle strutture che li accoglievano ed assistevano, avrebbero potuto permettere di non subire la sopravvivenza a malattie gravi e/o incurabili, addirittura si dava la possibilità di condividere che alcuni interventi della fisioterapia potevano limitare gli esiti della malattia.
Ai primi studenti dei corsi universitari si propose di scrivere un glossario della terminologia in fisioterapia. Si arricchiva il Dizionario con nuove declinazioni delle parole.
Nel romanzo di Papi già la parola glossario, insieme a lessico, ma anche a tesauro saranno abolite nel Dizionario snellito.
Incuriosisce nel romanzo il ruolo di Frun, per cui il testo del romanzo, la cui pubblicazione è immaginata nell’Italia ipoteticamente futura, è revisionato, corretto con le parole e le frasi barrate ed anche le note correttive del Funzionario Redattore Ugo Nucci, Frun, titolato a dare l’approvazione per conto dell’Autorità garante per la Semplificazione della Lingua italiana.

Nel campo della malattia il corpo da solo affronta la sofferenza con gli strumenti semplici di cui può disporre in autonomia. Oggi grazie alla ricerca scientifica conosciamo la complessità che sottende al modo di declinare la nostra vita, per cui se ci facessimo bastare proposte terapeutiche semplificate così come nel romanzo si fanno bastare parole semplici, di uso comune, non aiuteremmo la persona ad utilizzare il proprio potenziale di recupero.
Purtroppo, le parole, anche se semplici, di uso comune, se non corrispondono allo specifico culturale del paziente, non lo guideranno a cercare nella potenzialità delle strutture corporee non danneggiate gli strumenti, presenti, utili per affrontare la malattia.
Così come se è vero che chi mi guarda, vede, per esempio, me, fisioterapista che sorreggendo un braccio, che porto quel segmento corporeo verso il busto o lo allontano da esso. Affermerà: Gli sta muovendo il braccio. Giusto, questo è ciò che ha osservato. Se oltre a guardare avrà anche ascoltato potrà avere qualche dato in più di ciò che sta succedendo. Sempre per esempio, potrebbe sentire me che gli chiedo se sente come sto sorreggendo il suo braccio, un invito ad un percorso propriocettivo di riconoscimento tattile di contatto tra le mie mani ed il suo corpo. Potrebbe essere che il mio invito sia un altro, e quindi sentirmi dire di stare attento a ciò che gli sto facendo indicare nella stanza utilizzando la sua mano come indicatore, così sarà un esercizio sul rapporto con il mondo esterno dove la corretta localizzazione e distensione di ossa, articolazioni, tendini, muscoli, pelle, un complesso di dati sensoriali che il nostro corpo è capace di acquisire e che è capace di inviare al cervello affinché elaborandoli dia la risposta. … A questo possono essere aggiunte altre variabili come i messaggi che invia il corpo nella postura e nella gestualità….
I movimenti degli umani sono appresi e significativi, espressione di un complesso sistema strutturale sia nella sua meccanica che nel suo governo, motivo per cui a poco servirebbe la semplificazione del linguaggio e degli interventi sanitari se si vuol tendere al recupero funzionale.